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I festeggiamenti del Cagliari Tricolore negli spogliatoi

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GLIEROIDELCALCIO.COM – Torniamo allo scudetto del Cagliari e agli istanti subito dopo il termine della partita con il Bari all’Amsicora. I calciatori cercano di guadagnare lo spogliatoio, dopo l’assalto festoso del pubblico cagliaritano. E poi? Cosa è successo negli spogliatoi? Troviamo una parziale riposta in questo articolo de Il Messaggero Sardo delI’Aprile del 1970 a firma Antonello Madeddu.

“I giocatori hanno festeggiato sul campo al termine di quel Pianti, urla champagne e torte in faccia: in questo crescendo dirigenti, tecnici e giocatori del Cagliari hanno festeggiato per due giorni la conquista dello scudetto tricolore. È stato un crescendo sviluppatosi naturalmente, man mano che la tensione nervosa accumulata lungo tutto questo difficilissimo campionato andava sciogliendosi per far posto alla sensazione di gioia, di felicità per il traguardo raggiunto.

Le lacrime e le urla hanno caratterizzato la festa negli spogliatoi subito dopo la conclusione della partita col Bari. Riva e compagni sono rientrati negli spogliatoi con gli occhi gonfi di lacrime. L’emozione per questa realtà tricolore che era stata lungamente accarezzata è stata troppo forte per tutti. Gente come Domenghini che passava per un “freddo”, o gente come Riva che viene considerato una roccia, non è riuscita a reggere nel momento in cui il sogno di un anno prendeva forma e consistenza. Non ha retto neppure Scopigno che pure passa per uno che le cose della vita riesce a vederle attraverso il filtro della saggezza e che riesce a dare ad ogni cosa la sua giusta dimensione. Negli spogliatoi ha pianto anche lui, come un ragazzino qualunque. Ha ripreso comunque ben presto la padronanza dei propri sentimenti e quando qualcuno gli ha fatto osservare che aveva le gote rigate dalle lacrime ha detto che gli era stata versata dell’acqua in testa. Non sapeva che aveva anche gli occhi rossi e gonfi.

Hanno pianto tutti ed è stata la reazione umana, naturale ad un campionato intero di tensioni, di timori, di preoccupazioni. Una reazione che ha portato Riva e compagni, visti solitamente come dei mostri sacri, su un piano umano, rendendoli simili a tutti noi. Con tutte le debolezze che manifestiamo di fronte a una cosa troppo bella, lungamente accarezzata, che diventa d’improvviso realtà.La seconda fase è stata quella delle urla, delle esplosioni di entusiasmo. Superata l’emozione del primo momento i giocatori del Cagliari, Arrica e tutti gli altri dirigenti, si sono abbandonati a manifestazioni di entusiasmo che si sono manifestate sotto forma di urla che avevano ben poco di umano, salti sulle panche degli spogliatoi, abbracci collettivi. Il tutto condito con espressioni e gesti coloratissimi. Tipico quello di Domenghini che ha voluto dedicare (si fa per dire!) questa vittoria all’Inter in generale ed a Fraizzoli in particolare. Anche nel momento in cui consumava la sua tremenda vendetta Domenghini non è riuscito a dimenticare l’affronto fattogli l’estate scorsa dai dirigenti nerazzurri che ritennero di potersi liberare di lui come di uno scartino qualsiasi. La terza fase dei festeggiamenti dei rossoblù va divisa in due parti. La prima parte si è svolta domenica notte, a tarda ora, in casa di Andrea Arrica dove si sono riuniti tutti i giocatori scapoli, più Manlio Scopigno. La seconda parte è quella che si è conclusa con le torte in faccia. Era il banchetto con cui la società intendeva festeggiare ufficialmente con i giocatori lo storico evento”.

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