Edoardo Bortolotti: storia di un calciatore sfortunato - Gli Eroi del Calcio
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Edoardo Bortolotti: storia di un calciatore sfortunato

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(STORIEDICALCIO.ALTERVISTA.ORG – Foto STORIEDICALCIO.ALTERVISTA.ORG)

Riprendiamo un bell’articolo dal sito Storiedicalcio.org nel quale si racconta la poco conosciuta storia di Edoardo Bortolotti, un promettente giocatore del Brescia scomparso nel ’95.

[…] Edoardo Bortolotti […] Era stato calciatore, anche bravo, dicono. Una promessa. Cinquanta gare in B e dieci in A, duecento milioni di lire d’ingaggio ed un avvenire certo.

[…] La mattina del 2 settembre 1995 alle 9,30, dopo essersi svegliato, gira per l’ultima volta la sua abitazione di Gavardo, il paese dov’era nato e viveva, guardando bene che papà a mamma (in quel momento in paese per delle commissioni) non potessero fermarlo. Tornato nella sua camera, al secondo piano di un condominio del centro, in mutande e maglietta si lancia nel vuoto. Non ha urlato, Edo.

[…] Bortolotti, nato a Gavardo l’8 gennaio del 1970, era cresciuto nelle file del Brescia. Difensore esterno dal fisico possente e dalle doti tecniche non indifferenti, a nemmeno 18 anni, il 1° novembre 1987, debutta in prima squadra a Bari. Dopo una stagione di apprendistato a Trento, torna al Brescia da titolare fisso.

[…] Il 28 aprile del ’91, viene trovato positivo all’antidoping dopo un Brescia-Modena […] tracce di cocaina.

[…] Il nome del terzino del Brescia era così finito in prima pagina. Con coraggio si era subito autoaccusato. […] La sentenza della Commissione disciplinare […] fiacca il morale di Bortolotti e fa sfumare la trattativa che lo avrebbe portato alla Roma per la bella cifra di 6 miliardi.

[…] Risalito il Brescia in A, il ragazzo di Gavardo pare destinato al rientro. Ma la frattura al perone è più cattiva del previsto (due operazioni) e lui, carattere già chiuso di natura, si isola sempre di più. […] Inoltre non sopporta i continui rimproveri dell’allenatore Lucescu, i ritiri, gli allenamenti pesanti: «Troppo stress, dico basta al calcio», annuncia nell’estate del ’93. La soluzione sembra arrivare poco dopo, quando il Palazzolo, società della provincia, allora in serie C1, gli offre un posto. Sembra l’ambiente ideale per lui, tranquillo e sereno. Ma dura solo quattro partite e un giorno va alla sede del Brescia e anche se il contratto lo garantisce per altri due anni confessa che non ce la fa più.

“Io sono un calciatore. E per farlo nel migliore dei modi ho bisogno di tranquillità, di un ambiente senza pressioni, che non mi soffochi con ritiri lunghi e noiosi, con videocassette e cose di questo genere»

 

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