(ILFATTOQUOTIDIANO.IT di Alberto Facchinetti)

Intervista de Il Fatto Quotidiano a Paolo Poggi. Ecco un estratto.

[…] Per la prima generazione di Millennials, quella che sarebbe diventata maggiorenne intorno al 2000, Paolo Poggi non è stato solo l’esterno d’attacco di un’Udinese bellissima che giocava col tridente, ma anche uno dei calciatori, assieme a Sergio Volpi, introvabili in una strana raccolta di figurine. […] Oggi Paolino, nato a Venezia esattamente 50 anni fa

[…] Proprio oggi compie 50 anni, ripercorriamo la sua carriera da calciatore. Quali sono stati gli anni più belli?

[…] “Gli anni più belli li ho fatti con l’Udinese, dove ho ritrovato Zaccheroni che avevo già avuto a Venezia. Per distacco l’allenatore più importante. Anche a livello umano quell’esperienza è stata fondamentale, sono arrivato a Udine che avevo 24 anni ed ero un ragazzo e sono andato via a 31 che ero un uomo. L’apice l’ho raggiunto nella sfida di Coppa Uefa con l’Ajax dei De Boer, van der Sar, Litmanen e Blind. Abbiamo passato il turno grazie a un mio gol. Era una bella Udinese, spregiudicata e un po’ incosciente”.

[…] Prima era stato al Torino, dove aveva vinto la Coppa Italia segnando due gol nel doppio derby di semifinale con la Juventus.

[…] “L’ultimo trofeo vinto dal Toro. Il popolo granata mi ricorda ancora con affetto. Per la storia che hanno alle spalle, i tifosi non dimenticano”.

[…] Dopo l’Udinese una grande occasione: la Roma.

[…] “Mi è arrivata comunque la medaglia di campione d’Italia, a dimostrazione che la Roma di Franco Sensi era una società fantastica con grandi dirigenti. Nessun alibi, ho sbagliato io”.

[…] Il 20 dicembre scorso il rossonero Rafael Leão in Sassuolo-Milan segna un gol dopo appena 6,76 secondi dal fischio d’inizio, battendo proprio il suo record.

[…] “Il mio record è durato 19 anni. La particolarità fu che il gol arrivò su calcio d’inizio degli avversari. Non dunque su schema preparato. Dario Hubner, il mio compagno d’attacco in quel Piacenza, andò in pressione sui difensori della Fiorentina, la palla rimase là e ho fatto gol dopo 8 secondi”.

[…] E tra gli attaccanti con cui ha giocato, chi sceglie?

[…] “Potrei dire Amoroso o Bierhoff, ma nomino Hubner. […] Il compagno ideale sia dentro che fuori dal campo”.

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