Per Gasperini non è più della Roma: mandato via, decisione presa - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
Per Gasperini non è più della Roma: mandato via, decisione presa - Glieroidelcalcio.com (screen Youtube)
La pazienza non è mai stata uno dei pregi di Gasperini, ma stasera l’ex Atalanta ha preso una decisione: lo manda via immediatamente.
C’è un filo che unisce molte delle squadre che ambiscono alle prime posizioni in classifica: la difficoltà cronica nel trovare continuità offensiva. È un problema trasversale, quasi una maledizione che in questa stagione sembra aver colpito ogni big, con una sola eccezione evidente: l’Inter di Cristian Chivu, trascinata dalla doppietta di Lautaro Martinez contro il Pisa e da un rendimento costante dei suoi uomini d’area. Per il resto, la sensazione è che gli attacchi titolari delle squadre di vertice stiano vivendo una fase di inceppamento collettivo, fatta di gol mancati, movimenti poco incisivi e un generale senso di sterilità negli ultimi trenta metri. La Roma di Gian Piero Gasperini non fa eccezione, e anzi ne è una delle rappresentazioni più evidenti. La sconfitta interna contro il Napoli è stata un campanello d’allarme, ma più che il risultato in sé a preoccupare è la scarsa incisività offensiva mostrata. La squadra ha creato, ha provato a spingere, ma raramente ha dato la sensazione di poter far male in modo organizzato. È un problema ormai ciclico, che si ripresenta ogni volta che i giallorossi si trovano a gestire una partita contro un avversario di livello.
Stavolta, però, Gasperini potrebbe aver perso definitivamente la pazienza. Al termine della gara dell’Olimpico, l’ex tecnico dell’Atalanta non si è nascosto dietro formule diplomatiche: il problema dell’attacco è reale, profondo e non più rimandabile. La Roma ha necessità di trovare immediatamente un riferimento offensivo che possa garantire presenza in area, profondità e soluzioni continue. Il processo di crescita tattica impostato da Gasperini non può reggersi senza una punta in grado di trasformare il volume di gioco in numeri concreti. Ed è qui che, mentre la Roma deve ancora vincere uno scontro diretto in 13 giornate, il discorso si intreccia inevitabilmente con il caso Evan Ferguson.
Quando la Roma ha scelto di puntare su Evan Ferguson, lo ha fatto con l’idea di scommettere su un talento giovane, fisico, con margini di crescita e il profilo perfetto per un progetto a lungo termine. Arrivato dal Brighton in prestito con diritto di riscatto, il centravanti irlandese rappresentava un’occasione intrigante per provare a rilanciare un giocatore che, appena due anni fa, veniva considerato uno dei prospetti più brillanti della Premier League. La realtà, però, si è rivelata molto diversa dalle aspettative. Ferguson non ha mai ingranato: pochi tiri, poca presenza, pochissime soluzioni utili nello sviluppo offensivo. La Serie A si è rivelata più ostica del previsto, fisicamente esigente, tatticamente complessa, e il suo impatto è stato via via sempre più evanescente. Il gol segnato alla Cremonese sembrava poter rappresentare la svolta, ma è rimasto un episodio isolato.

La gara contro il Napoli ha certificato il punto più basso della sua avventura giallorossa. Gasperini lo ha sostituito all’intervallo, una scelta che in un contesto così delicato rappresenta molto più di una bocciatura tecnica: è un messaggio. Un modo per dire che la fiducia sportiva nei confronti dell’attaccante è ormai ai minimi termini, se non esaurita. All’Olimpico, Ferguson è apparso lento, avulso dal gioco, incapace di offrire una soluzione in profondità o di occupare l’area con efficacia. La conseguenza è inevitabile: a gennaio la Roma cercherà una punta, e Ferguson verrà rispedito al mittente salvo ribaltoni dell’ultimo minuto. Il primo nome in cima alla lista è Joshua Zirkzee, reduce da una stagione e mezza complicata al Manchester United e desideroso di rilanciarsi. L’altro profilo monitorato è Franculino, punta guineana del Midtjylland, che da mesi attira l’interesse degli osservatori giallorossi per fisicità e intuiti offensivi. Non manca però la concorrenza, perché su entrambi i giocatori stanno lavorando Milan e Juventus, entrambe alla caccia di un attaccante che possa dare profondità e alternative concrete.
