Alessandro Calori torna su Perugia-Juventus: "Una partita strana"
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Alessandro Calori torna su Perugia-Juventus: “Grazie a quella vittoria abbiamo conquistato l’Intertoto”

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Alessandro Calori racconta degli aneddoti su Perugia-Juventus

Alessandro Calori, ex giocatore del Brescia e dell’Udinese, al quotidiano sportivo Tuttosport, è tornato a parlare del suo gol al “Curi” in Perugia-Juventus. Una rete che regalò lo scudetto ai biancocelesti e lo fece perdere ai bianconeri, squadra di cui lui era tifoso. Ecco alcuni estratti dell’intervista.

[…]Calori, cosa le resta di quel 14 maggio 2000 irreale al “Curi” dove lei, che da piccolo era tifoso Juventino divenne il più odiato dai sostenitori bianconeri?

“Si dava per scontata la vittoria della Juve perché il Perugia era ormai salvo, in realtà si tende a dimenticare che grazie a quel successo raggiungemmo l’Intertoto. Nove volte su dieci una squadra con in campo Van der Sar, al quale faccio un grosso in bocca al lupo per quanto gli è accaduto nelle ultime ore, Davids, Zidane, Del Piero e Inzaghi avrebbe vinto. I valori, oltre che le motivazioni, erano nettamente superiori.

Se ancora oggi siamo qui a parlarne significa che avvenne qualcosa di strano come per altro il diluvio che interruppe la partita, la pausa di oltre un’ora, il sole che spuntò all’improvviso e quel gol che segnai non pensando, com’era giusto che fosse, al fatto che da bambino rimanevo ore e ore incollato alla televisione a guardare la mia squadra del cuore nella quale spiccava Gaetano Scirea, l’uomo al quale mi sono sempre ispirato per come stava in campo, passando dal ruolo di libero a quello di centrocampista e persino mezza punta, un pioniere se lo valutiamo oggi in cui si punta tanto sulla costruzione dal basso e sui difensori con i piedi educati, ma mi affascinava anche la sua educazione, quasi timidezza, fuori dal campo.”  

Alessandro Calori e le luci della ribalta

Fare bene il proprio lavoro senza stare troppo sotto i riflettori è stato anche il mantra di Calori, ma a cavallo tra il ’99 ed il 2000 per due volte lei finì sulla ribalta per motivi opposti… 

“L’anno prima di quel gol ci fu chi mi indicò come il pentito del calcio italiano che scrisse una lettera a ”Famiglia Cristiana” dicendo di essersi venduto una partita. Ho querelato e avuto dei risarcimenti. Non so ancora perché spuntò il mio nome. Forse perché ero il capitano dell’Udinese. In quel periodo ci eravamo inseriti improvvisamente nella lotta per l’Europa. Stavamo occupando il posto di qualche grande squadra e probabilmente davamo fastidio.”  […]

[…]Anche il gol di Perugia pensa che alla lunga le abbia portato più penalizzazioni che riconoscimenti?

“Bah, a volte mi chiedo perché dopo aver portato il Portogruaro ad una storica promozione in Serie B e preso in mano il Brescia dai playout conducendolo ai playoff; rimasi all’improvviso senza squadra, nessuno che mi cercava più. E perché in quasi 20 anni di carriera da allenatore non abbia mai avuto la chances di farlo in Serie A. In certi momenti fai pensieri strani e temi che qualcuno abbia voluto fartela pagare, ma cosi come mi vengono questi pensieri li scaccio via perché sono abituato a guardare sempre avanti, non cerco colpevoli bensì soluzioni e nuove possibilità dato che sono ancora giovane e posso allenare per molti altri anni. 

I discorsi motivazionali

Le è mai capitato di dover fare ad una sua squadra un discorso motivazionale citando quell’episodio? 

“No, piuttosto qualche mio giocatore ogni tanto viene con il telefonino o l’i-pad sul quale ha le immagini di quel giorno prese da youtube ed è lui che mi chiede cosa accadde e come fu possibile. Poi, va beh, ci sono anche i tifosi laziali. Loro  mi riconoscono, mi chiedono una foto e mi ringraziano perché vinsero quello scudetto a scapito della Juventus. Io, però, ricordo a tutti le parole di Carlo Mazzone, allenatore di quel Perugia, nello spogliatoio prima della partita. Poche, ma che andarono dritte al punto: “Mi raccomando, abbiamo gli occhi di tutto il mondo addosso, giocate con dignità, date il massimo, siate uomini.” Decidendo quella partita e quel campionato cancellai anche l’ignobile e infamante etichetta che mi era stata appiccicata un anno prima.”[…] 

Fonte: Tuttosport

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