Sinner, ma che fai? Per Djokovc è la fine - Glieroidelacalcio.com (screen Youtube)
Sinner, ma che fai? Per Djokovc è la fine - Glieroidelacalcio.com (screen Youtube)
Dopo gli Us Open sembrava tutto finito per Sinner, invece il talento azzurro ha rialzato la testa. A Parigi l’altoateisno ha dato una mazzata a Djokovic.
A Parigi non c’è stata partita. Dopo aver travolto Alexander Zverev con un netto 6-0 6-1, Jannik Sinner ha completato il capolavoro battendo anche Felix Auger-Aliassime e conquistando così il suo primo Masters 1000 di Parigi, il primo in assoluto per un tennista italiano nella storia del torneo. Una settimana perfetta, chiusa con una prestazione monumentale che conferma come il 2025 resti l’anno d’oro della “Volpe Rossa”. Sul cemento indoor, ormai, l’altoatesino è semplicemente ingiocabile: precisione chirurgica al servizio, timing perfetto nei colpi da fondo e quella freddezza che solo i veri campioni sanno mantenere nei momenti chiave. Il successo nella capitale francese, arrivato dopo il trionfo a Wimbledon e la finale al Roland Garros, proietta Sinner in una dimensione definitiva: quella del fuoriclasse assoluto.
La sua supremazia sull’indoor è ormai indiscussa, come testimoniano i 27 successi consecutivi su questa superficie, un filotto che lo pone al livello dei giganti di ogni epoca. Anche in un torneo storico come il Rolex Paris Masters, l’altoatesino ha riscritto i confini di un tennis che, fino a pochi anni fa, sembrava inarrivabile per gli azzurri. Ma la vera impresa, quella che consacra il campione oltre i titoli, è arrivata con le cifre. Perché a Parigi, oltre al trofeo, Sinner ha toccato un traguardo simbolico: le 400 partite da professionista. E proprio lì, tra i numeri e le statistiche, si nasconde la grandezza di un giocatore che ha già messo in fila nomi che hanno fatto la storia del tennis mondiale.
Con 314 vittorie nelle prime 400 partite ATP, Jannik Sinner ha superato campioni del calibro di Novak Djokovic, Daniil Medvedev, Pete Sampras e persino Roger Federer. Il serbo, a parità di incontri, si era fermato a 301 successi, mentre Medvedev a 280. Dati che raccontano la costanza e l’efficienza dell’azzurro, capace di mantenere una percentuale di vittorie da record fin dai primi passi nel circuito maggiore. Ma la lista diventa ancor più impressionante se si guarda al passato. Dopo 400 incontri, Sinner vanta più successi di Bjorn Borg (306), Stefan Edberg (305), Pete Sampras (299), Andre Agassi (293) e Roger Federer (286). Solo leggende come Jimmy Connors (335), John McEnroe (330), Rafael Nadal (326) e Ivan Lendl (323) hanno saputo fare meglio.

Il dato più sorprendente, tuttavia, è la progressione con cui Sinner ha costruito questo primato: 63 vittorie nei primi 100 match, 75 nei successivi, 85 tra il 201° e il 300°, e ben 91 nelle ultime 100 partite. Un trend che dimostra la crescita inarrestabile di un atleta capace di migliorarsi di anno in anno, di settimana in settimana, fino a diventare il simbolo di una generazione. Numeri, titoli e prestazioni che parlano da soli. Con il trionfo a Parigi e l’ennesimo record personale, Sinner non è più soltanto il miglior tennista italiano di sempre: è un punto di riferimento mondiale che si è ripreso la vetta del ranking. Ora testa alle Finals di Torino, dove Jannik dovrà difendere i punti dello scorso anno.
