Fenomeno Sinner, Alcaraz trema: Carlos nella bufera - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Fenomeno Sinner, Alcaraz trema: Carlos nella bufera - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Sinner e Alcaraz, due eroi a confronto che si scontrano puntualmente a suon di colpi di racchetta. Lo spagnolo però ora trema e finisce nella bufera
Wimbledon è stato per Jannik Sinner ciò che Itaca fu per Ulisse: il punto di approdo di un viaggio epico, segnato da crescita, cadute e trionfi. Il ragazzino dai riccioli rossi che un tempo si allenava tra le montagne dell’Alto Adige è oggi l’uomo che ha domato l’erba del Centre Court, conquistando il suo secondo Slam stagionale dopo l’Australian Open. Un’impresa che non solo lo ha consacrato come numero uno del mondo, ma che ha sancito il passaggio definitivo da promessa a dominatore assoluto del tennis contemporaneo. E come ogni eroe classico, Sinner sa che il viaggio non è ancora finito. Perché all’orizzonte c’è l’ultimo grande ostacolo: gli Us Open, il quarto Slam stagionale, la terra del cemento dove tutto può compiersi. Un’eventuale vittoria a Flushing Meadows significherebbe il terzo Slam del 2025, un bottino da fuoriclasse che metterebbe a tacere ogni residuo dubbio sulla sua leadership. Attualmente Jannik guida il ranking con un vantaggio abissale: 3430 punti di margine su Carlos Alcaraz. Un distacco che non solo fotografa lo stato attuale, ma prefigura un dominio destinato a durare.
Il piano è già in atto: Sinner ha deciso di saltare il Masters 1000 di Toronto, torneo a lui caro e vinto nel 2023, per recuperare pienamente da un fastidio al gomito. Una scelta di maturità e visione, tipica di chi sa pianificare una stagione come una campagna militare. Obiettivo: presentarsi a Cincinnati (7-18 agosto) al massimo della forma, per poi lanciarsi verso New York con una sola missione in testa: chiudere il cerchio e affermare definitivamente il proprio regno.
Mentre Carlos Alcaraz fa discutere la Spagna per le sue scelte extracampo – cocktail, party e poca concentrazione – Jannik Sinner costruisce il proprio impero silenziosamente, con metodo e disciplina. Dopo la fatica londinese e la finale di Wimbledon, il campione altoatesino si è concesso qualche giorno di respiro nella lussuosa cornice di Porto Cervo, ospite dello Yacht Club di Cala dei Sardi e in visita all’eliporto di Villa La Contra. Ma le vacanze, per lui, sono solo una parentesi controllata. Niente eccessi, solo mare, privacy e un recupero intelligente. Poi sarà Montecarlo, il suo quartier generale, a ospitare la ripresa degli allenamenti sotto lo sguardo attento di Simone Vagnozzi e Darren Cahill. Una settimana di lavoro mirato, con focus specifico sulla transizione dall’erba al cemento, prima della partenza per il tour americano. Intanto, in silenzio, il gomito migliora e la condizione atletica viene cesellata nei dettagli.

Alcaraz, al contrario, accumula critiche per una gestione poco rigorosa della pausa tra i tornei. Le immagini di feste e drink non sono piaciute né ai tifosi né ai media spagnoli, che cominciano a interrogarsi sulla sua reale fame di vittorie. Perché mentre Sinner si ricarica con l’obiettivo di blindare il numero 1 e vincere il quinto Slam in carriera, Carlitos appare distratto, quasi appagato. E nel tennis moderno, l’equilibrio si gioca tutto lì: sulla capacità di lavorare nel silenzio, quando nessuno guarda. Jannik lo sa. E con quella sua solita camminata leggera e lo zainetto Nike, ha già iniziato a scalare un altro picco. Lo sguardo fisso su New York. Il finale del suo viaggio è ancora da scrivere. Ma i presupposti per far tremare Alcaraz – e tutti gli altri – sono più solidi che mai.
