GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati) – Nel 1970 Gigi Riva vinse la classifica dei cannonieri della serie A con 21 reti, davanti ad Alessandro Vitali, del Lanerossi Vicenza (che arrivò a 17), a Pietro Anastasi della Juventus (terzo a 15), a Boninsegna dell’Inter a 13 e a tre giocatori a pari merito con 12 gol: Luciano Chiarugi (Fiorentina), Giorgio Chinaglia (Lazio) e Pierino Prati (Milan).
Da notare come, in un’intervista a metà campionato, Alessandro Vitali aveva detto che, a fine stagione, sarebbe stato contento di finire dietro a Riva di cinque reti, perché era sicuro che l’attaccante del Cagliari avrebbe oltrepassato i 20 gol.
Come detto in apertura, Riva vinse la classifica cannonieri a 21 gol e Vitali terminò secondo a 17. Quindi, a grandi linee, si può dire che il giocatore vicentino fu davvero un buon profeta.
L’intervista a Vitali di cui ho appena parlato fu realizzata, nel mese di gennaio del 1970, alla fine di un Vicenza-Cagliari terminato due a uno a favore dei rossoblù cagliaritani. E, tra i ventuno gol che Riva avrebbe realizzato in quella stagione, nell’ambito di quella partita ce n’è uno passato alla storia, realizzato su una mitica e indimenticabile rovesciata proprio durante Vicenza-Cagliari.
Per completezza di informazione, va detto che di Riva quel giorno le cronache registrano una doppietta. Il primo gol lo aveva segnato nel primo tempo su assist di Gori.
Ma, il gol memorabile fu appunto il secondo. Le immagini del video che ho visionato non sono nitide e ho un dubbio su chi ha innescato l’azione. Ma, da quanto ho visto, tutto nasce da un discesa di Brugnera, sulla sinistra, che crossa sul lato opposto del campo; testa di Domenghini a fare da ponte verso il centro dell’area e splendida coordinazione di Riva che, con un tiro potente in rovesciata, realizza appunto il suo secondo gol della giornata.
Grazie anche a quella lunga serie di gol, com’è noto, e come ricordato anche in altre circostanze, il Cagliari quell’anno avrebbe vinto il suo scudetto.
Ma, ovviamente, quello fu anche l’anno dei mondiali. I Campionati in Messico oltre a dargli la soddisfazione di un più che onorevole secondo posto, permisero a Gigi Riva di mostrare anche al mondo le sue doti di bomber, realizzando per esempio una doppietta nella partita contro i padroni di casa.
In occasione della prima rete, il nostro raccolse un traversone di Picchio De Sisti, al limite dell’area, spalle alla porta, riuscì a girarsi seppur marcato da tre messicani e a superare il portiere Ignacio Calderón con un tiro teso, basso e angolato. Mentre in occasione della seconda rete Riva concluse un’azione iniziata splendidamente a centrocampo da Gianni Rivera.
Poi, nel prosieguo della competizione, Riva ebbe anche modo di realizzare il suo terzo gol, nella “partita del secolo”: la semifinale contro i tedeschi vinta dagli azzurri per quattro a tre.
Nella storica semifinale, il nostro bomber realizza infatti la rete del momentaneo tre a due, con una splendida esecuzione: assist dalla sinistra di Domenghini, controllo in due tempi di Riva che coglie di sorpresa Schnellinger senza dargli tempo d’intervenire e tiro potente che supera il portiere tedesco Sepp Maier.
Ma il 1970, che per Riva si era aperto con l’immancabile serie di gol, era continuato con la conquista dello scudetto, insieme a quella della classifica cannonieri, e aveva segnato un’altra tappa importante con i Campionati del Mondo, stava riservando un bruttissimo colpo verso il finale, ad autunno inoltrato.
Il campionato 1970-71 fu vinto dall’Inter. Ma i nerazzurri, ad inizio stagione, erano partiti piuttosto male, con due sconfitte nelle prime 5 partite. A partire bene invece era stato invece il Cagliari che, vincendo il 25 ottobre proprio con l’Inter a Milano, alla fine della quarta giornata di andata era primo in classifica.
La prima posizione, a 7 punti, era ad ex-aequo col Napoli. Seguivano il Milan a 6 e il Bologna a 5. L’Inter, in quel momento del campionato, proprio a causa della sconfitta interna col Cagliari, per 3 reti a uno, era solo a 4 punti. Tra l’altro, quel giorno, Gigi Riva era stato artefice di una doppietta.
Sei giorni dopo, nel quadro delle qualificazioni per il Campionato Europeo del 1972, l’Italia gioca al Prater di Vienna contro gli austriaci (vittoria italiana per due reti a uno).
Nel secondo tempo di quella partita, a seguito di un intervento falloso del difensore Norbert Hof, Gigi Riva subirà la frattura del perone con un parziale interessamento dei legamenti.
L’attaccante cagliaritano riprenderà a giocare a marzo ma, di fatto, per lui, la stagione si può considerare finita. E anche il Cagliari ovviamente ne risentirà pesantemente: sarà eliminato dalla Coppa Campioni e, nel corso del campionato, scivolerà dalla posizione di capolista alla settimana posizione della classifica finale.
Sul medio termine, però, Gigi Riva saprà riprendersi e tornare ad alti livelli: l’anno dopo, per esempio, segnerà 21 gol in 30 partite. Ma, a lungo andare, i postumi di quell’infortunio (sommati a quelli di un altro infortunio precedente di circa tre anni) più altre complicazioni nelle stagioni seguenti, costringeranno Riva al ritiro definitivo nel 1976, a soli 32 anni.