Altro fango sul calcio, altro caso di calcioscommesse, qualifica lunghisisma (Foto IG @sportmediaset - glieroidelcalcio.com)
Altro fango sul calcio, altro caso di calcioscommesse, qualifica lunghisisma (Foto IG @sportmediaset - glieroidelcalcio.com)
Una nuova bufera travolge il calcio italiano, ancora una volta un caso scommesse: squalifica pesante e stagione finita.
Ci risiamo, verrebbe da dire. Il calcio, quello che dovrebbe essere solo passione, sacrificio e sogno, torna a essere macchiato da episodi che nulla hanno a che vedere con lo sport. Le scommesse, ancora loro, entrano prepotentemente nella scena.
Una nuova tegola, dunque, che si abbatte su un mondo che fatica a tenere lontane le ombre del passato, e che inevitabilmente riapre ferite mai del tutto rimarginate. Ancora una volta una società che, suo malgrado, perde un calciatore. Per lui stagione finita per la lunga squalifica.
La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno e, senza ombra di dubbio, ha lasciato tutti di stucco. La stagione di Giuseppe Sibilli, attaccante del Bari, è ufficialmente finita. Il giocatore è stato infatti squalificato per otto mesi dopo essere stato riconosciuto colpevole di aver scommesso su eventi sportivi organizzati da FIFA, UEFA e FIGC. Un comportamento vietato dal regolamento e che, come prevedibile, ha comportato una sanzione pesantissima.
La Procura Federale ha indagato a fondo, analizzando le stagioni comprese tra il 2022 e il 2025, anni in cui Sibilli aveva vestito le maglie di Pisa, Sampdoria e, più recentemente, Bari. Proprio durante questo periodo sono emerse le infrazioni che hanno portato alla lunga sospensione. La decisione è stata presa in seguito al patteggiamento tra il giocatore e la Federazione, un modo per chiudere rapidamente la vicenda ma che non cancella il danno sportivo e d’immagine.

Otto mesi lontano dai campi non sono pochi, soprattutto per un calciatore che stava finalmente trovando continuità e fiducia. La squalifica rappresenta non solo uno stop forzato ma anche una grande occasione persa, sia per lui che per il Bari, che perde un elemento chiave della stagione. E come se non bastasse, Sibilli dovrà anche dedicare altri otto mesi ad attività di sensibilizzazione sul tema delle scommesse, una misura educativa che la giustizia sportiva ha voluto inserire per dare un messaggio forte al mondo del calcio.
Il caso Sibilli, però, è anche lo specchio di un problema che il calcio italiano non riesce del tutto a risolvere. Infatti, non è la prima volta che un giocatore finisce sotto inchiesta per scommesse: la tentazione del guadagno facile, unita alla leggerezza e forse alla sottovalutazione delle conseguenze, continua a mietere vittime. E ogni volta, la sensazione è quella di un film già visto, in cui le stesse dinamiche si ripetono cambiando solo i protagonisti.
Per Sibilli ora inizia un periodo difficile, lontano dai riflettori e dal rettangolo verde che ama. Ma anche un periodo di riflessione, in cui dovrà fare i conti con i propri errori e lavorare per riconquistare la fiducia di compagni, tifosi e società. Il Bari, dal canto suo, dovrà reagire in fretta, perché il campionato non aspetta nessuno e la corsa verso gli obiettivi stagionali si fa sempre più complicata.
Il calcio, intanto, incassa un altro colpo alla propria credibilità. E viene da chiedersi fino a quando si dovranno leggere storie come questa, che spengono l’entusiasmo e ricordano quanto sia sottile il confine tra il sogno e la caduta.
