Storie di Calcio

Gli esordi del giovane Vieri

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Andrea Gioia)

Ecco il Viericiclone

Che Christian Vieri avesse qualcosa di speciale lo si era capito fin dalle giovanili, quando quel ragazzone venuto dall’Australia aveva saputo mantenere una media gol a dir poco strabiliante. A soli 18 anni, lo stesso Mondonico aveva deciso di inserirlo nel gruppo dei grandi, sicuro delle qualità di quel timidone figlio di una icona del calcio anni ’70.

“Al Filadelfia, al sabato, c’era tutta la gente a vedere questo ragazzo un pò grezzo, dalla grande forza, dalla grande elevazione, dal grande tiro, magari con poca tecnica di base ma dal grande spirito”. (1)

Bob Vieri, suo padre, era stato il classico centrocampista “genio e sregolatezza”, amato dalle tifoserie di Juventus, Sampdoria, Roma e Bologna. Poi Bob era emigrato in Australia insieme a moglie e figli e Christian aveva lasciato la sua toscana a soli 5 anni.

Gli inizi di Vieri erano stati con il Marconi, formazione del padre che militava nel campionato australiano. Poi, a soli 15 anni, la partenza in solitaria direzione Prato, la città dove viveva suo nonno, portiere nel decennio ’40.

Vieri voleva sfondare nel calcio e, per questo, aveva deciso di partire dalla terra dei canguri, da solo, per inseguire un sogno. Poi, dopo soli due mesi, il ritorno dall’altra parte dell’oceano, perché la nostalgia di casa era troppa. Ma il dietro front era cosa naturale e così c’era stato il definitivo trasferimento in Italia.

Mondonico lo aveva visto nella Primavera e lo aveva convocato per la partita d’andata di Coppa Italia, il 30 Ottobre, contro la Lazio. Quel 1991 sarà un anno indimenticabile con un gol di testa dopo uno stacco imperioso dal limite dell’area che si era insaccato sotto l’incrocio destro della porta difesa da Fiori.

Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport di qualche giorno dopo, il mister di Rivolta D’Adda dichiarerà:

“A Bob ho detto prima di scendere in campo che l’avermi costretto a consegnargli la maglia da titolare era già per lui una vittoria. Adesso è importante lasciarlo tranquillo perché sono convinto che sia un ragazzo con i piedi per terra, con la testa sulle spalle. […] E’ arrivato tardi […] ma in pochi mesi ha fatto passi da gigante”. (2)

Christian rimarrà soltanto quella stagione in maglia granata, prima di partire alla volta di Pisa prima e di Ravenna poi. Un calciatore unico, un talento paragonabile a due campionissimi del calibro di Riva e di Chinaglia che segnerà un ventennio del calcio italiano.

(1) Fonte YOUTUBE

(2) Fonte LA GAZZETTA DELLO SPORT (1° Novembre 1991)

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