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Derby della Madonnina… tracce di storia

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Luca Negro) – Il 21 settembre, primo giorno d’autunno, mette di fronte il Milan e l’Inter a darsi battaglia nella stracittadina milanese ufficiale numero 224. È passato più di un secolo da quel primo derby disputato sul campo di Porta Monforte, ubicato in via Fratelli Bronzetti a Milano. Quando in quella fredda giornata milanese, il 10 gennaio 1909, il Milan si impose 3-2 e al 25° minuto di quell’incontro valevole per la Prima Categoria, Attilio Trerè, in maglia rossonera, segnò il primo gol assoluto di quello che fu soprannominato il derby della Madonnina.

Il primo Derby… 10 gennaio 1909 al Campo Milan di Porta Monforte

Erano tempi in cui i tifosi nerazzurri di estrazione più borghese, soprannominavano “casciavit”, cacciaviti, i tifosi rossoneri di estrazione più proletaria, operaia, mentre i rossoneri apostrofavano, a loro volta, i nerazzurri “bauscia”, sbruffoni. La prima vittoria dell’Inter arrivò un anno dopo, il 6 febbraio 1910 sempre al campo di Porta Monforte, a casa del Milan. Fu un roboante 5-0 in cui fu realizzata la prima tripletta assoluta delle stracittadine milanesi. A realizzarla Giovanni Capra. Quella prima vittoria nerazzurra è rimasta scolpita nella storia poiché anche la più larga di sempre contro i rivali rossoneri. Nel 1925 il presidente del Milan Piero Pirelli ideò e progettò insieme all’ingegnere Alberto Cugini e all’architetto Ulisse Stacchini, un impianto che sarebbe diventato la casa del Milan e che sarebbe sorto a San Siro nei pressi del trotto. Lo stadio costruito a spese di Piero Pirelli, fu inaugurato il 19 settembre 1926, proprio con una storica partita amichevole fra le due squadre milanesi e l’Internazionale si impose per 6-3, nel primo derby settembrino della storia, seppur non ufficiale. Qualche mese più tardi, il 3 aprile 1927, Giuseppe Santagostino, con una doppietta, riscattò l’onore del Milan e nella prima ufficiale nel proprio stadio, nel 2-1 in favore dei rossoneri, valevole per la divisione nazionale nello storico anno dello scudetto revocato al Torino per illecito sportivo. Una delle ultime gioie del Milan, poiché successivamente alla vittoria per 3-2 dell’8 luglio 1928, in cui Stefano Aigotti realizzò una tripletta, il 10 novembre 1929, un gol di Giuseppe Meazza al 60° minuto, non soltanto avrebbe garantito la vittoria dell’Inter per 2-1, ma diede il via al più lungo periodo di imbattibilità nella storia del derby di Milano. Ci sarebbero volute 17 partite e circa 10 anni al Milan per interrompere la serie negativa. Solo all’80° minuto nell’ 1-0 del 20 febbraio 1938, Egidio Capra spezzò la maledizione, nel campionato che si concluse con la vittoria del quarto scudetto dell’Internazionale, denominata all’epoca del regime fascista, Ambrosiana Inter. Se subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, la ripresa del campionato italiano fu marchiata da una delle squadre più forti di ogni tempo, il grande Torino, il derby di Milano ebbe nel Milan il suo dominatore. Proprio in quel periodo fu concretizzata la più larga striscia di vittorie consecutive, record ancora imbattuto. 6, iniziato con un 3-2 il 30 maggio 1946 proseguito fino alla vittoria dell’11 aprile 1948 per 2-0 nel derby della Madonnina numero 56. Furono nell’ottobre dello stesso anno gli assi nerazzurri Nyers e Benito “veleno” Lorenzi a riportare la gioia sulla sponda nerazzurra del naviglio e poco più di un anno più tardi, il 6 novembre 1949, sarebbero stati ancora protagonisti di una delle partite più emozionanti, il derby della Madonnina numero 59, che si concluse con un 6-5 in favore dei nerazzurri. Partita col record di segnature in una stracittadina milanese. In cui oltre a Istvan Nyers e Lorenzi, si mise in luce Amedeo Amadei con una tripletta. Amadei fu il primo dopo Capra nel 1910 e Aigotti nel 1929 a realizzare 3 gol in un derby, ma per un’altra tripletta non si dovettero aspettare altri 20 anni, già perché fu Nyers già nel 1953, precisamente il giorno di Ognissanti, il mattatore nel 3-0 dell’Inter sul malcapitato Milan. Erano gli anni in cui Milano dominava. Il Milan del trio svedese Gren, Nordahl e Liedholm, il GRE-NO-LI e di Schiaffino e l’Inter di Foni che nel 1955 fu acquistata dal petroliere Angelo Moratti. Gli anni in cui la metropoli cresceva e sviluppava. E cresceva la rivalità, sempre più spettacolarizzata da un calcio italiano in fermento. A rimanere nell’immaginario collettivo fu il derby giocato il 6 ottobre del 1957, vinto dall’Inter 1-0 per un rigore siglato da Guido Vincenzi al 54° minuto. Ma a decidere quel derby fu la furbizia di Lorenzi. A pochi secondi dalla fine infatti l’arbitro Concetto Lo Bello fischiò un rigore per i rossoneri. Durante il parapiglia che ne seguì, Lorenzi prese ciò che restava di un mezzo limone da lui masticato e lo mise senza farsi notare sotto il pallone posizionato sul dischetto del rigore. Inutile dire che il povero Tito Cucchiaroni, incaricato dell’esecuzione non se ne accorse e sparò alto il pallone. Al triplice fischio Lorenzi fu costretto a scappare negli spogliatoi per sfuggire alla rabbia degli avversari e di qualche tifoso che tentò un’invasione di campo. Dovette aspettare il 27 marzo 1960 il Milan per prendersi la rivincita. Fu Altafini con una prestazione leggendaria a garantire il successo ai rossoneri. 4 gol nel 5-3 finale. Mai più nessuno realizzò 4 gol nel derby. Nessuno a parte lui è riuscito nell’impresa di realizzare quattro reti sotto lo sguardo della Madonnina. Gli anni 60 avrebbero donato a Milano due grandi squadre capaci di vincere in Italia, in Europa e nel mondo. Gli anni dei grandi eroi, della grande Inter di Angelo Moratti guidata da Helenio Herrera e il Milan di Andrea Rizzoli allenato da Nereo Rocco. Proprio il 24 febbraio del 1963, nell’anno in cui il Milan vinse la sua prima coppa dei campioni, prima per un club italiano, il derby fu atteso quanto rocambolesco ed equilibrato. Dopo appena 13 secondi fu sbloccato da Sandro Mazzola, figlio del grande Valentino. Il gol più veloce di sempre in un derby milanese. Ma a 5 minuti dalla fine fu Il brasiliano Dino Sani a riportarla in parità. A fine campionato lo scudetto sarebbe poi andato ai nerazzurri. L’ottavo. Un anno magico per il calcio milanese che si avviava ad un ciclo storico. Seppur nel corso degli anni si siano succeduti incontri spettacolari, spesso con goleade da una parte o dall’altra, come il 5-2 in favore dell’Inter del 28 marzo 1965 o il 4-0 sempre in favore dell’Inter del 2 aprile 1967, il 26 giugno 1968 il girone finale di Coppa Italia fu lo scenario di un derby di straordinaria intensità e spettacolarità. Sul momentaneo 2-2 fu infatti a 15 minuti dalla fine il terzino tedesco Karl-Heinz Schnellinger a portare il Milan in vantaggio ed infine Rosato a 4 minuti dal termine ad arrotondare il punteggio in favore dei rossoneri. La coppa fu alzata dal Torino nell’anno in cui il Milan sfiorò un leggendario tris vincendo il suo 9° scudetto e la coppa delle coppe il 23 maggio a Rotterdam contro l’Amburgo, vincendo solo un anno dopo la coppa dei campioni a Madrid contro l’Ajax. L’epopea di Rocco andava proseguendo sotto la stella lucente di uno dei giocatori simbolo della storia rossonera. Gianni Rivera. Rivera da una parte e Mazzola dall’altra. Simboli del calcio milanese come solo Giuseppe Meazza fu molti anni prima. E fu il 7 marzo del 1971, con le milanesi che tornarono a contendersi il titolo in un testa a testa, che Sandro Mazzola riuscì ad avere la meglio sul suo rivale anche di nazionale, in quella che divenne la celeberrima “staffetta” a Mexico 70. L’Inter si impose 2-0 con reti di Corso e proprio Mazzola, andando ad aggiudicarsi l’11° titolo. Fu l’ultimo testa a testa di campionato per diversi anni. Ma il 3 luglio 1977 le due squadre si contesero la coppa Italia in una storica finale. Fu il Milan a spuntarla e ad alzare la coppa. 2-0 con le reti di Maldera e Braglia e sempre Maldera decise qualche anno più tardi con un gol al 49° minuto la sfida nell’anno dello scudetto della stella, il primo dopo 10 anni di attesa per i rossoneri. Ultima gioia dei rossoneri per diversi anni. Dal derby vinto dall’Inter per 2-0 il 28 ottobre 1979 nell’anno del 12° scudetto nerazzurro, con una doppietta di Evaristo Beccalossi, il calcio italiano fu sconvolto dallo scandalo delle scommesse clandestine. Il Milan fu retrocesso per illecito iniziando un percorso in purgatorio.

Anche questo è Derby: i fratelli Baresi

Dopo l’addio di Gianni Rivera il popolo rossonero si aggrappava ad un nuovo simbolo, il piscinin, Franco Baresi. La scena milanese era dominata però dai nerazzurri e dai nuovi simboli di interismo. Giuseppe Bergomi, Gabriele Oriali e Alessandro Altobelli. La lunga imbattibilità nei derby milanesi da parte dei nerazzurri, iniziata nella primavera del 1979 sarebbe stata poi interrotta solo il 28 ottobre del 1984 da un imperioso stacco dell’ariete inglese Mark Hateley sullo sfortunato difensore interista Fulvio Collovati, ex della partita, nel 2-1 per il Milan, partito nettamente sfavorito dai pronostici. Un Milan scosso da vicissitudini societarie. Una vittoria ancor oggi celebrata dal popolo milanista come simbolica, la classica luce alla fine del tunnel.

Un biglietto del Derby anni ’80

Ma altrettanto clamoroso fu il derby della Madonnina numero 143, deciso il 6 aprile 1986 al 77° minuto dal gol dell’esordiente professionista, prodotto del settore giovanile dell’Inter, Giuseppe Minaudo, nell’1-0 finale per i nerazzurri. E poi ancora finalmente Milano tornò a contendersi il vertice. Dopo l’avvento di Berlusconi sulla sponda rossonera, l’Inter di Pellegrini si affidò alla strategia di Giovanni Trapattoni e del suo arcigno gioco all’italiana per fronteggiare Arrigo Sacchi e i suoi campioni. Si susseguirono derby come non si vedevano dai tempi di Rocco ed Herrera, almeno per filosofie a confronto. Dal 2-0 per il Milan del 24 aprile 1988, viatico dell’11° scudetto rossonero, siglato da Gullit e Virdis all’ 1-0 per l’Inter siglato da Aldo Serena 11 dicembre dello stesso anno, nella stagione dei record nerazzurri e del 13° titolo. La Milano da bere e da vivere come ai bei tempi. Si perché proprio come nel 1963 allo scudetto nerazzurro rispose il Milan con la vittoria della coppa dei campioni. Proprio come sarebbe successo ancora qualche anno dopo. Nuovi eroi e vecchie bandiere e tanti stranieri. Ma simboli straordinari come Mauro Tassotti, Paolo Maldini e Walter Zenga e Riccardo Ferri, si aggiungevano ai Fratelli Baresi, Franco e Giuseppe, capitani avversari in una stracittadina, a Bergomi e agli olandesi Van Basten, Gullit e Rijkaard da una parte ai tedeschi Matthaus, Brehme e Klinsmann. Ma mentre il ciclo berlusconiano inesorabilmente, anno dopo anno si fregiava di vittorie, gli anni 90 per i nerazzurri furono tremendamente difficili. Proprio come vincere i derby e dopo il gol di Nicola Berti che diede la vittoria ai nerazzurri a 5 minuti dalla fine il 18 novembre 1990, dovettero passare altri 5 anni per arrivare ad una vittoria in un derby di campionato per i nerazzurri, 3-1 il 15 aprile 1995. Fra la fine degli anni 90 e l’inizio dei 2000, la sponda nerazzurra del naviglio fu scossa da due terribili disfatte che minarono pesantemente l’ambiente e le ambizioni. L’Inter non era più di Ernesto Pellegrini. Dal 1995 era passata nelle mani di Massimo Moratti, ambizioso figlio di Angelo. L’8 gennaio 1998 in coppa Italia il Milan si impose 5-0, un divario incredibile che non si verificava dal 1910, quando a vincere in quell’occasione fu l’Inter però, ma ancora meglio il Mila riuscì a fare l’11 maggio 2001, nella stracittadina numero 181. Il Milan allenato da Cesare Maldini, papà di Paolo, Cesare che fu il primo italiano ad alzare una coppa dei campioni nel 1963, contro l’Inter allenata da Marco Tardelli. 6-0 Per il Milan. Disastro nerazzurro. Il più largo successo di sempre in un derby. Da quel 5-0 per l’Inter del 1910 o dal gol di Trerè al 25° minuto di quel 10 gennaio 1909 tanto è cambiato, nella metropoli lombarda, nella società civile e sono cambiate le due società di calcio, oggi in mano a proprietà straniere. Non è mai stata una partita come le altre e non lo sarà mai, questo no, non cambierà. La rivalità è una rivalità, pur nelle tradizioni che mutano radicalmente nel tempo. Non ci sono più casciavit o bauscia nell’immaginario collettivo, oggi ci sono solo tifosi da ogni parte del mondo, in una società globalizzata, uniti dalla stessa voglia di vincere e così sarà anche nel 224° derby nel primo giorno d’autunno, ricordando la storia, dalla più antica alla più moderna, dalle goleade, alle polemiche, ai gol lampo, ultimo quello ad esempio di Pato dopo 43 secondi il 2 aprile 2011 nel 3-0 per il Milan nell’anno dell’ultimo scudetto vinto dai rossoneri, ai gol di emozionati debuttanti come Giuseppe Minaudo o perché no, Patrik Cutrone che proprio due anni fa decise nei supplementari un derby di coppa Italia. Ma che siano partite di coppa come le mitiche sfide di Champions League degli anni 2003 e 2005 o che siano partite decise all’ultimo secondo come l’11 dicembre 2005 da Adriano nel 3-2 in favore dell’Inter o come da Cristian Zapata al 97° minuto del derby del 15 aprile 2017 terminato 2-2, Milano avrà il suo tradizionale spettacolo, una sfida nella sfida, che si differenzia da tutte le altre. Il derby della Madonnina.

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Nato nel 1976, ho iniziato ad amare il calcio, dal 1983, da quelle prime figurine attaccate al mio primo album Panini. Un calcio romantico ormai scomparso che aveva il potere di far sognare tutti, proprio tutti. Fotografo artistico, fotoreporter e opinionista sportivo. Racconto la realtà ma amo scrivere di quel passato che mi fa tornar bambino.

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