Sinner abbandonato, scandalo italiano: l'annuncio tramortisce i tifosi - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Sinner abbandonato, scandalo italiano: l'annuncio tramortisce i tifosi - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Non sembrano bastare le risposte che Sinner dà sul campo ad ogni torneo. L’ultimo annuncio ha lasciato tutti i tifosi a bocca aperta: scandalo italiano.
Comunque vada a finire, il 2025 di Jannik Sinner resterà un anno di grande valore. Dopo la squalifica per Clostebol, che lo ha tenuto fermo per tre mesi, l’altoatesino è tornato in campo con una forza e una lucidità che hanno impressionato il circuito. In appena nove mesi di attività ha centrato due titoli Slam – Australian Open e Wimbledon – ha sfiorato il trionfo al Roland Garros e ha dominato la stagione indoor, dove si conferma ormai una garanzia. Poi Pechino e Vienna, fino ad arrivare ai Masters di Parigi ancora in corso ma che, come noto, sono pane per i suoi denti visto il tipo di superficie.
L’eliminazione di Carlos Alcaraz all’esordio contro Cameron Norrie ha cambiato improvvisamente le prospettive: il sorpasso al numero uno mondiale non è più solo un sogno. Eppure, il talento di San Candido sembra già andare oltre la classifica. La sua stagione, condotta tra pressione mediatica, rivalità sportive e gestione dei carichi fisici, racconta di una maturità rara. In campo appare sempre in controllo, freddo, consapevole. Fuori, pianifica tutto: il calendario, le pause, gli obiettivi. Ed è proprio da una di queste decisioni – ponderata, ma inevitabilmente divisiva – che è nata la polemica più grande delle ultime settimane.
Quando la FITP ha annunciato il forfait di Jannik Sinner alla Coppa Davis, il 20 ottobre, la notizia ha provocato una vera e propria tempesta. Molti hanno criticato la tempistica, altri hanno parlato di mancanza di attaccamento alla maglia azzurra. Ma oggi si scopre che la storia è più complessa. Come ha rivelato Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, la scelta di Sinner era nota da tempo: “Quando ho capito che sarebbe finita così? L’anno scorso. Jannik lo disse davanti a me e al ministro Giorgetti a Torino, durante le ATP Finals. Ho sperato che il lungo e forzato riposo per la squalifica gli facesse rivedere i programmi. E persino dopo il ritiro di Shanghai, mi sono detto: magari ci ripensa. Niente”.

Una verità che cambia la prospettiva. La decisione non è stata improvvisa, ma parte di una pianificazione precisa, concordata con il suo team. Una scelta “dolorosa ma condivisa”, come l’ha definita Binaghi, che ha voluto difendere il suo campione ricordando un dato importante: “La storia ci insegna che ogni sua rinuncia ha prodotto conseguenze positive. Sarà così anche questa volta: per la FITP e per l’Italia è più importante che lui torni numero 1 di un’altra Davis”. Parole che riassumono la filosofia di fondo di questo Sinner maturo e strategico. Abbandonato al suo destino? Forse no, perché per l’Italia effettivamente un tennista così non si vedeva da decenni. Le priorità di Jannik oggi sono chiare: gestire il corpo, allungare la carriera e continuare a spingere sempre più in alto il nome dell’Italia nel tennis mondiale. E se per farlo deve rinunciare a un’edizione della Coppa Davis, è una scelta che, guardando i risultati, appare tutt’altro che egoistica.
