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Scudetto 1915 – L’avv. Mignogna: “La Lazio fu discriminata”

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L’avv. Gian Luca Mignogna, che ricordiamo essere il promotore dell’iniziativa per l’assegnazione ex aequo dello Scudetto 1915 a Genoa e Lazio, ha integrato la documentazione già depositata in Figc in vista dell’emissione del parere della Commissione Storica nominata dal Consiglio Federale il 30 maggio 2019. L’obiettivo dell’avvocato è dimostrare che la Lazio fu vittima di un “grave pregiudizio territoriale”.

La tesi di Mignogna riportata oggi da Tuttosport:

Riforma 31 agosto 1912, la Figc approva il “Progetto Valvassori-Faroppa” che ammetteva al Campionato di Prima Categoria le squadre centro-meridionali e decretava come il titolo di Campione d’Italia si sarebbe assegnato con una Finale Nazionale da disputarsi tra la squadra Campione del Nord e quella Campione del Centro-Sud.

A tal proposito Mignona dice: “Tale riforma fu approvata nonostante l’ostracismo dei club settentrionali, ma si rivelò comunque pregiudizievole dei diritti di “par condicio’ dei club centro-meridionali, poiché la squadra Campione del Centro-Sud risultava suo malgrado costretta a sospendere la propria attività agonistica per mesi in attesa di conoscere la vincitrice settentrionale e, pertanto, a disputare la Finalissima Nazionale in condizioni di forma certamente impari rispetto a quelle della propria avversaria […] “

Successivamente la Figc stabilì che per la stagione 1914-15:

1) al Girone Finale dell’Italia Centrale fossero finalmente ammesse le prime due classificate del Girone Toscano e le prime due classificate del Girone Laziale.

2) fu prevista la conclusione contestuale del campionato settentrionale e del campionato centro-meridionale;

3) in data 23 Maggio 1915 si sarebbero definite date e termini della Finalissima Nazionale per l’assegnazione dello Scudetto.

Il 22 Maggio 1915 la FIGC sospende i campionati per la guerra “con la conseguenza – continua Mignogna – che la Finalissima Nazionale 1914-15 non fu mai più disputata e la Lazio tornò a subire il pregiudizio del “settentrionalismo” dell’epoca poiché, in circostanze tuttora ignote ed in difetto di ogni requisito formale, il Genoa risulto successivamente aggiudicatario d’ufficio del titolo di Campione d’Italia 1914-15 senza alcun presupposto di ordine sportivo e senza alcuna delibera di ordine federale […] .

Conclude l’avv Mignogna affermando che “Fino a prova contraria nello sport soltanto il campo di gioco e la disputa di match in condizioni di “par condicio” agonistico-regolamentaria possono determinare il risultato e l’esito di una competizione, come chiaramente è dato evincersi dal buon senso e dai più basilari principi olimpici. La storiografia tradizionale successiva al Campionato di Prima Categoria 1914-15, al contrario, ha sempre tentato di giustificare la presunta assegnazione d’ufficio del titolo di “Campione d’Italia 1914-15” al Genoa sulla base di censurabili considerazioni a carattere discriminatorio, antisportivo e aprioristico […]”.

 

 

Articolo pubblicato su Tuttosport del 9 ottobre 2019 dove potete trovare l’articolo integrale

Foto articolo: Copertina del libro “Lo scudetto spezzato” di Emiliano Foglia

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