"Al Toro ho giocato una partita truccata": la dichiarazione shock dell'ex granata Dorigo - Gli Eroi del Calcio
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“Al Toro ho giocato una partita truccata”: la dichiarazione shock dell’ex granata Dorigo

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Anthony Robert Dorigo, ex granata per aver giocato a Torino nel 1997/98 in serie B, rilascia al “The Guardian„ una dichiarazione pesante, che getta molte ombre sul nostro calcio di quel periodo: “Ho giocato una partita truccata quando ero al Toro”.

L’ex terzino sinistro di Aston Villa, Chelsea, Leeds e Inghilterra prima del Torino, ma anche di Derby County e Stoke City dopo, ha parlato della sua esperienza in Serie B con i granata facendo appunto questa rivelazione “shock”.

Al Guardian Dorigo inizia a parlare proprio della sua esperienza in Italia a partire dal 1983 quando con la maglia dell’Aston Villa giocò un’amichevole, che per lui era un esordio, con l’Udinese e, con l’intento di ben figurare per guadagnarsi il posto in squadra, prese a “calcioni” Franco Causio. Fa anche riferimento alla finale per il 3°- 4° posto di Italia ’90, a Bari, dove gli azzurri si imposero, e lui rimase sanguinante in volto per la rottura del sopracciglio in uno scontro con Schillaci. Racconta anche dello scambio di maglia con Bergomi…

“Alla fine della partita tutti scendevano nel tunnel ma io volevo meglio assaporare quell’emozione e coglierne l’atmosfera, il colore, lo stadio. Mentre scendevo le scale, i giocatori si scambiavano le maglie. Ricordo che Beppe Bergomi era a circa 50 metri di distanza. Uno o due giocatori gli si sono avvicinati e gli hanno chiesto di scambiare la maglietta, ma lui continuava a dire di no e ad agitarsi nella mia direzione. Guardo dietro di me, pensando: “Chi sta salutando? Non me”. Così mi avvicinai e lui vuole scambiare invece proprio con me, visto che avevamo giocato l’uno contro l’altro per tutta la partita. Ci scambiamo magliette, pantaloncini e poi lui ha chiesto i miei calzini. Mi sono tolto gli scarpini e gli ho dato i calzini e poi ho detto: “Beppe, fermiamoci qui!”.

Dorigo era stato invitato in granata dal tecnico scozzese Graeme Souness, che voleva avere un mancino nella società di Massimo Vidulich, poi sostituito ad ottobre da Edy Reja. I tifosi gli riconoscevano il suo impegno, poi la dichiarazione relativa alla fase finale del campionato:

“C’era una strana situazione con sette o otto partite ancora da disputare, era un venerdì e la proprietà arrivò negli spogliatoi per dirci che la partita dovevamo pareggiarla. Pensavo di aver capito male quando dissero ‘noi pareggeremo’, anche perché giocavamo contro una squadra di metà classifica. Dopo poco invece mi resi conto di aver capito bene. Passavano davanti ogni giocatore, tutti dicevano “sì, sì, sì”, quando toccò a me dissi “no”. E tutti iniziarono a ridacchiare, “pazzo inglese,” dicevano. Ero disgustato, davvero. Avremmo dovuto giocare contro una squadra che era a metà classifica, che non aveva nulla per cui giocare mentre noi lottavamo per la promozione. Semplicemente non l’ho capito. Capire quanto fosse normale quel genere di cose e in determinati periodi della stagione è stato sbalorditivo. Non è stata una bella esperienza.

Il match iniziò, noi sbagliammo in modo davvero ridicolo un paio di occasioni e il pubblico iniziò a fischiarci. Credo avessero capito. Nell’intervallo dissi che stavo giocando con un forte dolore al tendine e fui sostituito. Cerco di dimenticare questo genere di cose…”.

A fine stagione è stato votato come giocatore dell’anno del Torino, tornò in Premier League per giocare con il Derby County.

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