Sinner è una furia, lo ha silurato: Jannik non perdona (Instagram Jannik Sinner) - GliEroidelcalcio.com
Sinner è una furia, lo ha silurato: Jannik non perdona (Instagram Jannik Sinner) - GliEroidelcalcio.com
Jannik Sinner guarda già oltre Wimbledon e il suo modo di fare è chiaro: non perdona, pronto a silurare chi sbaglia o non lo convince
Un trionfo per zittire tutti. Jannik Sinner è tornato da Wimbledon non soltanto con la coppa in mano, ma anche con la soddisfazione di aver messo a tacere tutti quelli che si erano lanciati in critiche contro di lui dopo la sconfitta al Roland Garros e l’eliminazione precoce dal torneo di Halle.
Una vittoria contro tutti per Sinner che ha affrontato lo Slam londinese con uno staff ridotto: niente fisioterapista, niente preparatore atletico dopo la decisione di separarsi da Panichi e Badio. Una scelta netta, arrivata a sorpresa e dopo appena un anno di collaborazione insieme. Ma Jannik non ammette repliche: chi va contro il suo modo di pensare il gruppo finisce fuori e a farne le spese questa volta sono stati i due professionisti.
Un modo di fare che però è anche il segreto di Jannik Sinner, forse l’aspetto che lo rende così invincibile agli occhi degli avversari: sapersi circondare dalle persone giuste, dal gruppo che può consentirgli di lavorare in tranquillità. Così, con una tempistica che poteva sembrare sbagliata, il numero 1 al mondo ha tagliato due persone centrali nel suo staff e lo ha fatto proprio alla vigilia di Wimbledon. Lo ha anche detto che non sarebbe stato facile, ma Jannik è riuscito lo stesso a trionfare.
Proprio della sua propensione ad usare il pugno duro con i membri del suo staff e del non aver paura a cambiare ha parlato Il Giorno che parla della “strategia dell’addio” di Jannik Sinner, una sorta di regola d’oro che l’altoatesino ha adottato fin dal suo esordio nel tennis professionistico.

L’addio alla famiglia quando a 14 anni ha scelto di lasciare casa e andare a vivere da solo per lavorare con Riccardo Piatti. La strategia dell’addio è tornata poi in tutta la sua forza dopo gli Australian Open del 2022 quando ha salutato il coach e tutto il suo staff per affidarsi a Vagnozzi, Ferrari e Naldi, poi raggiunti da Cahill per l’esplosione definitiva.
Lo scorso anno si è ripresentata la forza di Sinner nel cambiare senza perdere colpi, anzi migliorando: così con il caso Clostebol ad ossessionarlo, ecco l’addio a Ferrari e Naldi, per fare posto a Marco Panichi e Ulises Badio, reduci dall’esperienza con Djokovic. Fine dei cambiamenti? Niente affatto: prima di Wimbledon è arrivato il nuovo addio e il risultato è sempre lo stesso. Sinner vince e cambia: non accetta i suoi errori, figurarsi di quelli degli altri.
