Arriva il forfait per Sinner (Foto Instagram - glieroidelcalcio.com)
Arriva il forfait per Sinner (Foto Instagram - glieroidelcalcio.com)
Jannik Sinner lascia tutti a bocca aperta dopo la vittoria a Wimbledon con una decisione che spiazza i tifosi. Arriva il forfait.
Non è mai facile tirarsi indietro quando si è in cima al mondo, eppure è proprio quello che ha fatto Jannik Sinner. Il numero uno del ranking ATP, fresco vincitore del suo primo Wimbledon, ha scelto di fermarsi.
Una scelta che, detta così, ha fatto subito drizzare le antenne ai suoi tifosi. Dopo un trionfo così importante, infatti, ci si aspettava di vederlo subito tornare in campo con la solita fame e determinazione. E invece no. Il talento azzurro ha deciso di dare forfait al torneo di Toronto, un Masters 1000 fondamentale nella corsa estiva verso gli US Open.
Una mossa che lascia spazio a molte interpretazioni. C’è chi teme un problema fisico, chi parla di stanchezza mentale, e chi semplicemente vede in questa scelta una strategia lucida e consapevole. La verità, probabilmente, sta proprio in quest’ultima ipotesi. Sinner, infatti, ha già dimostrato di sapere gestire i momenti chiave della stagione con grande maturità. Dopo una campagna sull’erba perfetta, culminata nella vittoria più importante della sua carriera, il ragazzo altoatesino ha scelto di non forzare i tempi. Niente Toronto, quindi, e concentrazione massima sullo Slam americano.

E non sarà l’unico. Anche Carlos Alcaraz, suo grande rivale e amico, ha intrapreso la stessa strada. Entrambi hanno capito che il calendario è fitto, spesso troppo, e che non ha senso rischiare a ridosso di un torneo importante come quello di New York. L’US Open, d’altronde, è l’ultimo Slam della stagione e tutti vogliono arrivarci nelle migliori condizioni. Questo cambio di rotta da parte dei top player però apre una riflessione più ampia, che in queste ore sta infiammando il dibattito tra addetti ai lavori e appassionati.
A intervenire è stato anche Feliciano Lopez, ex tennista e ora direttore del Masters 1000 di Madrid e delle Davis Cup Finals. Le sue parole non sono passate inosservate. Secondo Lopez, infatti, c’è un problema serio legato all’unificazione delle superfici. “Una volta c’erano gli specialisti della terra, dell’erba, degli indoor. Ora le differenze si sono ridotte troppo”, ha dichiarato senza mezzi termini. E in effetti non ha tutti i torti. I campi veloci non sono più così rapidi, l’erba è diventata più lenta, e persino la terra battuta è meno selettiva rispetto a vent’anni fa. Questo porta a uno scenario in cui i giocatori si adattano ovunque, ma allo stesso tempo si somigliano sempre di più. Il tennis perde così un po’ della sua varietà, della sua identità, e forse anche del suo fascino.
Sinner, che è cresciuto sulla terra ma ha vinto sull’erba, incarna perfettamente questa nuova era del tennis. Però il rischio, come sottolinea Lopez, è che questa omologazione finisca per spegnere quelle caratteristiche uniche che un tempo facevano la differenza. In attesa di rivedere in campo il numero uno del mondo, non resta che riflettere su quale direzione stia prendendo davvero questo sport.
