Squalifica pesantissima per un ex INter, sei mesi fuori la motivazione assurda (Foto IG @spaziointer.it - glieroidelcalcio.com)
Squalifica pesantissima per un ex INter, sei mesi fuori la motivazione assurda (Foto IG @spaziointer.it - glieroidelcalcio.com)
Una squalifica clamorosa colpisce l’ex Inter e scuote il mondo del calcio e riaccende il dibattito su rispetto, etica e comportamenti assurdi.
Negli ultimi giorni i campi da calcio, senza ombra di dubbio, stanno offrendo più caos che spettacolo. Episodi che nulla hanno a che fare con lo sport stanno diventando fin troppo frequenti L’episodio di oggi è assurdo quasi quanto successo, giorni fa, in Bolivia dove una rissa incontenibile aveva richiesto l’intervento della polizia, con manganelli e spray al peperoncino, e un totale di ben diciassette espulsi.
Un quadro che descrive alla perfezione come il clima, però, non sia dei più sereni in molte parti del mondo calcistico. Ed è proprio in questo contesto che arriva una notizia surreale, una decisione disciplinare che coinvolge direttamente un ex Inter e che sta facendo discutere ovunque. La vicenda, rimasta avvolta per qualche ora in un silenzio quasi irreale, riguarda l’Estudiantes e un episodio che ha avuto risonanza nazionale in Argentina.
Giovedì scorso il Tribunale Disciplinare dell’AFA ha emesso una sentenza durissima, sanzionando il club per non aver rispettato l’obbligo di tributare il pasillo d’onore al Rosario Central, fresco campione. La tradizione vuole che la squadra sconfitta si schieri ai lati del campo applaudendo quella vincitrice, un gesto di rispetto antico e profondamente radicato nel calcio sudamericano. L’Estudiantes si è effettivamente schierato per il pasillo, però lo ha fatto voltando le spalle agli avversari nel momento del passaggio. Un gesto eloquente, studiato, e soprattutto guidato da una presa di posizione netta dell’ex bandiera Juan Sebastián Verón.
La scelta, inutile negarlo, ha avuto un impatto fortissimo. Quel voltarsi di spalle è stato letto come un affronto, un insulto diretto alla tradizione e alla sportività. Per questo l’AFA è intervenuta con fermezza squalificando Verón per sei mesi e per due partite, sanzione che scatterà dalla stagione 2026. Una decisione che non ha fatto altro che incendiare gli animi e che sta dividendo tifosi, opinionisti e addetti ai lavori. Per qualcuno Verón ha semplicemente espresso un dissenso plateale, per altri ha superato un limite invalicabile.

La situazione però non si è fermata al campo o alle carte del tribunale. È rimbalzata anche sui social, esplodendo in un nuovo caso mediatico. Valentina Martín, moglie di Verón, ha deciso di rompere il silenzio pubblicando un messaggio che ha scatenato l’immediata reazione del mondo del calcio argentino.
Un post diretto, pungente, infarcito di riferimenti e allusioni che, pur senza fare nomi, puntava con chiarezza contro Lionel Messi e Rodrigo De Paul. Nelle sue parole, diffuse su Instagram, si legge una rabbia che ha lasciato molti senza parole: “Quello di Miami, l’inglese, il venduto… quello che è tornato, quello che ci ha resi più grandi, l’unico che ha le palle al posto giusto, e che garantisco che lotta perché tutto sia migliore e che è più argentino di quel pezzo di m… che ha vinto i Mondiali e che vive a Miami, amico del gordo”.
Un messaggio pesantissimo che ha immediatamente infiammato il dibattito. Perché se già l’episodio del pasillo aveva creato tensione, l’intervento della moglie di Verón ha trasformato la vicenda in un caso politico-sportivo di dimensioni enormi. In Argentina, dove il calcio è più religione che sport, parole del genere hanno un peso difficile da misurare. E la sensazione è che questa tempesta non si placherà facilmente.
Ciò che resta, al di là delle posizioni e delle polemiche, è un quadro preoccupante. Il rispetto tra squadre, un tempo considerato valore imprescindibile, sembra oggi un optional. E gli episodi degli ultimi giorni lo dimostrano chiaramente. Dal caos in Bolivia alla provocazione dell’Estudiantes, passando per gli sfoghi social, il calcio sta vivendo un momento complicato. Un momento in cui la tensione supera la tecnica, e in cui si parla più di sanzioni e polemiche che di gol. E alla fine questa è forse la parte più triste di tutta la vicenda.
