"Così ho scoperto la tomba del fondatore del Vicenza" - Gli Eroi del Calcio
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“Così ho scoperto la tomba del fondatore del Vicenza”

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IL GIORNALE DI VICENZA (Alessandro Lancellotti) – Ventidue anni fa cominciai a fare ricerche storiche sul Vicenza calcio: in questi anni ho ricostruito tutti i tabellini girando per biblioteche ed emeroteche e quindi copiandoli dai giornali dell’epoca. Oltre ai tabellini mi sono sempre interessate le anagrafiche dei calciatori che vestirono la nostra gloriosa maglia, e prendendo i nomi trovati nelle ricerche, ho cercato di ricostruire le carriere e le date di nascita e di morte degli sportivi in maglia biancorossa. Un lavoro certosino e complesso che necessitava anche di conferme. Un metodo infallibile è il reperimento ad esempio della tomba. Spesso mi sono recato al Cimitero Maggiore di Vicenza, dove riposano molti vicentini illustri da Andrea Palladio a Mariano Rumor (per citarne un paio) e dove riposano anche moltissimi calciatori e dirigenti della nostra amata squadra cittadina.

Fino agli anni ’40 la grande maggioranza dei calciatori proveniva dalla città o dalle zone limitrofe. Tre anni fa cominciai ad andare spesso in viale Trieste per effettuare ricerche. La prima lapide che trovai fu quella di Alfonso Santagiuliana: facile da individuare perché sopra la lapide è scolpita una scarpa da calcio. Seguì il ritrovamento delle sepolture di Berto Menti (nella fotoceramica con una R di Lanerossi sul petto). Trovai poi le tombe di Pietro Spinato e Bruno Quaresima: il primo massimo e ineguagliato cannoniere del Vicenza, il secondo prolifico attaccante degli anni ‘30 e ‘40. Trovai anche moltissime altre sepolture: Carta, Ronzani, Bedendo per dire il nome di alcuni calciatori. Questi ultimi tutti nella parte nuova del cimitero maggiore di Vicenza.

Lo scorso 2 novembre in occasione della commemorazione dei defunti, recandomi in cimitero nella parte vecchia mi sono addentrato in una sala buia sulla destra dedicata ai loculi dei Caduti. E sorpresa: davanti al monumento delle vittime dei bombardamenti del Secondo conflitto mondiale, trovai una sepoltura fondamentale per la tifoseria. In questa sala poco illuminata (sospettando la mancanza di luce ho portato con me una torcia) dove le sepolture partono da metà del 1800, tra garibaldini e militi della Grande Guerra, ecco la sorpresa: a metà della sala lessi il nome Tito Buy: è lui il padre del Vicenza calcio. Questa illustre figura era una persona di spicco dell’epoca della Vicenza dei primi del ‘900, come racconta la scrittrice Anna Belloni nel suo libro “Le due divise”: fu il Preside dell’Istituto Commerciale ora Ambrogio Fusinieri. In gioventù garibaldino e anche poeta: partecipò con l’eroe dei due mondi alle battaglie di Bezzecca nel 1866 (dove fu decorato con la medaglia di Bronzo da Garibaldi in persona) e anche alle battaglie di Mentana e dell’Agro Romano. Dopo essere stato soldato volontario in camicia rossa e aver finito la sua carriera militare, arrivò in città per svolgere la professione d’insegnante. Era originario di San Secondo Parmense piccolo paese in provincia di Parma. Legò la sua vita alla città del Palladio e rimase direttore dell’istituto tecnico fino al 1921.

Negli anni dell’insegnamento conobbe il professor Antonio Libero Scarpa, insegnante di educazione fisica presso la palestra Umberto I. Grazie a Buy e Scarpa prese il via lo sport del pallone anche a Vicenza. Queste le cronache nei giornali dell’epoca. Il giornale “La provincia di Vicenza” annunciava, che in data 9 marzo 1902 ci sarebbe stata un’assemblea tra i soci alle ore 11, presso la Palestra di Santa Caterina. L’assemblea aveva come obiettivo quello di formare l’associazione del calcio in Vicenza. Due giorni dopo la stessa testata riportava le seguenti frasi: “Ieri nella palestra di Santa Caterina davanti a circa cento soci è stato redatto lo statuto dell’associazione del calcio in Vicenza Acv, il tutto presieduto dal Dottor Tito Buy”. Gli altri soci erano altri personaggi di spicco della Vicenza del primo ‘900: tra loro Lampertico, il senatore Fogazzaro, il commendator Paolo Lioy, il dottor Morello, il cavalier Orefice e vice presidente del consesso era il professor Antonio Libero Scarpa.

In quello statuto del Vicenza c’era scritto: “E stata fondata l’Associazione del Calcio in Vicenza dai colori sociali granata e bianco”, poi diventati bianco e rosso come il gonfalone cittadino, e una cronaca della “Educazione fisica” riportava queste parole: “Dopo Milano, Genova e Torino questa è la prima associazione del Calcio fondata in una città secondaria in Italia”. Il calcio aveva unito due uomini, due sportivi, che grazie alla loro passione diedero vita ad una realtà calcistica destinata a diventare orgoglio e gioia per tutti i cittadini berici. Tito Buy morì nel 1923: tutta la città di Vicenza accorse al suo funerale. Le sue spoglie riposano nella parte vecchia del Cimitero Maggiore e sulla sua lapide ci sono scolpite delle parole che ricordano la sua vita.

Da “Il Giornale di Vicenza” del 16 novembre 2018

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