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Ascoli calcio, 24 anni senza Costantino

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ILRESTODELCARLINO.IT (Massimiliano Mariotti) – Ascoli, 18 dicembre 2018 – Sembra ieri, eppure sono passati 24 anni da quel 18 dicembre 1994. Una maledetta domenica per la storia dell’Ascoli Calcio e per tutti i tifosi bianconeri. Il Presidentissimo Costantino Rozzi si spense mentre il suo Picchio era impegnato in campo contro il Pescara, lasciando un vuoto ancora oggi rimasto incolmabile. In occasione dell’anniversario della sua scomparsa a ricordarlo sono stati proprio i diretti protagonisti di quegli anni magici per i colori bianconeri. «Un personaggio carismatico dotato di una grande simpatia, con questa dote riusciva sempre ad entrare nel cuore delle persone – racconta Francesco Scorsa –. Quando la sera andava al processo del lunedì noi eravamo tutti davanti alla tv ad aspettare le sue dichiarazioni. A Natale organizzava sempre una cena una volta gli feci una sorpresa invitando la corale cento torri a cantare. Rimase così colpito dal gesto che gli scappò qualche lacrima. Fu uno dei momenti più belli ed emozionanti. Ci tengo poi a ricordare anche Felice Pulici che purtroppo proprio questi giorni ci ha lasciato, abbiamo condiviso tante battaglie». «Il ricordo più bello che ho di Costantino è quando venne lui stesso in persona a prendermi in Veneto per portarmi a giocare ad Ascoli – confessa Gianfranco Bellotto –. Poi disputammo dei campionati eccezionali, tra cui il record in B ancora oggi imbattuto e il quarto posto in A. Un pensiero lo voglio rivolgere anche a Felice perché era una grande persona».

«Quando c’era Costantino io ero molto giovane – dice Massimo Silva –. Io ero arrivato all’Ascoli dopo l’esperienza con la Lazio e a fine campionato dovevo rientrare all’Inter. A fine stagione gli dissi che mi sarebbe piaciuto restare, ma lui mi rispose ‘guarda che ti abbiamo già riscattato dall’Inter’. E da lì è nata la mia storia». «Con Costantino ho trascorso quattro anni indimenticabili – afferma Marcello Grassi–. I momenti unici erano quelli prima della partita, quando entrava nello spogliatoio trasmettendoci una carica assoluta quasi magica».

«UN CIMELIO che oggi potrebbe avere un valore inestimabile». Meco Agostiniracconta di un talismano che proprio il Presidentissimo fece costruire contro la malasorte. «Fece saldare insieme circa 150 ferri di cavallo insieme, poi prima delle partite ci faceva mettere tutti intorno con Mazzone che era il più scaramantico di tutti. Personaggio straordinario, non c’è confronto con gli uomini del calcio di oggi». «Sono stato benissimo nonostante le incredibili battaglie – ricorda Nedo Sonetti –, credo di aver contribuito a regalargli una delle sue ultime gioie con la promozione in A. Lo ricordo in modo struggente, abbiamo condiviso tanti momenti significativi». «I ricordi di Costantino sono tutti particolari – afferma Antonio Aloisi –. Ricordo quando mi chiamò per firmare il primo contratto da professionista. Mi invitò nel suo ufficio di Villa Pigna e arrivato allo stabile ero un po’ imbarazzato, ma riuscì a mettermi a mio agio in dieci secondi come un padre. Noi per lui eravamo tutti dei figli.

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