Ancora polemiche per Jannik Sinner (Foto IG @janniksin - glieroidelcalcio.com)
Ancora polemiche per Jannik Sinner (Foto IG @janniksin - glieroidelcalcio.com)
Jannik Sinner ancora travolto dalle le polemiche, relative alla Coppa Davis, intanto spunta un retroscena clamoroso.
Da qualche giorno il nome di Jannik Sinner è tornato a campeggiare ovunque, ma non per le sue imprese sul campo. Stavolta, infatti, il clamore non riguarda un colpo vincente o un titolo conquistato, bensì una decisione che in Italia ha fatto discutere, e tanto.
La scelta di non prendere parte alla Coppa Davis è stata vissuta come una ferita profonda, quasi un tradimento nei confronti della patria sportiva. In molti, anzi, hanno parlato apertamente di uno “scandalo”, perché nel Paese che sogna di nuovo un trionfo nel tennis, l’assenza del suo miglior giocatore pesa come un macigno.
Qualcosa sembra muoversi dietro le quinte. Una voce sempre più insistente sta cominciando a circolare tra addetti ai lavori e tifosi, e potrebbe davvero cambiare tutto. Non è ancora chiaro quanto ci sia di vero, ma l’idea che Sinner possa rivedere la sua decisione, o comunque riavvicinarsi alla squadra azzurra, sta accendendo speranze e discussioni in egual misura. Perché, diciamolo chiaramente, la sua assenza alla Davis non è stata mai solo una questione sportiva. È diventata un tema di identità, di appartenenza, di rapporto con il Paese.
Sinner, da parte sua, non ha mai nascosto di essere un professionista concentrato unicamente sulla propria carriera. In effetti, la scelta di saltare la Davis è legata più a una logica di programmazione che a una mancanza di sentimento. I ritmi del tennis moderno, con tornei distribuiti praticamente tutto l’anno, costringono gli atleti a dosare le forze, a scegliere con cura quando e dove scendere in campo. E la Coppa Davis, per quanto affascinante e prestigiosa, non garantisce punti ATP né ritorni immediati sulla classifica o sugli obiettivi personali.

Molti, però, fanno finta di dimenticarlo. La Davis, come ricorda anche il giornalista Vincenzo Martucci sulle colonne de Il Messaggero, non può essere paragonata a una Coppa del Mondo. È uno straordinario diversivo, un’occasione di orgoglio collettivo, certo, ma per chi vive di tennis rappresenta pur sempre una parentesi in una stagione durissima. Martucci sottolinea un punto che pochi ammettono: “La Davis dagli anni Duemila è stata declassata e poi addirittura venduta, e quindi recuperata solo negli ultimissimi anni con una formula ibrida”. Insomma, non è più quella di una volta.
Sinner, nel frattempo, continua a giocare. Al Master di Vienna sta cercando di ritrovare ritmo e serenità, anche se l’eco delle polemiche continua a seguirlo ovunque. Il pubblico, però, resta diviso: c’è chi lo difende, convinto che la sua priorità debba restare la carriera individuale, e chi lo accusa di aver dimenticato le sue radici italiane.
E poi c’è quella voce, ancora non confermata ma sempre più rumorosa, che parla di un possibile gesto inaspettato. Qualcuno giura di averlo visto più coinvolto, altri sostengono che alla prossima Davis potrebbe esserci una sorpresa. C’è persino chi dice che Sinner, pur non scendendo in campo, possa comunque presentarsi in tribuna, magari per sostenere i compagni. Se così fosse, sarebbe un segnale forte, capace di cambiare il clima e, forse, di ricucire una frattura che oggi sembra insanabile.
Per ora, però, tutto resta sospeso. Jannik Sinner gioca, vince, lotta e prova a restare lontano dal rumore. Ma, senza ombra di dubbio, le voci che lo circondano stanno già scrivendo un’altra pagina di quella che, volente o nolente, è diventata una delle storie più chiacchierate del tennis italiano.
