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Amarcord: Marius Lacatus, l’erede di Roberto Baggio venuto dalla Romania

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MEDIAPOLITIKA.COM (Marco Milan) – “Non è facile rendere quando ti appiccicano addosso un’etichetta pesantissima, quando le aspettative sono pressanti, forse anche oltre le tue possibilità. Se a tutto ciò si aggiunge un carattere arrogante, presuntuoso e per nulla umile, unito ad un contesto inadatto, ecco che la frittata è pronta ad incollarsi alla padella. La storia di Marius Lacatus, l’asso rumeno giunto a Firenze per far dimenticare Roberto Baggio, racconta proprio come un’attesa troppo alta possa spesso cozzare contro una realtà diametralmente opposta”.

Così inizia l’articolo di Marco Milan su mediapolitika.com di oggi, che ci racconta la storia di Marius Lacatus. Si inizia dalla vendita di Baggio alla Juventus nell’estate del 1990 con tutte le conseguenze del caso nella calda piazza di Firenze.

“Il tecnico Lazaroni”,  si legge nell’articolo, “passato alla storia per il suo italiano stentato ed incomprensibile durante le interviste e diventato l’idolo di Mai Dire Gol grazie ai suoi “Fiorincina ha vincio” e simili, è un enorme sostenitore di Lacatus: “Sarà il nostro faro – afferma nel pre campionato – e noi riponiamo in lui tanta fiducia”. Le aspettative sul calciatore rumeno sono alte, il pubblico fiorentino ha bisogno di un simbolo a cui aggrapparsi e Lacatus sembra subito quello giusto, anche perchè continua coi suoi atteggiamenti un po’ insolenti a voler mostrare capacità migliori rispetto agli altri”.

Poi il campionato di Lacatus, come quello di tutta la Fiorentina, procede tra alti e bassi. Poi…“Di Lacatus si perdono improvvisamente le tracce e la rete siglata il 18 novembre a Cagliari, oltre a risultare l’ultima della sua esperienza italiana, appare come un lampo isolato nel buio più completo”.

“Le prestazioni del rumeno calano vertiginosamente, così come l’affetto e la pazienza della piazza che smette di acclamarlo e comincia a fischiarlo. Poi ci si mette anche Lazaroni che pure di pazienza ne ha molta ma che alla fine si arrende e lascia definitivamente fuori squadra Lacatus, a beneficio di Fuser e del giovane ma talentuoso Massimo Orlando che offrono maggiori garanzie rispetto all’asso rumeno. Già alla fine del girone d’andata Lacatus è titolare fisso della panchina, mentre all’inizio del girone di ritorno entra all’88’ a Genova contro la Sampdoria e poco dopo i doriani segnano con Branca il gol partita; un caso, certo, ma di sicuro anche il destino volta le spalle al rumeno, sempre più imbronciato e scontroso, completamente disunito dal resto della squadra. Contro il Napoli al Franchi il 10 marzo, il rumeno torna titolare e sfiora il gol dopo pochi minuti, poi scompare dalla scena e viene sostituito da Nappi. Le poche presenze collezionate sino alla fine del campionato, inoltre, mostrano un Lacatus estraneo al gruppo, mentre spifferi provenienti dallo spogliatoio dicono che il giocatore non si sia mai inserito completamente nè nella squadra e nè in città. Si dice che l’ambiente fiorentino gli vada stretto e che le poche ambizioni della Fiorentina (che chiuderà il campionato 1990-91 al 12.mo posto, proprio come l’anno prima) lo abbiano presto annoiato, fatto sta che del rumeno, dopo un avvio incoraggiante, a Firenze non si parla più”.

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