Dolore improvviso per Jannik Sinner (Foto IG @janniksin - glieroidelcalcio.com)
Dolore improvviso per Jannik Sinner (Foto IG @janniksin - glieroidelcalcio.com)
Per Jannik Sinner e per tutta una comunità è arrivato un dolore che nessuno si aspettava, un colpo al cuore che lascia senza parole.
Certe sconfitte non si misurano soltanto con i punti in classifica o con i titoli mancati. A volte la vita presenta conti ben più salati, e allora anche una finale persa o un sorpasso nel ranking diventano dettagli che passano in secondo piano.
Jannik Sinner, reduce da una caduta dolorosa sul campo degli US Open contro Carlos Alcaraz, non poteva immaginare che nei giorni successivi avrebbe dovuto affrontare un dolore ben più profondo, di quelli che scavano dentro e non si rimarginano facilmente.
La città si è stretta intorno a lui, perché quando un’intera comunità piange non c’è distinzione tra campioni e tifosi. Il rosso della sua maglia e quello degli occhi rigati di lacrime si confondono in un unico abbraccio collettivo. Senza ombra di dubbio, la sconfitta sportiva ha fatto male, soprattutto per il sorpasso di Alcaraz che lo ha riportato in vetta al ranking relegando Sinner al secondo posto. Però, la vita ha subito imposto una nuova e più dura sfida, che niente ha a che vedere con il tennis. Una perdita che seppur non personale, conoscendo la sensibilità di Sinner, non lo avrà lasciato indifferente.
Domenica 21 settembre, infatti, se n’è andato Matteo Tomasello. Aveva soltanto 17 anni e un’intera vita davanti. La sua battaglia era cominciata circa venti mesi fa, quando i medici gli avevano diagnosticato un tumore cerebrale.

Un male aggressivo, capace di spegnere il respiro e piegare anche i più forti. Matteo, però, non aveva mai smesso di sperare. Si aggrappava al futuro con la stessa determinazione con cui un atleta rincorre la palla all’ultimo scambio. Nonostante la sofferenza, guardava avanti, immaginava il giorno in cui avrebbe potuto dire di avercela fatta.
I suoi sogni erano due, semplici e immensi allo stesso tempo: diventare architetto e seguire le orme del suo idolo Jannik Sinner. Guardava le partite del tennista altoatesino con gli occhi pieni di ammirazione, convinto che la forza e la concentrazione di Sinner fossero un esempio da portare anche nella sua battaglia personale. Nel suo cuore si intrecciavano progetti di studio e il desiderio di impugnare una racchetta per sentire, almeno una volta, l’adrenalina di una sfida vera.
La notizia della sua morte ha lasciato tutti sgomenti. Non si è mai pronti a salutare un ragazzo così giovane, eppure la comunità ha trovato la forza di stringersi intorno alla famiglia Tomasello. È in questi momenti che il tennis, i ranking, le vittorie e le sconfitte sembrano perdere importanza, perché l’unico punto che davvero conta è quello della vita. Sinner lo sa bene, e questo dolore, così vicino e così grande, pesa più di qualsiasi trofeo mancato. Matteo se n’è andato, ma la sua forza e i suoi sogni non saranno dimenticati. Perché quando un giovane lotta fino all’ultimo respiro, lascia un segno che nessuna classifica potrà mai cancellare.
