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Gino Stacchini racconta Sivori

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CORRIEREROMAGNA.IT (Filippo Fabbri) – Gino Stacchini, è nato a San Mauro Pascoli (Forlì-Cesena) nel 1938, entra nel settore giovanile della Juventus prima di esordire in prima squadra il 1° aprile 1956. Con la Juventus vince quattro scudetti (1958, 1960, 1961 e 1967) e tre coppe Italia (1959, 1960 e 1965), e vanta sei presenze e tre reti in Nazionale.

CORRIEREROMAGNA.IT lo ha intervistato, di seguito un estratto in cui descrive Sivori:

“[…] Omar era un giocatore che amava giocare palla bassa, esaltava la tecnica, come attaccante gli piacevano le alchimie. Sivori non amava la palla alta, anche per via dei suoi centimetri. Io ero uno di quelli che riusciva a realizzare i suoi desideri, nello scambio e negli inserimenti”

Un aneddoto tra voi due?

«In un Inter-Juve siamo sotto di 2 reti, con uno scatto d’orgoglio pareggiamo e mio è il gol del 2-2. Poi il nostro portiere rilancia, prendo palla e in palleggio arrivo nei pressi dell’area, il pubblico applaude. Sivori, ingelosito, chiama la palla: per un minuto ce la siamo scambiata senza che i nerazzurri la toccassero».

È vero che la formazione la facevano Sivori e Boniperti?

«Erano i due capi occulti di quella squadra. A turno avevano ascendenza a seconda dell’allenatore che c’era. Per dire, con Cesarini era Sivori a dettare il canovaccio del gioco, con Monzeglio era Boniperti. È un po’ oggi quello che avviene con un giocatore come Cristiano Ronaldo: se vuole qualcuno in campo dubito che Pirlo non lo ascolti».

Sivori è il più grande giocatore con cui ha giocato?

«Per tecnica, estro e fantasia certamente. Come realizzatore e potenza dico Charles. Come movimento e sacrificio, Del Sol. Ogni calciatore ha una sua specificità in campo».

Il giocatore più forte che ha incontrato?

«Non ho dubbi: Di Stefano, incontrato con Real Madrid e nazionale. Era già moderno allora, un giocatore-squadra che sapeva fare tutto, destro e sinistro uguali, movimenti giusti, fisicità. Per me è stato più forte di Pelè».

Anno 1958: Sivori viene a San Mauro con la Juventus.

“Rientrava nell’accordo per il mio passaggio ai bianconeri. Adesso ai calciatori vanno milioni di euro, allora si metteva a contratto un’amichevole tra la Juve e una rappresentativa romagnola giocata a Rimini. Il passaggio della Juve a San Mauro fu un evento storico. Ricordo la cena all’allora Casa del Fascio, un tifoso interista lanciò un brindisi: “tifosi juventini si nasce”. Il cibo non era tanto in quel periodo, una bella mangiata valeva il cambio di casacca […]”

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