Allegri, che batosta: per il Milan è un disastro totale - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Allegri, che batosta: per il Milan è un disastro totale - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Per il Milan il gol di Pavlovic è servito a poco, perché Allegri è andato incontro a una batosta clamoroso. A Milanello si teme il disastro totale.
La vittoria contro la Roma ha riportato serenità in casa Milan, ma non ha spento del tutto le discussioni che ruotano intorno alla squadra di Massimiliano Allegri. I tre punti conquistati a San Siro con l’1-0 firmato Pavlovic sono serviti a rilanciare i rossoneri in classifica, ma la prestazione ha lasciato spazio a qualche riflessione. Allegri stesso, nel post-gara, ha ammesso che la squadra ha sofferto troppo nei primi 35 minuti, ma ha elogiato la capacità di resistere nei momenti difficili e di portare a casa la vittoria anche nelle giornate storte.
L’ambiente rossonero vive un equilibrio delicato tra fiducia e prudenza. La società, con Igli Tare alla direzione sportiva, ha costruito una rosa di grande esperienza e qualità, con innesti come Luka Modric e Pervis Estupinan, ma il percorso non è ancora fluido come ci si aspettava. In molti si chiedono se la squadra riuscirà a trovare continuità in un campionato che vede Napoli, Juventus e Inter muoversi con maggiore costanza. Allegri, dal canto suo, non cambia filosofia: equilibrio, gestione e concretezza. Il suo calcio è pragmatico, fondato su organizzazione e sacrificio, anche a costo di rinunciare a un po’ di spettacolo.
Tuttavia, non tutti nell’ambiente condividono questa visione. Se la dirigenza difende le scelte dell’allenatore e sottolinea come la solidità difensiva sia la base dei successi a lungo termine, tra i tifosi si percepisce una certa divisione. C’è chi apprezza la maturità tattica e la compattezza del gruppo, ma anche chi vorrebbe un approccio più coraggioso, capace di valorizzare appieno il talento di campioni come Modric, Leao e Ricci. La prossima sfida a Parma, tra poco, sarà dunque un banco di prova non solo tecnico, ma anche psicologico: servirà confermare la vittoria contro la Roma per dimostrare che il Milan ha imboccato davvero la strada giusta verso l’alta classifica.
Eppure, mentre a Milanello si lavora per consolidare risultati e fiducia, fuori dal campo continua la solita voce polemica di Antonio Cassano, che non ha perso l’occasione per criticare nuovamente Massimiliano Allegri e il suo approccio tattico. Intervenuto al podcast Viva el Fútbol, l’ex attaccante di Milan, Roma e Real Madrid ha bocciato la filosofia di gioco rossonera, definendola “rinunciataria e priva di idee”. Cassano ha accusato Allegri di non essersi evoluto dopo il periodo di pausa e di non sfruttare al meglio il potenziale tecnico della rosa. Io dico: sei stato fermo un anno, vuoi evolverti un pochettino, vuoi darmi qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo – ha detto Cassano.
L’ex Roma ha poi proseguito: “Non posso vedere una squadra come il Milan, con giocatori del calibro di Modric – uno dei più grandi di sempre – che fa il metodista a recuperare palloni. Non posso pensare che la sua squadra, a parte la partita contro l’Udinese e mezzo tempo col Bologna, giochi sempre dietro la linea della palla, butti il pallone avanti e speri che succeda qualcosa. Io non vedo niente. Tutti dietro a difendere, poi trovi un gol e continui a difenderti. Questo non è calcio evoluto, non è il calcio che mi piace”.

Cassano, che in passato non ha mai risparmiato critiche all’ex tecnico della Juventus, ha poi rincarato la dose mettendo in dubbio la solidità del progetto rossonero: “Non penso che Allegri abbia tanta vita al Milan. Dubito che arrivi terzo o quarto, per me ha poca prospettiva, proprio come Mourinho. Questo è il suo ultimo treno, poi è finito”. Un attacco diretto, l’ennesimo di una lunga serie. Cassano non ha mai nascosto la sua insofferenza verso il calcio difensivo e “sparagnino” di Allegri, considerandolo l’antitesi del gioco moderno. Le sue parole, però, non sembrano scuotere più di tanto lo spogliatoio: a Milanello si va avanti con convinzione, consapevoli che l’unica risposta possibile alle critiche passerà dal campo e dai risultati
