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Bologna, fu vera gloria. Un derby fra due libri per vincere lo scudetto

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LA REPUBBLICA (Luca Baccolini) – La Fondazione Genoa 1893 ha pubblicato un libro dal titolo “La stella negata al Grande Genoa”, di Giancarlo Rizzoglio, rivendicando di fatto lo scudetto del 1924/25 lamentando, in sintesi, forti ingerenze dei fascisti.

La risposta, in oltre 300 pagine, nella pubblicazione di un libro-dossier della Minerva Editore, “Bologna 1925: fu vera gloria”, di Carlo Felice Chiesa, con i contributi di Riccardo Brizzi e Carlo Caliceti.

Insomma una battaglia a colpi di libro.

[…]

“La storia dice che dopo cinque partite (ovvero la gara d’andata, quella di ritorno e tre spareggi in campo neutro) il Bologna ebbe la meglio sul Genoa, guadagnandosi il diritto a giocare la finale scudetto con l’Alba Roma. Il Genoa, invece, sostiene che dalla terza gara in avanti il Bologna avrebbe messo in atto ingerenze politiche tali da condizionare le decisioni arbitrali, soprattutto nella terza delle cinque partite, quando l’arbitro Mauro dovette gestire una situazione di ordine pubblico ben oltre il limite della legalità, con dodicimila persone a ridosso di un campo che, per sua stessa ammissione, “sembrava più un’ellisse che un rettangolo”.

[…]

“Ma i fatti dove sono? Qui comincia l’accurata smitizzazione di fake news che hanno resistito all’usura degli anni. Prima su tutte: la presunta intromissione di Leandro Arpinati nelle vicende dello scudetto. Proprio lui, l’uomo che, da presidente federale, nel 1927 si sarebbe rifiutato di assegnare al Bologna lo scudetto revocato al Torino per timore di conflitti d’interesse, per quale motivo solo due anni prima sarebbe sceso in campo alla testa di camicie nere per intimare all’arbitro di convalidare il gol di Muzzioli nella terza partita? Ed ecco l’arbitro Mauro, finito nel tritacarne del terzo incontro: il libro ne riporta l’accurata testimonianza dell’epoca, nella quale lui stesso considerava quella gara invalidata a priori per l’effettiva impraticabilità del campo. Non basta: le testimonianze di De Prà, che lamentava la presenza di fascisti a ridosso del prato, sono accostate e quindi smentite dal suo stesso compagno di squadra De Vecchi”.

[…]

Insomma una vicenda, non l’unica peraltro, che entra in quel ginepraio ormai conosciuto come “Titoli contesi”. Un moltiplicarsi di revisionismi storici per i quali la Federazione ha istituito una commissione di studi presieduta dal giornalista Matteo Marani, chiamata a emettere un “giudizio” per nulla facile.

L’articolo integrale è pubblicato su “la Repubblica – Bologna” del 24 giugno 2019

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