Sinner sconvolto, lo hanno messo in mezzo: nuove accuse - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Sinner sconvolto, lo hanno messo in mezzo: nuove accuse - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Essere un’eccellenza sportiva mondiale non basta, soprattutto se di mezzo c’è l’Italia. Jannik Sinner, numero uno del ranking ATP, è finito al centro di una polemica che ha poco a che vedere con le sue imprese sul campo.
Corrado Augias, in un’uscita di qualche giorno fa destinata a far discutere ancora, ha definito il campione altoatesino “un quasi italiano”, riferendosi alle sue origini sudtirolesi e al fatto che Sinner risieda a Montecarlo, dove anche si allena e vive stabilmente. L’attacco ha sollevato un’ondata di reazioni, dividendo il pubblico tra chi difende le scelte del tennista e chi, come Augias, le considera uno sgarbo al sistema fiscale italiano. Ma la verità è che in molti, atleti e imprenditori, scelgono di stabilirsi altrove per motivi professionali, logistici e sì, anche fiscali.
Sinner, nel suo caso, ha sempre dichiarato di vivere nel Principato perché lì si trovano la sua base di allenamento, il suo team e tutte le strutture necessarie per competere ai massimi livelli. Un modus operandi adottato da gran parte dell’élite del tennis mondiale, che difficilmente ha sede in paesi ad alta pressione fiscale e bassa efficienza burocratica. Eppure, invece di celebrare il successo di un talento fuori dal comune, la narrazione si sposta su un tema divisivo e secondario. Una distorsione tutta italiana, che sa di provincialismo e di miopia. E non è un caso che a sentirsi chiamato in causa da questa polemica sia stato anche un altro personaggio noto per la sua lontananza volontaria dall’Italia: Flavio Briatore.
Intervistato dal Corriere della Sera, Flavio Briatore ha commentato le polemiche attorno a Jannik Sinner, trovando nell’episodio una sgradevole eco della propria esperienza. È la stessa storia: anziché gioire di un tennista incredibile, si parla solo della sua residenza – ha dichiarato – L’Italia non mi ha mai aiutato, e non si merita che ci viva – ha aggiunto, riferendosi anche alla dolorosa vicenda giudiziaria legata al sequestro del suo yacht Force Blue, venduto all’asta per 7 milioni quando ne valeva 20.

Briatore non ha mai nascosto le ragioni della sua scelta di risiedere all’estero: “Tra i motivi per cui l’ho scelta c’è anche quello fiscale. Ma non vivo qui per non pagare le tasse, ho creato business in tanti Paesi”. La sua carriera è passata da New York con Benetton, all’Inghilterra per la Formula 1, fino all’attuale network di locali e attività tra Dubai, Spagna e Italia. Ma con il tricolore, a quanto pare, il rapporto resta complicato. Non ho un conto corrente in Italia dagli anni ’80 – ha specificato, sottolineando di essere iscritto all’AIRE da 45 anni. La frustrazione, tuttavia, traspare con forza: “Siamo un Paese di gattopardi: vogliamo cambiare tutto per lasciare tutto com’è”.
