Baggio commuove, l'omaggio è da brividi: ma scoppia il caso - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Baggio commuove, l'omaggio è da brividi: ma scoppia il caso - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Ci sono campioni che lasciano un segno nei numeri. E poi ci sono leggende, che lasciano un segno nei cuori. Roberto Baggio appartiene alla seconda categoria, quella che va oltre le statistiche, oltre i trofei, oltre la maglia indossata.
È il simbolo di un calcio che non esiste più, fatto di classe, intuizione e sensibilità. Un genio silenzioso capace di unire milioni di tifosi, anche se a volte ha giocato contro di loro. Con il suo sinistro magico e il divin codino, è stato per anni il volto più amato del calcio italiano. Nel nostro campionato ha vestito le maglie di Vicenza, Fiorentina, Juventus, Milan, Bologna, Inter e Brescia. In Serie A ha totalizzato 452 presenze e 205 gol, regalando giocate indimenticabili e momenti scolpiti nella memoria collettiva. È stato Pallone d’Oro nel 1993, trascinatore dell’Italia ai Mondiali del 1994, finalista e protagonista assoluto di un’avventura terminata solo ai rigori, sotto il cielo di Pasadena.
Ma Roberto Baggio è stato molto più di un calciatore. È un uomo di rara integrità, riservato, coerente, spirituale. Amato anche per il suo modo di stare fuori dal campo, per l’equilibrio e l’umanità che ha sempre dimostrato, anche nei momenti più difficili. Il rispetto conquistato ovunque, anche tra avversari e tifoserie rivali, è il segno di una carriera vissuta con onestà, talento e umiltà. E proprio in omaggio alla sua grandezza, il Comune di Arzignano ha voluto dedicargli una statua. Un’opera imponente, elegante, che rappresenta Baggio in tutta la sua essenza: elegante, fiero, immobile nell’attimo eterno che ogni appassionato vorrebbe non finisse mai.
Eppure, quella statua non esiste. A generare l’illusione è stato Enrico Marcigaglia, assessore del Comune di Arzignano, che ha deciso di realizzare un omaggio digitale a Roberto Baggio utilizzando strumenti avanzati di intelligenza artificiale. L’obiettivo, come ha spiegato, non era ingannare nessuno, ma testare fino a che punto la tecnologia potesse confondersi con la realtà. Marcigaglia ha realizzato l’opera attraverso un processo articolato: ha testato quattro diversi strumenti di IA per generare la figura, poi ha utilizzato un software aggiuntivo per creare un video immersivo, con tanto di ambientazione realistica, effetti di luce e una voce narrante che spiegava il contesto. Il risultato è stato sorprendente: una statua apparentemente autentica, condivisa in massa sui social. Sulla pagina Facebook “Il calcio quello bello”, la statua ha raccolto quasi 17.000 like, oltre 600 commenti e centinaia di condivisioni.

Molti utenti si sono chiesti dove fosse collocata, altri hanno addirittura inventato descrizioni dettagliate, arrivando a dire che l’opera era stata inaugurata a Caldogno nel 2023. In alcuni casi, la dicitura “Enrico Marcigaglia AI design” è stata rimossa dalle immagini, alimentando ulteriormente la confusione. Marcigaglia ha espresso preoccupazione: “Molte persone non riescono a distinguere la realtà dalla finzione. Questo test dimostra quanto possa diventare pericolosa la manipolazione, specialmente se condotta con intento ingannevole”. L’esperimento solleva una questione seria sull’uso delle tecnologie generative e sulla necessità di regolamentazioni più severe per proteggere l’informazione e la percezione pubblica. Un tributo digitale nato per ammirazione si è così trasformato in un campanello d’allarme, e il nome di Roberto Baggio, ancora una volta, diventa protagonista.
