Storie di Calcio

Arrigo Sacchi: lode al genio

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(GLIEROIDELCALCIO.COM di Andrea Gioia)

“E’ il modo in cui vinci che fa la differenza”

Il “radicalmente nuovo nella forma e nei contenuti”, per citare una precisa descrizione di marca Treccani, elogia ed esalta la figura del rivoluzionario, qualcuno che riesce a trasformare un contesto in maniera radicale.

Se applicata al gioco del calcio, la parafrasi in questione non può che riguardare un minuto signore arrivato ai 75. Elegante, distinto, mai sopra le righe. Un genio silenzioso proveniente dalla provincia romagnola, terra di passione, godereccia come poche ed amante soprattutto dei motori.

Le scarpe, a questo giovanotto di nome Arrigo, non erano mai piaciute più di tanto. Meglio concentrasi sugli schemi, come uno studioso di geometria alquanto eclettico, magari non molto rinomato ma intuitivo come pochi.

Si diceva che corresse dietro ad un “motorino di centrocampo” coi capelli dorati. Angelo Colombo era il suo calciatore perfetto, quello che incarnava il volere di quegli schemi senza una fine. Perché con Arrigo da Fusignano bisognava correre, bisognava sudare, bisognava applicarsi.

Non era stato il primo e sapeva di non essere l’ultimo. Probabilmente, il calcio totale colorato di arancione lo aveva preceduto. La sua visione geniale, però, era proprio quella di cercare una sperimentazione nuova, applicata ad un calcio ormai moderno. Se poi la sperimentazione la fai con dei fuoriclasse assoluti, la fatica produrrà le sue rose.

I fiori sbocciarono a metà dell’incantato decennio degli ’80. Non subito con i grandi. Meglio prima la provincia, meglio rimanere in un contesto quasi “famigliare”.

Invincibilità e modernismo tattico come non si vedevano dai tempi di uno squadrone magiaro, speciale e senza rivali. Un ciclo iniziato con la fortuna del fato e terminato con la sfortuna di un faro. Perché quello che dà, purtroppo, il calcio lo toglie. Gli dèi del pallone avevano fatto calare la nebbia in una serata del 1988. Oltre l’invisibile coltre jugoslava, ci sarebbe stata la gloria. Gli stessi dèi, tre anni più tardi, avrebbero interrotto quel sogno manifestandosi in un fioca luce francese.

Perché Arrigo Sacchi è stato un allenatore rivoluzionario, ma anche un uomo semplice e consumato dalla sua stessa mania di perfezione.

Un genio normale, trionfatore come quasi nessuno, sconfitto come tutti.

Auguri Arrigo!

 

Foto Copertina WIKIPEDIA

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