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6 ottobre 1975 – La Supercoppa Europea alla Dinamo Kiev

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Nella Supercoppa del 1975 il Bayern si inchina a Blokhin …

per GLIEROIDELCALCIO.COM Massimo Prati

Come indicato nel sito ufficiale della UEFA, nel 1974 non si era tenuta l’edizione della Supercoppa Europea per una difficoltà a trovare delle date compatibili con gli impegni del Bayern di Monaco e del Magdeburgo. Lecito pensare che non si trattò solo di problemi organizzativi, ma anche di questioni legate ai blocchi politici differenti ai quali appartenevano le due Germanie. Sia quel che sia, dopo un’interruzione di un anno, la Supercoppa faceva il suo ritorno nel 1975.

Il 1975, da un punto di vista calcistico, è sicuramente l’anno della Dinamo Kiev guidata da Lobanovskyj. Il 14 maggio, il club ucraino vince la Coppa delle Coppe e il 30 dicembre al suo uomo migliore, Oleg Blochin, viene assegnato il Pallone d’Oro. Tra questi due eventi sportivi si colloca la conquista della Supercoppa Europea che la Dinamo ottiene uscendo doppiamente vincente dalle due sfide con il Bayern di Monaco: finale di andata in Baviera il 9 settembre, con vittoria della Dinamo Kiev per uno a zero, e ritorno in Ucraina il 6 ottobre, con i padroni di casa vincenti grazie ad un rotondo due a zero.

La finale di andata

La squadra bavarese era ovviamente favorita. Perlomeno, questo è il giudizio che si legge sul sito Uefa. Invece, come vedremo, le cose andarono diversamente

I giocatori tedeschi, probabilmente, non hanno bisogno di presentazioni: Maier, Beckenbauer e Müller erano atleti affermati da anni. Al limite, ci sarebbe da segnalare la presenza di Karl-Heinz Rummenigge che, al momento della prima finale, non aveva ancora compiuto vent’anni.

Per quanto riguarda, i giocatori della Dinamo, vale la pena di ricordare che cinque di loro avevano fatto parte della nazionale sovietica vicecampione d’Europa: il portiere Rudakov, il difensore Troskin, l’attaccante Onyscenko e i due centrocampisti Kolotov e Kon’kov. Quest’ultimo era stato anche autore di un gol nella semifinale europea contro la nazionale ungherese.

Ma, passiamo alla cronaca della finale di andata. Nei primi venti minuti di gioco ci sono pochissime emozioni. Al 3′, una prima incursione di Oleg Blochin costringe Schwarzenbeck alla deviazione sul fondo: è il primo corner a favore della Dinamo, ma il calcio d’angolo finisce in un nulla di fatto. Qualche minuto dopo, Maier para facilmente un tiro da fuori area. Poi, al 15′, altro attacco di Blochin e altro tiro verso la porta di Maier. Il numero uno tedesco neutralizza il pericolo con grande facilità. Al 17′, primo tiro nello specchio di porta ucraina, su iniziativa di Josef Weiss, ma Rudakov para con estrema facilità. Al 18′ un tiro di Rummenigge è deviato sul fondo. Sul conseguente corner tedesco, Klaus Wunder colpisce di testa. Ma il suo tiro finisce a lato della porta tedesca. Un minuto dopo, altro tiro di Rummenigge e altro pallone che finisce fuori dalla porta sovietica.

Al 21′, prima grandissima occasione gol per la Dinamo. Sugli sviluppi del suo secondo corner, battuto da Burjak, la palla arriva nel centro dell’area tedesca ed è lo stesso Burjak che si ritrova la palla tra i piedi e tira in porta a botta sicura,  per poi alzare le braccia al cielo sicuro del gol. Ma, la sua gioia è negata da Rainer Zobel che salva sulla linea di porta. A partire dal 25′, la partita si fa un po’ più vivace. Un attacco della Dinamo sulla sinistra termina con un tiro insidioso che costringe Maier al salvataggio in due tempi. E due minuti dopo su un capovolgimento di fronte è Müller che chiama Rudakov all’intervento. Al 27, grazie una ripartenza di Zobel, Kapellmann va al tiro, ma il pallone finisce a lato della porta sovietica. Tra il 31′ e il 32′ la Dinamo batte due corner, uno da destra e uno dal lato opposto, sulla bandierina va Burjak in entrambi i casi. Ma le due azioni sono inconcludenti. Due minuti dopo è il Bayern ad usufruire di un corner. Ma, anche in questo caso, il calcio d’angolo non crea pericoli a Rudakov che dapprima respinge di pugni e poi para agevolmente su un successivo tiro in porta tedesco. A circa dieci minuti dell’intervallo, il punteggio dei corner è quattro a due a favore degli ospiti.

Al 40′, calcio di punizione per il Bayern. Al tiro va Josef Weiss che fa partire un pericoloso spiovente in area sovietica. Arriva Zobel che colpisce di testa. Ma il suo tiro finisce alto sulla traversa. Zobel subisce anche la carica del portiere avversario. Ma, dopo che ha già colpito la palla. Per questo motivo, Gonnella fa riprendere il gioco con una rimessa del numero uno. Poco dopo bella azione di marca tedesca: assist di Beckenbauer dopo un doppio palleggio in corsa e tiro al volo di Zobel che fa la barba al palo alla destra di Rudakov.

Verso il finale c’è una punizione a favore della Dinamo, per un fallo su Kolotov, che gli ucraini sfruttano male. Poi si va al riposo. Primo tempo a due facce: piuttosto noiosi i primi venti minuti, più vivace la seconda frazione di gioco.

L’inizio della ripresa non è caratterizzato da grandi emozioni. Il taccuino del cronista registra al 52′ una punizione battuta da Beckenbauer. Ma il tiro finisce alto sulla traversa. Al 60′ c’è un’azione di attacco della Dinamo che però non è finalizzata. Ormai è trascorsa un’ora di gioco e la partita non ha certo entusiasmato. Entrambi i portieri non sono stati chiamati ad interventi decisivi e l’unica emozione dei primi sessanta minuti è il gol salvato da Rainer Zobel.

Ma, al 66′ arriva il gol che “vale il biglietto della partita”

Il Bayern è in attacco sul vertice destro dell’area sovietica ma i tedeschi perdono palla. Blochin parte rapidamente al contrattacco percorrendo la fascia sinistra della metà campo tedesca. All’altezza dell’area del Bayern l’attaccante sovietico si accentra, passa in mezzo a tre avversari, anticipa l’intervento di un quarto e supera Maier con un tiro imprendibile che si insacca alla sinistra del portiere tedesco.

Poco dopo, la Dinamo si riporta in attacco sulla fascia di destra con Troshkin che ottiene il quinto corner sovietico. Lo batte Burjak ma Maier intercetta il pallone. Dopo il gol ucraino, e fino al 30′, ci sono un paio di azioni in cui i tedeschi cercano di rimontare ma non si tratta veramente di grandi occasioni. Al 32′, c’è il sesto corner per i sovietici e, come in tutti i casi precedenti, anche questa volta i giocatori della Dinamo sono inefficaci sui calci d’angolo. Poco dopo, invece, è Rummenigge a conquistare un calcio d’angolo per i bavaresi. Ma anche l’esecuzione tedesca del corner è macchinosa e gli ucraini tornano subito a fare il loro possesso palla. Comunque, ad una dozzina di minuti dal termine, il computo dei corner è di sei a tre per i sovietici. La Dinamo gioca un paio di minuti in dieci perché Blochin è costretto alle cure dopo una brutta carica. Al suo rientro gli ucraini si rendono pericolosi con un tiro di Slobodjan, che costringe Maier alla parata in tuffo. Al 39′ c’è un tiro di Roth da fuori area che non impensierisce minimamente il portiere ucraino. Al 41′ Müller punta la porta, Rudakov esce e l’attaccante tedesco va a terra. Ma l’intervento del numero uno è regolare e Gonnella assegna solo un corner a favore del Bayern. È l’ennesimo corner che finisce in un nulla di fatto. Al 42′, il Bayern ottiene un calcio di punizione da ottima posizione, ma Beckenbauer non inquadra la porta. Poi, si arriva alla fine del match senza che, nei ventitré minuti seguenti al vantaggio ucraino, il Bayern sia mai andato veramente vicino al pareggio.

La finale di ritorno

Davanti gli oltre centomila spettatori dello stadio di Kiev, e forte della vittoria per uno a zero in trasferta, la Dinamo affronta il Bayern nella finale di ritorno.

Rispetto alla prima finale, entrambe le squadre presentano importanti cambi di schieramento. Per quanto riguarda gli ucraini il trio Oleksandr Damin, Viktor Kolotov e Petr Slobodjan è sostituito da Vladimir Muntijan, Vladimir Onyscenko e Vladimir Veremejev. Il senso di questi cambi, neanche tanto velato è quello di dare un assetto ancora più offensivista ai padroni di casa. Sul fronte bavarese si registrano le assenze di Rainer Zobel e Gerd Müller (oltre a Zobel e Müller mancava anche Uli Hoeness che però era assente anche all’andata).

Zobel e Müller furono sostituiti da Franz Roth e Bern Schuster. Ad essere precisi, Franz Roth, era sceso in campo anche nella prima finale ma, in quel caso era partito dalla panchina ed era entrato all’inizio del secondo tempo. Nella finale di ritorno, invece, Franz Roth fu titolare.

Va detto d’entrata che in quella finale Blochin fu letteralmente incontenibile. Il Bayern cercò di limitare i danni, senza mai lottare da pari a pari, e la sconfitta avrebbe potuto anche essere ben più pesante: oltre allo stesso Blochin, anche Onyscenko ebbe delle buone occasioni da gol.

Blochin incontenibile, dicevo. In effetti, nel corso del match lo si vede in un punto diverso del campo: un’ala sinistra che non è raro trovare in posizione di centravanti, di ala destra o arretrato in difesa, pronto per una rapidissima ripartenza.

Il suo primo gol, al 41′, nasce da una sua discesa sulla destra, senza che la difesa tedesca riesca a fermarlo, e da un suo accentramento in area avversaria, che si conclude con un tiro potente, imprendibile per il povero Maier.

La seconda rete, al 53′, scaturisce da un bolide di sinistro, da una distanza notevole: Blochin segna su calcio di punizione, battuto in punto centrale tra la trequarti e il limite dell’area tedesca. Anche in questo caso, il tiro è talmente forte che Sepp Maier non può fare nulla, a parte tentare un inutile tuffo alla propria sinistra.

Finisce due a zero con una doppietta di Blochin che si aggiunge allo splendido gol da lui segnato nella finale di andata. Tre gol che incideranno senz’altro circa due mesi dopo, quando a Oleg Blochin verrà assegnato il Pallone d’oro.

TABELLINI DELLE DUE FINALI

La finale di andata Martedì, 9 settembre 1975 Monaco di Baviera, Olympiastadion Spettatori: 30.000 circa.

Bayern Monaco-Dinamo Kiev 0-1 (0-0).

Marcatori: Oleg Blochin, 66′.

Arbitro: Sergio Gonnella (Italia).

Bayern Monaco: Sepp Maier, Udo Horsmann, Bernd Dumberger (46’, Franz Roth), Georg Schwarzenbeck, Franz Beckenbauer, Josef Weiss, Klaus Wunder, Rainer Zobel, Gerd Müller, Karl-Heinz Rummenigge, Jupp Kapellmann. Allenatore: Dettmar Cramer.

Dinamo Kiev: Evgenij Rudakov, Anatolij Kon’kov, Valerij Zujev, Mikhail Fomenko, Stefan Reshko, Vladimir Troskin, Oleksandr Damin, Petr Slobodjan, Viktor Kolotov, Leonid Burjak, Oleg Blochin. Allenatore: Valery Lobanovskyj.

La finale di ritorno Lunedì 6 ottobre 1975 Kiev, Central Stadion Spettatori: oltre 100.000.

Dinamo Kiev-Bayern Monaco 2-0

Marcatori: Oleg Blochin, 40′ e 53′.

Arbitro: Dogan Babacan (Turchia).

Dinamo Kiev: Evgenij Rudakov, Vladimir Troskin, Mikhail Fomenko, Stefan Reshko, Anatolij Kon’kov, Valerij Zujev,  Vladimir Muntijan, Vladimir Onyscenko, Leonid Burjak, Vladimir Veremejev, Oleg Blochin. Allenatore: Valery  Lobanovs’kyi.

Bayern Monaco: Sepp Maier, Josef Weiss, Udo Horsmann, Georg Schwarzernbeck, Franz Beckenbauer, Franz Roth, Bernd Dumberger (70’, Johnny Hansen), Bern Schuster, (78’, Conny Torstensson), Klaus Wunder, Jupp Kapellmann, Karl-Heinz Rumenigge.  Allenatore: Dettmar Cramer.

Nota bene. Secondo alcune fonti, nella Dinamo Kiev al posto di Valerij Zujev tra gli ucraini c’era Viktor Matvienko.

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Laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Studi Post-Laurea, nel 2004 e nel 2005, presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Ginevra, nell’ambito del DEA (Diplôme d’Etudes Approfondies) e, nel 2017, al St Clare’s College di Oxford (Teacher of English Language and Literature). Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora per il Dipartimento dell’Istruzione Pubblica del Cantone di Ginevra. Pubblicazioni: “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, Fratelli Frilli Editori, 2004. “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Nuova Editrice Genovese, 2017. “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019. “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020. Seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova” Urbone Publishing, 2020. Coautore di “Imbarco Immediato. Didattica della Lingua Italiana”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021. “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”,  Urbone Publishing, 2021. “Il Calcio Anni ’70. Primo Volume 1969-1974”, Urbone Publishing,  2022. «Les Suisses Pionniers du Football Italien», Mimésis Éditions France, 2022. Terza edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2022. Ha scritto anche numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893.” e “GliEroidelCalcio”. I suoi libri fanno parte delle collezioni della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, della Biblioteca Nazionale Svizzera di Berna, dell’Università di Friburgo, della Società Dante Alighieri di Basilea, della Biblioteca dello Sport di Ginevra e della Civica Biblioteca Berio di Genova. Prossima uscita editoriale: Massimo Prati, «Il Calcio Anni ‘70. Secondo volume, 1975-1977», Urbone Publishing.

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