La panchina già traballa: così arriva Thiago Motta - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
La panchina già traballa: così arriva Thiago Motta - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Dopo l’esonero della Juventus lo scorso marzo, con l’avvento di Igor Tudor sulla panchina bianconera, Thiago Motta ha vissuto un periodo di inattività che ha fatto il paio con un curriculum da ex protagonista.
Il tecnico italo-brasiliano ha infatti centrato risultati storici con il Bologna, guidando i rossoblù alla qualificazione in Champions League dopo più di cinquant’anni, un traguardo di prestigio in grado di segnare una svolta per il club e per la carriera del suo allenatore. Nonostante l’ambientamento a un contesto così ambizioso come quello bianconero abbia messo in luce le difficoltà di gestire uno spogliatoio di altissimo profilo, le qualità tattiche di Motta restano innegabili. A Bologna ha infatti dato forma a una squadra intensa sul piano fisico e fluida sul piano del gioco, capace di conciliare organizzazione difensiva e coraggio offensivo.
In un contesto “aristocratico” e pressante come quello della Continassa, tuttavia, le aspettative – anche in virtù del pedigree del club – hanno giocato un ruolo determinante, e l’incapacità di centrare gli obiettivi prefissati ha portato all’interruzione del rapporto. Ora Thiago Motta potrebbe trovarsi dinanzi alla necessità di rimettersi in gioco su un palcoscenico di grande rilievo internazionale. Le situazioni aperte in Premier, La Liga e Serie A rappresentano un’opportunità concreta, soprattutto per un coach pronto a dimostrare di poter replicare il successo bolognese in contesti caratterizzati da una pressione continua e da ambizioni europee.
Nelle ultime settimane l’Arsenal è tornata sotto i riflettori per motivi diversi. I murales fuori dall’Emirates Stadium sono stati imbrattati con la scritta “Arteta Out”, sintomo di una significativa frustrazione da parte dei tifosi. Pur avendo portato una Coppa d’Inghilterra (2019) e due Community Shield (2020 e 2023), il manager spagnolo è finito nuovamente sotto accusa perché la grande aspettativa – quella del titolo in Premier – continua a mancare dal 2004. È palpabile la tensione che sale tra i supporter: la sensazione è che, dopo sei anni di crescita, i margini di miglioramento si siano ridotti e che solo uno scudetto possa restituire serenità al progetto. La dirigenza, però, al momento mantiene la fiducia in Mikel Arteta, ritenendolo il profeta giusto per completare il percorso intrapreso e trasformare l’Arsenal in una vera potenza in campionati come quello inglese, segnati da rivalità accese e risorse senza fondo.

Se però sboccerà qualche altra delusione importante, il club potrebbe guardare altrove, e Thiago Motta sarebbe un nome sul taccuino. Il suo ottimo curriculum, la capacità di guidare formazioni in crescita e il carisma nel mantenere gruppo e obiettivi condivisi lo rendono candidato non scontato ma interessante. Non avendo ancora allenato un club dal blasone europeo dell’Arsenal, avrebbe ovviamente bisogno di costruire autorevolezza, ma il recente successo bolognese è uno specchietto d’oro per una realtà che ambisce a tornare sulla vetta. Al momento le possibilità restano basse: la scelta societaria di confermare Arteta è supportata dalla sua storia recente e dall’investimento già fatto nel suo percorso di crescita. Tuttavia, se le ambizioni non verranno colmate al ritorno in campo, Thiago Motta sarà pronto ad accettare la sfida.
