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La storia di Scirea e la via per Mazzola

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TORINO.CORRIERE.IT (Giampiero Timossi) – Quello che manca al mondo è il calcio per strada e un po’ di «educazione». Quello che ancora non c’è a Torino è una via per Valentino Mazzola e «penso anche a Gianni Asti eroe del basket torinese: la storia dello sport nella nostra città la incroci solo 5 volte e abbiamo più di 2.700 strade», dice Roberto Finardi, ex campione italiano di salto triplo, 53 anni, dal giugno 2016 assessore allo Sport della Città di Torino.

Ripete: «Il 19 dicembre la proposta dovrebbe andare in Commissione Toponomastica». È domani, come già promesso dal presidente del consiglio comunale. Voci, immagini, ricordi, volti, lacrime. Il derby più bello Torino probabilmente lo ha vissuto due giorni dopo, non sabato sera, ma ieri nel primo pomeriggio dentro la pancia illuminata della Mole, nella sala delle proiezioni del Salone del Cinema. È il terzo tempo perfetto, il racconto della storia di un uomo grande che si chiamava Gaetano Scirea e vestiva la maglia della Juventus. E per ricordarlo arriva il suo ex compagno di squadra Gaetano Furino, il suo ex compagno di stanza Roberto Bettega, il capitano della Juventus di CR7. Si chiama Giorgio Chiellini, non ha vinto una Coppa del Mondo, magari non la alzerà più, ma è campione di profondità e semplicità come il suo modello, Gaetano. Ricorda Chiellini: «Sono felice di essere qui, con voi, con Riccardo Scirea il figlio di Gaetano e sua mamma Mariella. Ricky è un mio amico, ci vediamo tutti i giorni, lavoriamo insieme, è lui che ci fa vedere come giocano gli avversari». Le storie sono fatte di dettagli, quelli che spruzzano polvere magica anche su «La classe nel silenzio» e «Libero nell’universo», le due puntate che Sky Sport manderà in onda il 22 e il 26 dicembre. Gaetano Scirea raccontato da Giorgio Buffa, quello che Vittorio Feltri ha appena definito su Tuttosport il «Gianni Brera 4.0». Per dirla a modo suo: la definizione è fattuale. Dettagli, immagini, musiche, la Torino di oggi e quella degli anni Settanta, lo scudetto della Juve, lo scudetto del 1976 del Toro, la Coppa Uefa e lo scudetto del 1977 ancora ai bianconeri.

«Anni nei quali, senza dubbio, Torino era capitale del calcio italiano», ricorda Buffa. Dettagli, ricordate? Oggi Riccardo Scirea, con le immagini, racconta gli avversari di Chiellini e Ronaldo. Sono avversari, mai nemici. Ed è qui che arriva il derby più bello, il «terzo tempo» al Museo del Cinema. Perché per ricordare Gaetano c’è il direttore generale del Toro, Antonio Comi, ma anche Renato Zaccarelli e Claudio Sala, avversari nelle sfide scudetto «amici sempre, escluse le due settimane che precedevano i derby», sorride Mariella Scirea. Vallo a spiegare oggi a Roberto Soriano, che è un buon ragazzo e un buon calciatore, che ha il diritto sacrosanto di essere un giocatore del Toro e di avere Dybala e Matuidi tra i suoi amici. Ma che 15 giorni prima e 24 ore dopo (magari) dovrebbe evitare di mettere like sui festeggiamenti social dei suoi avversari. Ma sono dettagli, Soriano si è già scusato. Però queste sono storie di un altro calcio. «Sono storie magnifiche, giusto? – sorride Chiara Appendino, la sindaca – Le immagini di Scirea, Zoff e Bearzot che si abbracciano, il Mondiale del 1982 mi ha fatto ricordare quello che ricordo io, la vittoria azzurra del 2006». Giovane sindaca, nascerà due anni dopo la Coppa del Mondo 1982. Però dice: «Una via a Mazzola e ad altri sportivi cercheremo di dedicarla, non sarà facile o veloce, ma credo sia giusto trovarla. Magari in quelle zone vicine agli impianti sportivi, per dare alla cosa il giusto contesto. Lo sport è storia». La storia è immagini, la Fiat 128 di papà Scirea che porta Gaetano al «Combi» di Torino. E la Fiat 125 che porta via per sempre «Gai», come lo chiamava Marco Tardelli. Che ora dice: «Doveva essere l’ultimo ad andarsene e invece è stato il primo». Scirea il 3 settembre 1989 aveva 36 anni. Mazzola quarant’anni prima, ne aveva 30. Certi eroi rimangono giovani e belli, per sempre.

L’ illustrazione è di Vincenzo Progida

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