Non si gioca, ufficiale: rinviata la partita del campionato italiano - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Non si gioca, ufficiale: rinviata la partita del campionato italiano - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
L’ufficialità ha scosso il mondo del calcio. La partita è stata ufficialmente rinviata, complici le ultime evoluzioni di un disastro già annunciato.
Da qualche tempo il calendario calcistico italiano sembra un organismo instabile, esposto a continue mutazioni che non hanno sempre a che vedere con la fisiologia dello sport. Rinvi, slittamenti, incastri da risolvere tra competizioni e impegni internazionali: una dinamica nota, inevitabile nelle stagioni più dense. Ma ciò che sta accadendo nei campionati professionistici è qualcosa di diverso, più profondo, quasi strutturale. Il calendario non è più scandito soltanto da esigenze sportive, bensì dalle fragilità di un sistema che vive sotto costante minaccia: fallimenti, liquidazioni, penalizzazioni, fideiussioni non valide, stipendi e contributi mancati, decreti dei tribunali che si insinuano come fendenti in mezzo alla settimana calcistica. Il 2025 ha segnato uno dei momenti più critici degli ultimi anni. Club storici hanno visto sgretolarsi le proprie fondamenta, altri hanno resistito per settimane con un equilibrio apparente, salvo poi precipitare all’improvviso. La Serie C, in particolare, vive una stagione che a tratti sembra più una lotteria amministrativa che un torneo sportivo. Presenze in campo alternate a udienze in tribunale; società che annunciano piani di rilancio al mattino e la sera stessa ricevono un deferimento; altre ancora che vengono travolte da penalizzazioni tali da compromettere mesi di lavoro sul campo.
Il caso Brescia, escluso dal professionismo dopo 114 anni di storia, ha rappresentato un’epifania dolorosa: se può cadere una società così importante, nessuna piazza può sentirsi davvero al sicuro. La Lucchese, dichiarata fallita e costretta a ripartire dai dilettanti; la Triestina, piagata da una raffica impressionante di punti di penalizzazione; il Foggia, oscillante tra deferimenti e ricorsi. E poi i casi della quotidianità, meno appariscenti ma altrettanto corrosivi: fideiussioni respinte, stipendi non pagati, reparti contabili che diventano l’ago della bilancia per una stagione intera. In questo scenario instabile, il calendario è la vittima secondaria ma più visibile. Le date ondeggiano, le programmazioni si accartocciano, le società avversarie si ritrovano a preparare partite che alla fine non giocheranno.
È in questo contesto che va inserito quanto accaduto nelle ultime ore: Rimini-Torres non si giocherà. Non per una perturbazione, né per proteste o motivi di ordine pubblico. Semplicemente, il Rimini non esiste più come società professionistica: è stata messo in liquidazione, i giocatori sono stati svincolati automaticamente, l’attività agonistica si è dissolta come un castello di sabbia sommerso dalla marea. I numeri delineano la profondità del tracollo: oltre 4 milioni e mezzo di euro di debiti, una penalizzazione pesante, una situazione amministrativa ormai ingestibile. Il club romagnolo, stretto tra scadenze impossibili e promesse di ricapitalizzazione mai concretizzate, non ha trovato altra strada che la resa. Una fine annunciata, maturata nel silenzio delle ultime settimane e diventata ufficiale alla vigilia della gara contro la Torres.

Durante la riunione del GOS, nella mattina del 26 novembre, è arrivata la conferma definitiva: la partita non avrà luogo. Nessuna prenotazione da parte della Torres, nessun segnale che potesse far immaginare una trasferta in Romagna. Solo attesa del comunicato della Lega Pro, che certificherà un altro tassello di una stagione già costellata da contorsioni amministrative. Gli effetti sulla classifica non sono un dettaglio: la Torres scivola ultima a quota 8, mentre chi aveva battuto il Rimini vede ridursi il proprio margine. Bra a 10, Pontedera e Perugia a 12, Livorno a 14. Un domino sportivo che parte fuori dal campo ma colpisce in pieno il torneo. Il Rimini, invece, si avvia verso la rifondazione. Una nuova società nascerà probabilmente tra i dilettanti, come già accaduto a tante piazze prima di lei.
