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La Penna degli Altri

La storia di Gianfranco Zola

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(QUATTROTRETRE.IT di Davide Morganti – Foto WIKIPEDIA)

Il sito Quattrotretre racconta la storia di Gianfranco Zola, un calciatore che ha conquistato l’Inghilterra partendo dalla Sardegna. Ecco un estratto.

[…] A Oliena, provincia di Nuoro, è nato Zola. […] Qui il piccolo Gianfranco si allenava con il pallone contro un muro su cui aveva disegnato una porta di calcio, lui scendeva da casa sua, in via Italia 70, e passava ore e ore a colpire la palla.

[…] La tecnica raffinatissima del sardo viene anche da questa necessità, il suo stato di bisogno sul campo lo costrinse a raggiungere l’abilità di Ulisse. Quando nella sua vita arrivò l’allenatore Zomeddu Mele – il piccolo Zola nel frattempo era passato alla Corrasi – invece di dirgli che il pallone per lui non era cosa, lo mandò ad allenarsi nella palestra del  pluricampione italiano di sollevamento pesi Nardino Masu, che lo aiutò a mettere massa. Zomeddu e Nardino, con la fatica della palestra e del campo, entrarono nel corpo di Zola e aumentarono la sua convinzione nel voler diventare un calciatore, pure se non era alto e grosso.

[…] Imparò anche il judo per istruirsi su come cadere, per capire meglio il suo corpo. […] Intanto giocava e giocava sempre meglio, però al Cagliari lo scartarono: troppo piccolo fisicamente. […] Nuorese e poi Torres lo accolsero, invece.

[…] Venne acquistato dal Napoli, nel 1989: c’erano Maradona, Careca, Alemao. Qualcosa finalmente stava cambiando, la porta disegnata sul muro ancora c’era, quella porta era il suo sogno, lo specchio attraverso il quale raggiungere il Mondo Specchio; e lo aveva appena superato per raggiungere il pallone caduto sull’altro lato. Vinse lo scudetto, Maradona andò via e indicò Zola suo erede.

[…] A Napoli, dopo la luminosa presenza di Maradona, fece del numero 10 più che un faro un sentiero su cui poggiare i piedi in modo sicuro.

[…] Da Napoli andò via per motivi economici, tra il dolore della gente, la società aveva bisogno di soldi e fu costretta a vendere i migliori. Andò al Parma, quello grande di Nevio Scala, poi nel 1994 ai Mondiali negli Usa, e qui la sua sofferenza: all’ esordio venne espulso dall’arbitro Brizio per fallo inesistente. […] Con il Parma vinse la Supercoppa Uefa e la Coppa Uefa. Nonostante l’amarezza statunitense, era ormai un campione che però ebbe contrasti con il nuovo allenatore Ancelotti per averlo spostato alla sinistra del centrocampo. Troppo lontano da se stesso. Meglio andare via. Londra, Chelsea, a trent’anni.

[…] Gol di tacco, punizioni, miglior giocatore della Premier, […] diventò il miglior giocatore di sempre del Chelsea, quando andò via la sua maglia numero 25 venne ritirata.

 

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