14 settembre 1977: il Boca Juniors vince la Coppa Libertadores
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14 settembre 1977: il Boca Juniors vince la Coppa Libertadores

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Boca Juniors Coppa Libertadores

La vittoria della Coppa Libertadores da parte del Boca Juniors

La vittoria della Coppa Libertadores da parte del Boca Juniors si concretizza al termine di una terza finale-spareggio, dopo che le due canoniche finali di andata e ritorno erano finite in pareggio con l’identico risultato di uno a zero, prima a favore di un contendente e poi dell’altro. Alla fine dei supplementari della terza sfida (anch’essa terminata in pareggio), il club bonarense si impone ai rigori sull’altro club finalista, il Cruzeiro, che era il detentore del titolo.
Con questa affermazione sportiva, gli argentini colmavano in qualche modo una lacuna, perché la Coppa Libertadores era sempre mancata nella loro bacheca. L’anno in cui erano andati più vicini all’ottenimento di questo prestigioso trofeo era stato il 1963. Ma, gli «xeneizes» si erano visti negare la vittoria dal Santos di Pelé che, tra l’altro, risulta tra i marcatori nella sfida alla Bombonera.

Nel 1963, dunque, i massimi rappresentanti del calcio brasiliano si imposero su quello che probabilmente è il più popolare dei club argentini. Nel 1977, invece, per certi aspetti successe il contrario: nella sfida tra le due scuole di calcio furono i brasileri, rappresentati dal Cruzeiro, ad avere la peggio.

Coppa Libertadores: l’inizio della competizione e le prime 20 squadre

L’edizione 1977 della Coppa Libertadores era iniziata il 9 marzo. Senza contare la detentrice del titolo, che sarebbe entrata in gioco a partire dalla seconda fase della competizione, al via si erano presentate 20 squadre di 10 paesi: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Paraguay, Perù, Uruguay e Venezuela. Queste 20 squadre erano state suddivise in cinque gironi da quattro.
Gruppo 1: Boca Juniors e River Plate (ARG), Defensor e Peñarol (URU). Secondo gruppo: Deportivo Cali e Atlético Nacional (COL), Bolívar e Oriente Petrolero (BOL). Il terzo: Internacional e Corinthians (BRA), El Nacional e Deportivo Cuenca (ECU). Gruppo 4: Libertad e Olimpia (PAR), Universidad de Chile e Everton (Cil). Infine il quinto: Portuguesa e Estudiantes de Mérida (VEN), Unión Huaral e Sport Boys (PER).

A livello di risultati di questa prima parte del torneo, nel primo gruppo è degna di nota sicuramente la vittoria casalinga per uno a zero del Boca, nel derby col River. I “millonarios” giocano buona parte dell’incontro in inferiorità numerica, per un’espulsione di Daniel Passarella al 21’. Riescono comunque a difendere il pareggio per quasi tutto l’incontro, ma subiscono gol a un minuto dalla fine, su rigore trasformato da Mouzo: palla alla sinistra del portiere, Fillol intuisce la direzione ma il tiro è basso, forte e ben angolato e il numero uno del River è battuto.

Il Boca Juniors chiude il girone di Coppa Libertadores da imbattuta

Il Boca vince poi contro il Peñarol sia all’andata che al ritorno (molto bello il gol di testa di Ribolzi nel match in Argentina). Gli “xeneizes” vincono al ritorno in casa anche contro gli uruguagi del Defensor e fanno due pareggi esterni con Defensor e River Plate (al ritorno la partita si gioca nello Stadio dell’Atlético Huracán e non al Monumental perché lo stadio del River è in fase di ristrutturazione in vista dei Mondiali). Comunque, in virtù di tali risultati, gli “Xeneizes” terminano imbattuti il girone, primi a 10 punti.

Nel secondo gruppo passa il Deportivo Cali guidato da Carlos Bilardo che, nel 1986 diverrà il Comissario Tecnico dell’Argentina Campione del Mondo. Il Deportivo Cali non è certo una corazzata dalla difesa granitica: il 4 maggio 1977 i colombiani perdono 3 a 0 contro i boliviani del Bolívar e quattro giorni dopo perdono 1 a 0 contro l’altro club boliviano del girone: l’Oriente Petrolero.

Ma le debolezze difensive dei colombiani, sono ampiamente compensate dalle reti dei loro attaccanti, in particolare dall’argentino Néstor Scotta che, nelle partite di quel girone realizza ben quattro gol e, alla fine di quella edizione di Coppa Libertadores, realizza una marcatura nel girone di semifinale, raggiunge quota cinque e vince la classifica dei cannonieri, a pari merito con Juan César Silva del Portuguesa.

Coppa Libertadores, le avversarie più temibili per il Boca Juniors: l’Internacional di Porto Alegre

Nel gruppo tre si impone l’Internacional di Porto Alegre che, a centrocampo, schiera un giovane di grandi promesse: il ventitreenne Paulo Roberto Falcão.
L’Internacional risulta vincente nel doppio confronto contro i connazionali del Corinthians: a San Paolo il club di Porto Alegre va in svantaggio per uno a zero, a seguito di un gol di Zé Maria ma, poi, rimonta e ottiene il pareggio con un bel gol di Vacaria che mette la palla sul sette a sinistra del portiere paulista, con un forte tiro da una distanza che supera i venti metri.

Al ritorno, all’Estádio José Pinheiro Borda (Beira Rio), di Porto Alegre, i padroni di casa vincono per uno a zero con gol di Dario meglio conosciuto in Brasile come Dadá Maravilha (4 reti quell’anno in Coppa Libertadores). L’Internacional finisce primo a nove punti, in un girone che comprendeva anche gli ecuadoriani del Deportivo Cuenca e del Nacional.

Nel gruppo quattro si qualificano i paraguaiani del Libertad e nel gruppo cinque i venezuelani del Portuguesa. I paraguaiani terminano a 8 punti con tre vittorie, due pareggi e una sconfitta, mentre i venezuelani finiscono il girone da squadra capolista imbattuta, con quattro vittorie e due pareggi.

I gironi di semifinale

La fase successiva è quella dei gironi di semifinale: due triangolari a cui prendono parte i cinque vincitori dei gironi precedenti più, come già anticipato, i detentori del titolo: i brasiliani del Cruzeiro.

Nel primo girone di semifinale, troviamo Boca Juniors, Deportivo Cali e Libertad. Del secondo girone fanno parte Cruzeiro, Portuguesa e Internacional.

A proposito del primo girone e, in particolare, della sfida tra Boca Juniors e Deportivo Calì, c’è un interessante articolo sulla rivista “Un Caño” che rende bene l’idea della cornice e del quadro in cui si disputavano i match di Coppa Libertadores (tale articolo, a sua volta, si basa su un reportage del periodico “El Grafico”). Ne vengono fuori una cornice fatta, non di rado, di episodi poco edificanti e un quadro caratterizzato da una serie di scorrettezze, tanto che l’articolo in questione si intitola “El antifútbol soy yo” (l’antifootball sono io).

Nell’articolo in questione si può leggere che era “il mercoledì 3 agosto del 1977, nel girone di semifinale della 18a Coppa Libertadores il destino mise di fronte il Boca Juniors di Lorenzo e il Deportivo Cali di Bilardo. Il tutto avvenne nello Stadio Pascual Guerrero di Cali e, come previsto, si giocò una partita in un clima irrespirabile che terminò in modo scandaloso, con l’arbitro rinchiuso nello spogliatoio e protetto dalla polizia”.

La rivista “El Gráfico” uscita nella settimana successiva all’incontro, di fatto trascurò quasi completamente gli aspetti calcistici della partita per ricostruire invece i risvolti delle ultime due settimane che avevano portato alla degenerazione del match. Il periodico argentino aveva fatto questa ricostruzione dei fatti con un servizio speciale intitolato “Ciò che è veramente successo con il Boca a Cali”.

La rivalità tra Boca Juniors e Deportivo Cali

Secondo questo servizio speciale, era stato l’allenatore degli “xeneizes”, Juan Carlos Lorenzo, a surriscaldare il clima prepartita muovendo accuse di sterile pretattica nei confronti di Bilardo che, a sua detta, il 27 luglio era riuscito ad impedire la trasmissione televisiva in Argentina del match di Coppa Libertadores, tra Deportivo Cali e Libertad, in modo che quelli del Boca non potessero “studiare” il loro prossimo avversario.

Poi, Lorenzo accusò ancora Bilardo e il Deportivo Cali di pianificare azione di disturbo da mettere in atto nell’hotel dove avrebbe soggiornato il Boca. Lorenzo si diceva sicuro di questo, perché aveva confidenti in Colombia i quali gli avevano detto che la squadra del Bolívar, nella sera della vigilia del match di Libertadores a Cali (19 maggio 1977), aveva subito azioni di sabotaggio e tentativi di deconcentrazione nell’hotel dove alloggiava.

All’arrivo degli argentini in Colombia, Bilardo rispose con alcune scortesie e Lorenzo replicò con polemiche dichiarazioni alla stampa locale. Poi, per vendicarsi, ignoti tagliarono le gomme dell’autobus che aspettava la squadra del Boca davanti alla porta del ristorante dove i giocatori stavano cenando. Gli “xeneizes”, per rappresaglia, erano stati poco disponibili nei confronti dei media della Colombia.

Con queste premesse non c’è da stupirsi se l’ingresso degli argentini sul terreno di gioco, fu “salutato” con fischi e lancio di oggetti in campo”: era l’antipasto del match che vide il giocatore del Boca, Darío Felman, andare k.o. dopo avere ricevuto una gomitata in faccia da Luis Montúfar al 13’ e, un minuto dopo, Ernesto Mastrángelo subire una ditata negli occhi da parte di Fernando Castro, giocatore -quest’ultimo- che si era cosparso la mano di una crema irritante (nel dopopartita Bilardo dichiarò che a volte i calciatori fanno scorrettezze di cui l’allenatore non può essere ritenuto responsabile).

Il rientro in hotel particolarmente agitato

Alla fine, il match si chiuse sull’uno a uno ma, al rientro nell’hotel, i giocatori del Boca trovarono un gruppetto di colombiani che li aspettava. Il difensore argentino José Tesare, e qualche compagno di reparto, reagirono menando le mani, un colombiano ebbe la peggio, sporse denuncia alla polizia che bloccò la squadra degli “xeneizes” per circa un’ora. Al rientro a Buenos Aires, Lorenzo dichiarò che non poteva farsi garante di quello che sarebbe successo nel match di ritorno a Buenos Aires”.

La Coppa Libertadores era anche questo. Comunque, alla fine, il Boca si piazzò primo nel suo girone di semifinale con sei punti, in virtù di due vittorie con il Libertad e due pareggi con il Deportivo Cali. I paraguayani e i colombiani finirono dietro, pari a tre punti.

Nel secondo girone di semifinale troviamo i brasiliani del Cruzeiro e quelli dell’Internacional di Porto Alegre più i venezuelani del Portuguesa. I detentori del titolo, si impongono marcatamente in questo girone, terminando a sette punti, con quattro punti di vantaggio sugli altri connazionali e cinque sui venezuelani.

Il Cruzeiro superò il turno

Negli incontri tra brasileri, il Cruzeiro ottiene una vittoria esterna e un pareggio interno (uno a zero a Porto Alegre e zero a zero a Belo Horizonte). La vittoria più netta in questo girone fu quella del Cruzeiro, in casa del Portuguesa, match vinto dai brasiliani il 17 luglio, per quattro a zero.

Secondo “l’Almanaque do Cruzeiro Esporte Clube 1921”, di Henrique Ribeiro, i marcatori del match giocato ad Acarigua furono Neca, al 15’; Eduardo al 50’; Eli Carlos, al 56’, Eli Mendes, all’84’. Alla fine dello stesso mese, il Cruzeiro avrebbe vinto, per due reti a uno, anche nel match di ritorno contro la squadra del Venezuela, chiudendo il girone da capolista e staccando il biglietto per la finale.

Il programma prevedeva una doppia sfida di andata e ritorno col Boca Juniors. Ma in realtà fu necessaria una terza finale.

Le finali di Coppa Libertadores tra Boca Juniors e Cruzeiro

Per questa parte conclusiva dedicata alla Coppa Libertadores, mi baso sul materiale gentilmente messomi a disposizione da Héctor D. Pérez Della Valle, appartenente alla Subcomisión de Historia de Boca Juniors. Gli estratti ricevuti sono tratti dal libro ufficiale della Confederacion Sudamericana de Futbol e dalla documentazione ufficiale del Grupo de Boca Juniors.

Prima di entrare nel dettaglio delle tre finali, vorrei riportare come preambolo le dichiarazioni di quello che, per numero di presenze col Boca, è probabilmente l’uomo più rappresentativo degli “Xeneizes”, cioè Roberto Mouzo: vero uomo bandiera del club, attivo dal 1971 al 1984 e rigorista della squadra nel periodo della Libertadores. Ecco quanto dice lo storico difensore del club boquense: “Eravamo una squadra tosta. Difficile da battere. Giocavamo a memoria secondo gli schemi di Lorenzo. Se oltrepassavo la linea di centrocampo, l’allenatore mi gridava di tutto. Le tre finali furono molto difficili. Il Cruzeiro era uno squadrone. L’uomo squadra era Nelinho.

Nella terza finale di Montevideo dovette essere sostituito e tirammo un sospiro di sollievo. Battei il primo rigore della terza finale. Raúl cercò di lanciarsi dove stavo per indirizzare la palla. All’ultimo, cambiai direzione ma il portiere dei brasiliani riuscì a toccare di mano e a deviare la palla sul palo. Però  l’arbitro fece ripetere il penalty perché Raúl si era mosso in anticipo. Nella ripetizione del penalty, tirai verso il lato opposto e segnai”.

Nel libro sul Boca, troviamo anche qualche notizia utile sullo schieramento tipo, quando leggiamo per esempio che “Juan Carlos Lorenzo creò una difesa impenetrabile con Pernía, Sá, Mouzo e Tarantini. A centrocampo Suñé e Benítez facevano gran movimento e un instancabile lavoro di quantità, lasciando a Zanabria la costruzione del gioco. In attacco Veglio era sostenuto da due attaccanti veloci come Mastrángelo e Felman”.

La prima finale

Il calendario prevedeva che il primo incontro si giocasse alla Bombonera di Buenos Aires. I padroni di casa andarono in vantaggio al quarto minuto di gioco e il risultato non cambio più. La rete fu realizzata da “Toti” Veglio con un tiro di destro poco a lato dal dischetto, al termine di un batti e ribatti nell’area dei brasiliani. Sfortunamente per il Boca Juniors, un suo elemento importante come Francisco “Pancho” Sá subì una lesione durante il match, dovette essere sostituito e non fu più disponibile nei due match seguenti. E, a proposito di questo giocatore e del trofeo della Libertadores, va detto che Francisco “Pancho” a quei tempi aveva già vinto quattro edizioni di quella coppa con l’Independiente  (1972, 1973, 1974 e 1975) e altre due le avrebbe vinte con il Boca Juniors, quell’anno e l’anno seguente.

Ma, nonostante la perdita di un giocatore di esperienza come Francisco “Pancho” Sá, tra gli argentini c’era un certo ottimismo: un periodico sportivo della capitale uscì all’indomani del match titolando “Gol de Boca. Veglio derrota a Raul. Media Copa está ganada” (Gol del Boca. Veglio batte Raul. Mezza Coppa è già vinta).

Il tabellino della prima finale

6 settembre 1977. Stadio “La Bombonera”, Camilo Cichero. Buenos Aires. 60.000 spettatori.

Boca Juniors-Cruzeiro 1-0.
Marcatori: 4′, Carlos Veglio.
Árbitro: Roque Tito Cerullo (Uruguay).

Boca Juniors: Hugo Orlando Gatti, Vicente Pernía, Francisco Sá (59’, José Luis Tesare), Roberto Mouzo, Alberto Tarantini, Daniel Severiano Pavón (63′, Héctor Bernabitti) Rubén Suñé, Mario Zanabria, Ernesto Mastrángelo, Carlos Veglio, Darío Felman. Allenatore: Juan Carlos Lorenzo.

Cruzeiro: Raul, Nelinho, Morais, Darci Menezes, Vanderlei, Eduardo, Neca, Zé Carlos, Ely Mendes, Joãozinho, Eli Carlos. Allenatore: Dorival Knippel “Yustrich”.

La seconda finale di Coppa Libertadores tra Boca Juniors e Cruzeiro

La rivincita era prevista per l’11 settembre nello Stadio Mineirão Di Belo Horizonte, Di fronte a 80.000. Lorenzo aveva pianificato un sistema difensivo che però prevedeva anche le ripartenze in contropiede. Anche se la priorità per il Boca era di non prendere gol. Questa tattica funzionò per quasi ottanta minuti. Ma, al 78’, Nelinho tirava fuori dal cilindro un calcio di punizione fenomenale. Da circa venticinque metri, leggermente decentrato sulla fascia di destra, il brasilero faceva partire un tiro con una parabola micidiale e ingannevole: il pallone prendeva una traiettoria verso l’alto, superava la barriera formata da quattro argentini, ma poi si abbassava e sembrava essere telecomandato per infilarsi sul sette alla sinistra di Gatti.  Per il portiere del Boca non c’era stato nulla da fare.

A distanza di decenni da quell’evento sportivo, che tra l’altro segnò l’unica sconfitta boquense in Coppa Libertadores, sono interessanti i commenti sul gol del brasilero fatti da alcuni giocatori argentini in campo quel giorno, le cui interviste sono visibili in un video celebrativo della vittoria boquense che si intitola “Historias del Gráfico”.

Nel video suddetto, si sente Veglio affermare che “al 78’, Nelinho ci fece un gol da lontanissimo: almeno venticinque metri”. Ribolzi, invece, parla di un gol da fenomeno, ripetendo la parola “fenomeno” per ben due volte: “ha colpito da fenomeno… …un fenomeno come ha colpito il pallone”. Poi Ribolzi aggiunge che Lorenzo aveva avvertito (lui e i suoi compagni) di non fare falli nelle vicinanze della propria area perché temeva le punizioni di Nelinho. “E invece”, aggiunge Ribolzi, “facemmo un fallo fuori dalla nostra area e sulla punizione Nelinho la mise in un angolo in modo impressionante”.

Il gran gol di Nelinho

Poi, nel video, è la volta di Mastrángelo: “confidavamo nel passaggio del turno perché i brasiliani non riuscivano a vincere, non potevano batterci. Il problema è che Nelinho segnò da quasi metà campo. Quando la mise dentro da oltre 25 metri volevo morire”. Infine, è il turno di Francisco “Pancho” Sá (quel giorno infortunato) che, quando giocava nell’Independiente, aveva già incontrato Nelinho da avversario, subendo un gol su punizione in modo impressionante, con un gran tiro calciato proprio dal brasilero: i suoi calci di punizione non erano dunque una novità. Si sapeva che era capace di simili colpi.

Comunque, quel che più conta nell’economia del torneo, è la necessità di una terza finale, a seguito della vittoria brasiliana del Cruzeiro a Belo Horizonte.

Il tabellino della seconda finale

11 settembre 1977. Stadio Mineirão Di Belo Horizonte. 80.000 spettatori.

Belo Horizonte-Boca Juniors 1-0.
Marcatori: 78′, Nelinho.
Arbitro: César Orozco (Perù).

Belo Horizonte: Raul, Nelinho, Morais, Darci Menezes, Vanderlei, Eduardo, Neca, Zé Carlos, Ely Mendes, Joãozinho, Eli Carlos (64′, Lívio Damião). Allenatore: Dorival Knippel “Yustrich”.

Boca Juniors: Hugo Orlando Gatti, Vicente Pernía, José Luis Tesare, Roberto Mouzo, Alberto Tarantini, Jorge Ribolzi, Rubén Suñé, Mario Zanabria, Ernesto Mastrángelo, Carlos Veglio, Darío Felman (72′, Carlos, Enrique Ortiz). Allenatore: Juan Carlos Lorenzo.

La terza finale della Coppa Libertadores

Inizialmente, in base al regolamento dell’epoca, si era deciso che la terza finale avrebbe dovuto essere disputata a 48 ore dalla seconda. Ma, nella giornata di martedì 13 settembre 1977, Montevideo si svegliò sotto una cappa di nebbia. Tali condizioni meteo permasero fino al giorno seguente. Però, nella giornata di mercoledì 14 settembre, si decise che l’incontro tra Boca e Cruzeiro si sarebbe giocato comunque.

Il Boca si apprestava alla sfida decisiva forte dell’appoggio di migliaia di tifosi “xeneizes” che avevano organizzato numerosi spostamenti in nave, e in alcuni casi in aereo, per seguire la loro squadra nel campo neutro di Montevideo. Tra l’altro, il sopraccitato rinvio di un giorno permise un ulteriore afflusso di tifosi del Boca a Montevideo.

Gli argentini avevano fatto il loro ingresso in campo in maglia bianca e i brasiliani, che erano entrati in campo con la loro casacca tradizionale, ma con una bandiera dell’Uruguay in omaggio al paese ospitante, erano stati accolti dai tifosi del Boca al grido di “Argentina, Argentina”.

La nebbia, come già detto, limitava fortemente la visuale sul campo (soprattutto nel primo tempo). Da un lato dello stadio era impossibile vedere il settore opposto. Nel secondo tempo invece ci fu un diradamento della nebbia, tanto che -alla fine dei tempi regolari e supplementari in cui forse c’era stata una supremazia argentina in termini di manovra e di occasioni da gol- gli spettatori poterono seguire senza impedimenti la successione dei penalty.

La conquista del trofeo viene decisa, per la prima volta, ai rigori

Era la prima volta che una finale di Coppa Libertadores finiva ai rigori.

Sul dischetto va Mouzo e il suo tiro finisce contro il palo alla sinistra del numero uno avversario. Ma, l’arbitro fa ripetere per un movimento in anticipo del portiere Raul, che era avanzato di qualche passo poco prima del tiro. Nella ripetizione Mouzo sceglie di calciare sul lato opposto di porta e realizza la prima rete. Dopo è la volta di Darci Menezes che spiazza il portiere: Hugo Gatti si butta a destra e la palla lo supera sulla sinistra. Anche Tesare, secondo tiratore argentino, spiazza il portiere: il pallone da lui calciato si infila alla sinistra di Raul, mentre il portiere aveva accennato un movimento alla sua destra. In occasione del secondo penalty dei brasiliani, invece Gatti intuisce la direzione, ma il tiro di Neca è molto angolato e il numero uno del Boca non riesce a parare.

Più o meno situazione simile nel terzo rigore argentino, ma a parti invertite: Raul capisce dove Zanabria indirizza la palla ma il rigore è ben calciato e il Boca marca il terzo gol nel suo pallottoliere. Per il Cruzeiro risponde Morais, mettendo magistralmente la palla sul sette alla sinistra di Gatti. Poi, è il turno di Vicente Pernía che batte un rigore simile a quello di Morais: palla alla sinistra di Raul verso il sette. Per il Cruzeiro, tocca a Lívio Damião: palla alla sinistra di Gatti che, spiazzato, si lancia a destra. Quinto e ultimo rigore boquense, battuto da Felman: palla sul sette alla destra di Raul che rimane fermo al centro della sua porta. Del quinto rigore brasilero si incarica Vanderlei che tira alla sinistra di Gatti. Il portiere argentino intuisce e riesce a deviare lontano dalla sua porta.

Gatti, l’uomo decisivo per la vittoria della Coppa Libertadores da parte del Boca Juniors

Quella di Gatti è la parata che permette al Boca di vincere la Coppa Libertadores per la prima volta nella sua storia.

A proposito di questa vittoria, nel già citato libro sul Boca, possiamo leggere le dichiarazioni del Presidente del club “xeneizes”, Alberto José Armando, in una pagina in cui campeggia il titolo “Pianificazione, sacrificio, perseveranza”:

“Dal 1963 il Boca si era posto il chiaro obiettivo di vincere la Coppa Libertadores, cioè da quando aveva dovuto inchinarsi, pur lottando gagliardamente, al Santos di Pelé in un match indimenticabile. Da allora, la conquista della Coppa Libertadores fu una profonda aspirazione dei dirigenti del nostro club che furono i primi a credere in quel sogno”.
Poi, il presidente boquense spiega come nulla fu lasciato al caso, fino a quando si arrivò all’attribuzione della guida tecnica a Juan Carlos Lorenzo, che fu assecondato in ogni richiesta e all’assegnazione dei compiti di preparazione atletica al Professor Jorge Castelli. Il primo creò un chiaro sistema di gioco basato su grinta e determinazione, il secondo lavorò sui muscoli e sulla mente dei giocatori. Per questo si può affermare che -conclude il Presidente del Boca nella sua spiegazione- la conquista della Coppa Libertadores fu il giusto risultato ottenuto con perseveranza”.

Il tabellino della terza finale di Coppa Libertadores tra Boca Juniors e Cruzeiro

14 settembre 1977. Stadio Centenario di Montevideo. Spettatori 55.000 circa.

Boca Juniors-Cruzeiro 5-4 (ai rigori).
Arbitro: Vicente Llobregat (Venezuela).

Boca Juniors: Hugo Orlando Gatti, Vicente Pernía, José Luis Tesare, Roberto Mouzo, Alberto Tarantini, Jorge José Benítez (72, Jorge Ribolzi), Rubén Suñé, Mario Zanabria, Ernesto Mastrángelo, Carlos Veglio, Darío Felman. Allenatore: Juan Carlos Lorenzo.

Cruzeiro: Raul, Nelinho (60’, Mariano), Morais, Darci Menezes, Vanderlei, Eduardo, Neca, Zé Carlos, Ely Mendes, Joãozinho, Eli Carlos (46′, Lívio Damião). Dorival Knippel “Yustrich”.

Successione dei Rigori:

Roberto Mouzo (B.J.): rete. 1-0
Darci Menezes (C): rete. 1-1
José Luis Tesare (B.J.): rete. 2-1
Neca (C): rete. 2-2
Mario Zanabria (B.J.): rete. 3-2
Morais (C): rete. 3-3
Vicente Pernía (B.J.): rete. 4-3
Lívio Damião (C): rete. 4-4
Darío Felman  (B.J.): rete. 5-4
Vanderlei (C): non realizzato. 5-4

GLIEROIDELCALCIO.COM (Antonio Capotosto)

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Laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Studi Post-Laurea, nel 2004 e nel 2005, presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Ginevra, nell’ambito del DEA (Diplôme d’Etudes Approfondies) e, nel 2017, al St Clare’s College di Oxford (Teacher of English Language and Literature). Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora per il Dipartimento dell’Istruzione Pubblica del Cantone di Ginevra. Pubblicazioni: “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, Fratelli Frilli Editori, 2004. “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Nuova Editrice Genovese, 2017. “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019. “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020. Seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova” Urbone Publishing, 2020. Coautore di “Imbarco Immediato. Didattica della Lingua Italiana”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021. “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”,  Urbone Publishing, 2021. “Il Calcio Anni ’70. Primo Volume 1969-1974”, Urbone Publishing,  2022. «Les Suisses Pionniers du Football Italien», Mimésis Éditions France, 2022. Terza edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2022. Ha scritto anche numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893.” e “GliEroidelCalcio”. I suoi libri fanno parte delle collezioni della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, della Biblioteca Nazionale Svizzera di Berna, dell’Università di Friburgo, della Società Dante Alighieri di Basilea, della Biblioteca dello Sport di Ginevra e della Civica Biblioteca Berio di Genova. Prossima uscita editoriale: Massimo Prati, «Il Calcio Anni ‘70. Secondo volume, 1975-1977», Urbone Publishing.

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