Storie di Calcio
18 maggio 1977: la Coppa UEFA alla Juventus
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La Coppa UEFA alla Juventus.
18 maggio 1977. Finale di ritorno a Bilbao: la Juventus vince la Coppa UEFA contro l’Athletic. È la prima volta che i bianconeri vincono una coppa europea e, salvo errore da parte mia, è la prima volta che una formazione completamente italiana vince un trofeo continentale per club.
La partita nella città basca finisce due a uno per i padroni di casa, ma la precedente vittoria bianconera per uno a zero a Torino e il gol segnato al ritorno in trasferta fanno della “Signora” la vincitrice di questo prestigioso torneo.
A questa edizione naturalmente partecipano altre squadre italiane, squadre storicamente ai vertici del calcio nazionale ed europeo, come Inter e Milan (i nerazzurri sono eliminati al primo turno e i rossoneri al terzo). Ma, tra i club nostrani, si registra anche l’insolita presenza del Cesena di Boranga, Cera, Oddi, Bittolo, Beatrice, Rognoni, Frustalupi e Bonci.
Un Cesena che, sotto la guida di Pippo Marchioro, l’anno prima si era classificato sesto dietro Torino, Juventus, Milan, Inter e Napoli (quest’ultimo, vincendo la Coppa Italia partecipava alla Coppa delle Coppe). Sfortunatamente per i romagnoli il loro percorso europeo sarà interrotto al primo turno ad opera dei tedeschi orientali del Magdeburgo.
Gli autori delle marcature
A questo proposito, il sito ufficiale della UEFA ci fornisce i tempi e gli autori delle marcature: nella trasferta in Germania Est, all’Ernst Grube Stadion, il primo gol è realizzato al 26’ da Steinbach. Poi, una doppietta di Streich (40’ e 87’). Al ritorno, nel match casalingo a Cesena, il risultato è di tre a uno per i padroni di casa: primo gol romagnolo, verso la mezz’ora, su azione iniziata da Rognoni, proseguita da Macchi e finalizzata da Mariani, con un bel tiro rasoterra dal limite; raddoppio cesenate al 51′, su gol di Fiorino Pepe, grazie a un lungo cross di Beatrice (stop di Pepe e tiro al volo dall’interno dell’area tedesca); rete del Magdeburgo al 74’, con il celebre Sparwasser che beffa Cera e Batistoni e supera Boranga in uscita; infine, gol di Macchi al 74’, su assist di Ceccarelli.
Ma il gol fuori casa del Magdeburgo sancisce l’eliminazione del club romagnolo.
A posteriori, la precoce eliminazione del Cesena in Coppa UEFA può essere vista come un cattivo presagio perché quell’anno il club romagnolo scenderà in serie B.
Il tabellino della partita di ritorno
Cesena, 29 settembre 1976. Stadio La Fiorita. Spettatori: 15.000 circa.
Cesena-Magdeburgo 3-1
Marcatori: 29′, Mariani; 51′ Pepe; 70′ Sparwasser; 74′ Macchi.
Arbitro: Lajos Somlai (Ungheria)
Ammoniti: Steinbach, Tyll.
Espulsi: Mariani.
CESENA: Boranga, Ceccarelli, Batistoni, Cera, Lombardo, Bittolo (50′, Bonci), Rognoni, Beatrice, Pepe, Mariani, Macchi. Allenatore: Giulio Corsini. In panchina: Bardin, De Ponti, Vernacchia, Valentini.
MAGDEBURGO: Dorendorf, Raugust, Zapf, Seguin, Decker, Tyll, Pommerenke, Steinbach (58′, Mewes), Streich, Sparwasser, Hoffman. Allenatore: Klaus Urbanczyk. In panchina: Ulrich, Sommer, Enge, Ebeling, Kohde, Gruning.
Il cammino dei bianconeri juventini verso la vittoria finale era invece passato per l’eliminazione del Manchester City, del Manchester United, dello Shakhtar Donetsk, del Magdeburgo e dell’AEK Atene, fino allo scontro decisivo con il club basco.
Il Manchester City aveva vinto uno a zero con la Juventus, in casa all’andata, grazie ad un bel gol nato da un calcio d’angolo: corner di Tueart, sponda all’indietro su colpo di testa di Boyle e rete di Brian Kidd, anche lui su colpo di testa. Nella partita di ritorno la Juve vince con un rotondo due a zero, grazie alle reti di Scirea e di Boninsegna. Ecco come, all’indomani dell’incontro, il «Daily Mirror» ricostruisce le due reti dei bianconeri e anche due occasioni da gol create da Causio «Il Manchester City va sotto quando Mike Docherty riesce a respingere un tiro dalla distanza di Gaetano Scirea per poi rimettere la palla nei piedi dello stesso calciatore della Juventus. Lo juventino ne approfitta per calciare magistralmente e mettere la palla dentro sul secondo palo.
Anche Causio è una spina nel fianco della difesa dei citizens e sguscia da tutte le parti, mettendo a dura prova per ben due volte in tre minuti il coraggioso portiere Corrigan. Dapprima con un potente tiro ad effetto, calciato da una ventina di metri, che il portiere riesce a deviare. E poi con un insidioso tiro cross che, ancora una volta, il numero uno dei citizens riesce ad intercettare. Il momento decisivo del match arriva quando il difensore Claudio Gentile, fa un lancio di una trentina di metri verso l’area inglese. Bettega fa abilmente da sponda e serve, a pochi metri dalla porta, una palla per Boninsegna che non può assolutamente sbagliare”.
Come già detto, dopo il Manchester City la Juventus si ritrova l’altra compagine della stessa città: il Manchester United. All’andata, come nel caso precedente del Manchester City, la Juventus perde uno a zero in trasferta. Ma al ritorno la vittoria dei bianconeri è ancora più netta, con ben tre reti rifilate agli sfidanti.
Le fragilità della difesa avversaria
Del resto, anche all’andata all’Old Trafford e in particolare nella prima mezz’ora, la Juve aveva comunque avuto qualche buona occasione, come una bella azione Furino/Tardelli/Causio, con il tiro del “Barone” finito sul palo, anche grazie ad uno svarione di un difensore dello United. In effetti, già nel match di andata si vede che la difesa inglese presenta non poche fragilità. E poco dopo l’azione di Causio, anche Boninsegna si ritrova libero un corridoio di una quarantina di metri che lo porta a sfiorare il gol (deviazione provvidenziale del portiere inglese).
Ma, al 32’, i padroni di casa vanno in vantaggio con un’azione iniziata da Baly sulla fascia di destra, retropassaggio per Nicholl, cross di quest’ultimo in area bianconera, sponda di testa di Coppell e forte tiro a rete di sinistro di Hill. Poi, ancora su cross di Nicholl dalla fascia di destra (ma questa volta su calcio di punizione), Coppell va vicino al raddoppio con un tiro che finisce a lato del palo sinistro della porta di Zoff. Sul finire della prima frazione di gioco, un’incertezza di Zoff che non trattiene la palla su un tiro non molto pericoloso, potrebbe costare cara alla Juve. Ma fortunatamente per gli ospiti l’azione sfuma.
Nel secondo tempo da segnalare una punizione di Macari che finisce a lato della porta di Zoff, un tiro di Boninsegna bloccato in due tempi da Stepney e un diagonale di Mcllroy (a dire il vero non molto insidioso). Sicuramente, molto più pericoloso il tiro di Coppell verso il finale, che costringe Zoff alla respinta di pugni. Il match all’Old Trafford finisce dunque uno a zero a favore dei padroni di casa.
A Torino è tutta un’altra musica: 28’, discesa sulla destra di Tardelli e cross in area inglese. Bettega non ci arriva ma dietro c’è Boninsegna che segna in scivolata. Nel primo tempo Bonimba ha ancora due occasioni da gol. Nella seconda il gol è evitato da un salvataggio inglese sulla linea di porta. Il primo pericolo per i bianconeri arriva solo nella ripresa, con bel tiro di Coppel. Un tiro al quale Zoff risponde con un’altrettanto bella parata. Poi, al 62’, bellissimo gol di tacco di Boninsegna, sugli sviluppi di un’azione nata da un calcio di punizione battuto da Causio e continuata da Benetti e Tardelli. Infine, verso il finale, il gol del tre a zero, grazie a una penetrazione di Benetti sulla fascia di destra, suo inserimento in area inglese e tiro potente che supera il portiere dello United.
Gli avversari facili
Gli incontri con Shakhtar Donetsk Magdeburgo e AEK Atene sono relativamente più facili: 5 vittorie e una sola sconfitta, in una terra che oggi è tragicamente segnata dalla guerra, quella del Donbass. Una partita, quella in Ucraina, in cui la Juve sembra accontentarsi del largo vantaggio acquisito all’andata e di voler concedere una vittoria di misura ai padroni di casa: “La Stampa” titolerà “Vittoria platonica dei minatori sovietici”. Nel bilancio delle sei partite vanno anche considerati i dodici gol fatti e solamente tre gol subiti. Insomma, finale conquistata con giusto merito.
L’Athletic Bilbao, invece, era arrivato in finale in modo un po’ più sofferto e per certi aspetti fortunoso: sconfitta esterna con gli ungheresi dell’Újpest, rimediata da una larga vittoria casalinga al ritorno nel primo turno; pareggio esterno con gli svizzeri del Basilea e vittoria a Bilbao. Poi, vittoria all’andata con i rossoneri del Milan e sconfitta al ritorno, ma passaggio del turno in virtù del risultato aggregato e, soprattutto, di un rigore a favore dei baschi realizzato a tre minuti dalla fine, un tiro dal dischetto definito dai giornali italiani “rigore fasullo” (La Stampa), “ rigore discutibile” (L’Unità), “sicuramente non rigore” (Guerin Sportivo). In seguito, vittoria interna dei baschi con i catalani del Barcellona e pareggio al Camp Nou e infine doppio pareggio in semifinale con i belgi del Molenbeek e accesso alla finale grazie ad un gol in trasferta.
Comunque, sia quel che sia, a contendersi il trofeo, in una finale su due partite di andata e ritorno, rimasero Athletic Bilbao e Juventus.
Prima di entrare nel merito delle due partite, alcune riflessioni a presentazione soprattutto della Juventus e anche qualche rapido riferimento ad alcuni giocatori dell’Athletic Bilbao.
1976-1977: stagione di arrivi e novità per i bianconeri, a cominciare dalla guida tecnica affidata a Trapattoni (a lui e a Radice è associata l’introduzione della zona mista). All’inizio della stagione erano arrivati anche Boninsegna dall’Inter e Benetti dal Milan, a sostituzione rispettivamente di Anastasi e Capello. Altro arrivo in prospettiva importante era stato quello di un giovane e promettente Cabrini, proveniente dall’Atalanta, anche se nel suo primo anno in bianconero era ancora diciannovenne e fece solo sette presenze.
La difesa della Juventus presentava Zoff in porta, Scirea libero, Morini stopper, Cuccureddu e Gentile laterali (il primo a destra e il secondo a sinistra). A centrocampo la Juve poteva contare sulle doti da incontrista di Furino, sulla forza fisica e la capacità di manovra di Benetti e sulla grande tecnica e sulla mobilità di Tardelli. In attacco, Causio, Bettega e Boninsegna univano grande tecnica, provata esperienza ed una elevata capacità realizzativa, qualità che portarono i tre a superare i 30 gol in campionato. Causio agiva da ala destra. Sulla carta, Boninsegna partiva da punta centrale e Bettega da seconda punta. Ma quando, per esempio, Boninsegna si spostava a sinistra Bettega poteva funzionare da centravanti. Completavano l’organico altridue giocatori di grande esperienza come Sergio Gori e Luciano Spinosi.
Degli undici titolari, otto juventini facevano parte del giro della nazionale: Zoff, Gentile, Cuccureddu, Scirea, Tardelli, Causio, Benetti, Bettega. Inoltre andrebbe considerato che Boninsegna, in nazionale, c’era stato per oltre una mezza dozzina di anni.
Dell’Athletic Bilbao, ricordo Andoni Goicoechea, Agustín Guisasola, Javier Irureta e Dani. Il primo, difensore centrale basco, diventerà in seguito tristemente famoso per avere fratturato la caviglia a Maradona, ai tempi in cui il Pibe de Oro giocava nel Barcellona. Altro difensore centrale dei baschi era Agustín Guisasola, carriera quasi interamente fatta all’Athletic, un calciatore dalla grande costituzione fisica e dotato di ottima scelta di tempo e di intelligente lettura delle situazioni di pericolo per la propria difesa, ma capace anche di sganciarsi, lanciarsi in azioni di attacco e andare al tiro (quasi una ventina di gol a fine carriera).
Javier Irureta era invece un attaccante di buona tecnica e di buona capacità realizzativa che, con Atletico di Madrid, aveva vinto la Coppa Intercontinentale del 1974. Infine, degno di nota anche Dani, un’ala destra dotata di tecnica, agilità e propensione al gol: quell’anno terzo nella classifica classifica dei cannonieri di Coppa UEFA a 6 gol, davanti a Bettega (quarto con 5 reti).
Fatte questa breve panoramica, possiamo passare alle due sfide finali.
La finale di andata
Primo tempo
Fino dai primi minuti si intuiscono le marcature dei baschi: Escalza su Causio, Onaederra su Benetti, Villar su Bettega, Rojo J.A (Rojo II) su Tardelli, Guisasola su Boninsegna. Sul fronte difensivo opposto: Gentile su Churruca, Cuccureddu su Rojo J.F (Rojo I) e Morini su Dani.
Al 2’, Scirea parte dalla difesa e percorre quasi tutto il campo nel senso della lunghezza. Poi, va al tiro da quasi una trentina di metri. Iribar para piuttosto agevolmente ma l’azione lascia capire che in fase difensiva i baschi non devono temere solo gli attaccanti rivali. Un minuto dopo pure Causio va al tiro ma, anche in questo caso, non si tratta di una situazione di pericolo per Iribar. Al 7’, discesa sulla sinistra di Claudio Gentile, suo traversone e deviazione sul fondo dei baschi: primo corner per la Juventus. Lo batte Causio. Ma, Guisasola libera di testa. Tre minuti dopo, un altro attacco di Gentile sulla fascia sinistra produce un secondo corner.
Questa volta è lo stesso Gentile che batte corto per Causio, cross in area dei baschi e ancora una volta è Guisasola a intervenire. Ma, al 14’, da un’azione sulla fascia di destra, arriva il gol bianconero: Scirea batte un fallo laterale, passa a Causio e s’invola lungo la linea dell’out. Causio avanza fino alla linea di centrocampo e passa alla sua destra in direzione di Cuccureddu, questi fa qualche metro e poi lancia Scirea che ormai è arrivato nei pressi del corner degli avversari, splendido cross con giro a rientrare nell’area dei baschi e Tardelli, all’altezza del primo vertice dell’area piccola, con ottima scelta di tempo e impressionante gesto tecnico-atletico la mette di testa sul palo opposto. Gol da cineteca e Juventus in vantaggio uno a zero.
Al 19’, grazie ad una triangolazione Causio/Benetti/Causio sulla trequarti di destra, la Juve arriva minacciosamente davanti alla porta dei baschi. Ma, alla fine, Goicochea riesce a liberare. Un minuto dopo, Benetti si rende pericoloso con un potente tiro dal limite che passa di poco alto sull’incrocio dei pali. Al 25’, un tiro dalla distanza di Gaetano Scirea viene deviato sul fondo dai baschi: terzo corner bianconero. Cross a centro area, Guisasola allontana di testa. Sul pallone arriva Morini che tira di prima intenzione ma anche in questo caso il pallone e deviato sul fondo dai baschi. Sulla battuta del quarto corner la palla termina direttamente nelle mani di Iribar.
Al 27’, la prima azione degna di nota dei baschi: Dani attacca sulla fascia di destra e subisce fallo da Claudio Gentile sul limite. Il calcio di punizione è battuto da Rojo I con un bel tiro a rientrare sul secondo palo. Ma Zoff è attento e devia alla sua destra. È il primo corner dei baschi. Lo batte lo stesso Rojo I sull’altro lato del campo ma la palla arriva a Benetti che imposta la ripartenza. Al 28’, un attacco Villar/Dani/Irureta porta all’ottenimento del secondo corner a favore dei baschi.
Batte Rojo I e Zoff blocca il pallone in uscita alta. La Juve riparte subito all’attacco con Marco Tardelli: palla sulla destra per Gaetano Scirea, da questi a Cuccureddu, cross in area dei baschi, deviazione di Escalza e quinto corner per la Juventus. Batte Causio: bello spiovente al centro dell’area, dove ci sono Furino e Boninsegna. Iribar esce e manca la palla.
Ma per l’arbitro c’è fallo sul portiere. Al 32’, calcio di punizione poco fuori dal vertice destro dell’area dei baschi. Bel cross di Causio che pesca Bettega al centro dell’area. L’undici bianconero manda la palla di testa sul sette alla sinistra di Iribar. Ma il numero uno dei baschi è piazzato bene e ferma il pallone. Al 35’, Rojo I tenta il tiro potente dalla distanza ma non inquadra la porta. Al 40’, il numero sedici Gori entra al posto di Boninsegna. 41’: attacco di Causio sulla sinistra e cross verso il centro dell’area avversaria. Deviazione sul fondo di Goicoechea e sesto corner per la Juventus. Batte lo stesso Causio e Villar allontana. Arriva il 45’ e finisce il primo tempo con la Juve in vantaggio uno a zero. Zoff non ha subito grandi pericoli a parte, forse, Il calcio di punizione di Rojo I al 27’.
Secondo tempo. Dopo tre o quattro minuti di gioco, Scirea va via sulla fascia sinistra ed è fermato da un’entrata fallosa di Goicoechea che rimedia un giallo. Scirea è attivo non solo in fase difensiva ma anche in attacco e al 10´, si registra
una sua incursione sulla fascia di destra che obbliga Rojo I alla deviazione in calcio d’angolo: settimo corner per la Juventus. Causio crossa al centro per Gori ma poi la difesa dei baschi riesce a liberare. Nei primi quindici minuti il match si è fatto più duro e falloso, con conseguenti interruzioni di gioco, la Juve costruisce anche belle azioni in attacco ma sbaglia spesso l’ultimo passaggio, l’Athletic sembra volersi accontentare di mantenere al minimo lo svantaggio. Il risultato è che nel primo quarto d’ora della ripresa non si registrano tiri in entrambe le porte.
Al 15’, però Iribar è chiamato all’intervento da un tiro di Gori, a conclusione di un’azione splendidamente impostata da Causio. Al 18’, bellissimo cross di Gori in area per Bettega che colpisce di testa e manda fuori di poco. Benetti, 7′ dopo, sulla trequarti di destra batte un fallo laterale e passa la palla a Cuccureddu che fa partire subito un tiro di esterno. L’effetto del tiro imprime al pallone una traiettoria che finisce di poco sopra il sette alla destra di Iribar. Poco dopo la mezz’ora, un’azione Gori/Benetti/Furino è interrotta da un intervento di Irureta che arretra in difesa e mette in angolo. Ottavo corner per i padroni di casa, seguito dal nono, battuto sempre da Causio, per una deviazione sul fondo di Churruca, anche lui come Irureta arretrato per aiutare i suoi compagni della difesa. Sul calcio d’angolo, Gori colpisce debolmente di testa e Iribar para con facilità.
Al 33’, un pericoloso traversone di Gentile è deviato sul fondo da Guisasola e la Juventus può battere il suo corner numero 10. Causio lo batte basso e i baschi riescono ad allontanare per un istante ma Causio entra in dribbling nell’area dei baschi e solo l’ennesima deviazione dell’attentissimo Guisasola evita il peggio. Per la Juve è l’undicesimo corner. Questa volta Causio prova la soluzione sul secondo palo. Ma la difesa dei baschi è attenta. Al 38’, bellissimo numero di Causio che, nell’area basca, va al tiro dopo un doppio palleggio e un dribbling tra tre avversari, anche se poi Iribar su fa trovare pronto. Poi, al 40’, punizione di Causio e colpo di testa insidiosissimo di Benetti verso la porta di Iribar che fa un intervento provvidenziale e riesce a respingere.
Finisce uno a zero per la Juventus. Nel primo tempo i baschi hanno fatto un solo tiro in porta su calcio di punizione. Nella ripresa non hanno fatto nemmeno quello. A parte la menzione di Tardelli per lo splendido gol, ottima la prova di Scirea: preciso in difesa e autore quattro o cinque pregevoli attacchi, tra cui quello dell’assist a Tardelli. E poi Causio: una vera spina nel fianco per il club basco. La Juventus ha dato dunque l’impressione di essere una squadra molto più forte degli avversari. Ma al ritorno, ovviamente, entrerà in gioco il fattore campo.
Il tabellino
Torino, 4 maggio 1977. Stadio comunale. Spettatori 60.000 circa.
Juventus-Athletic Bilbao 1-0
Marcatori: 14’, Tardelli.
Arbitro: Corver (Olanda).
Ammoniti: 49’, Goicoechea.
Calci d’angolo: Juventus-Athletic Bilbao 11-2 (primo tempo: 6-2).
Juventus: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna (40’, Gori), Benetti, Bettega. Allenatore: Giovanni Trapattoni. A disposizione: Alessandrelli, Spinosi, Cabrini, Marchetti.
Athletic Bilbao: Iribar, Onaederra, Escalza, Villar, Guisasola, Goicoechea, Dani, Irureta, Churruca, Rojo J.A., Rojo J.F. Allenatore: Koldo Aguirre. A disposizione: Zaldua, Lasa, Madariaga, Carlos, Amorrortu.
La finale di ritorno
Siamo nel periodo successivo alla morte di Francisco Franco, la Spagna stava avanzando nella strada della transizione dalla dittatura alla democrazia. Ma l’azione dell’ETA, lungi dall’essere cessata, si era accentuata nei mesi precedenti all’incontro. Infatti, nel visionare il filmato originale della partita, si può sentire il commentatore della TV spagnola affermare che si inizia con “un minuto de silencio por las víctimas de estos días en Vascongadas para que cese la violencia”: si inizia con un minuto di silenzio per le vittime di questi giorni nei Province Basche affinché cessi la violenza.
Primo tempo
Inizia la partita nel clima infuocato del San Mamés, ma la Juventus non si lascia intimorire e dopo un paio di minuti la Juventus va al tiro con Tardelli, anche se il numero otto bianconero non centra la porta. Fino dai primi contrasti e dalle prime azioni si capisce che l’approccio dei padroni di casa alla partita, rispetto all’andata, è differente: mentre a Torino i baschi sembravano voler limitare i danni, in casa loro vogliono fare rispettare la nomea di “leoni del San Mamés” e dopo quattro minuti conquistano un corner.
Lo batte Amorrortu. Morini respinge fuori e in rapida successione c’è il secondo calcio d’angolo a favore dei baschi. Anche il secondo corner è battuto da Amorrortu ma, dopo un batti e ribatti, la palla termina fuori: rimessa in gioco per la Juventus che riparte subito all’attacco e ottiene un calcio di punizione quattro o cinque metri fuori dal limite.
Siamo al 4’, sulla palla va Causio, passaggio per Cuccureddu che fa partire un tiro bloccato in due tempi da Iribar. Al 5’, Amorrortu (che ha il 9 ma in questi primi minuti sembra giocare da ala destra) ottiene un calcio di punizione. Sulla battuta, Irureta va al tiro ma manda a lato. Al 7’, arriva il gol bianconero: azione sulla destra di Marco Tardelli, bellissimo cross di sinistro e Bettega che sguscia tra due avversari, colpisce di testa e la metta alla sinistra di Iribar. Cinque minuti dopo, in modo a parer mio un po’ fortunoso arriva il pareggio dei baschi: Villar conquista un pallone sulla trequarti di destra e crossa sul secondo palo.
Lì c’è Churruca che vorrebbe tirare direttamente in porta ma in realtà indirizza la palla verso Irureta, il quale spedisce la palla in porta di tacco. Al 19’, sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da destra, un tiro di Dani viene deviato sul fondo dalla difesa bianconera: è il terzo calcio d’angolo per l’Athletic Bilbao.
Una difesa attenta
Sulla bandierina va Amorrortu ma il suo tiro è messo sul fondo da Claudio Gentile e si batte subito il quarto corner a favore dei padroni di casa. Questa volta, il pallone viene allontanato dalla difesa della Juventus verso il centro del campo. Al 21’, Bettega va nuovamente al colpo di testa su cross di Cuccureddu. Ma, questa volta la sua mira non è buona. Al 25’, Amorrortu prova l’affondo sulla fascia di destra, ma Scirea fa buona guardia e devia in corner.
Quinto calcio d’angolo per l’Athletic Bilbao. Batte lo stesso Amorrortu. Mischia in area bianconera e l’arbitro fischia un fallo di Irureta su Benetti. Al 29’, un tiro forte, basso e angolato, di Churruca, costringe Zoff all’intervento in tuffo e alla deviazione alla sua sinistra sul fondo. Sesto angolo per i padroni di casa.
Sugli sviluppi di questo corner, un passaggio di Dani viene deviato fuori dalla difesa juventina e pertanto l’Athletic batte il suo settimo calcio d’angolo. Ma la palla giocata dai padroni di casa termina fuori su tiro di Amorrortu. Al 33’, un cross dalla sinistra di Rojo I è messo fuori da Scirea e lo stesso Rojo va battere l’ottavo corner. Palla per Escalza, cross al centro e poi la Juve allontana. 5′ dopo, Bettega va al tiro su assist di Causio ma il suo tiro non è molto impegnativo. Poco prima dell’intervallo, episodio importante: Guisasola taglia diagonalmente la metà campo bianconera con un cross da destra verso sinistra. Al limite c’è Churruca che riceve il pallone, entra in area juventina e cade a seguito di un contrasto, con Claudio Gentile. L’arbitro assegna un corner per l’Athletic Bilbao. I padroni di casa, però, reclamano vivacemente e insistentemente il rigore.
Ma l’arbitro resta fermo sulla sua decisione: si tratta solo di corner. Alla bandierina va Rojo I, cross sul secondo palo, lì c’è Lasa che rimette al centro dell’area piccola e colpo di testa di Dani, in direzione del sette alla destra di Zoff, ma il tiro termina fuori. Due minuti dopo, un nuovo cross di Lasa in area juventina obbliga Zoff alla respinta di pugno. Al 43’, Dani scende sulla destra e fa un assist per Irureta che tira a rete. Ma l’arbitro vede un precedente fallo di mano di Lasa. Verso il finale, c’è un ultimo tiro di Churruca, ma è un pallone calciato debolmente con una traiettoria centrale e Zoff para con facilità. Il primo tempo finisce uno a uno e nove corner a zero a favore dei padroni di casa.
Il secondo tempo
All’inizio della ripresa fa la sua apparizione una pioggia insistente e gli spalti si riempiono di ombrelli, anche se c’è chi, privo di ombrello e impermeabile, continua a sventolare sciarpe e bandiere dell’Athletic Bilbao e dei Paesi Baschi. Il vessillo basco, tra l’altro, dopo essere stato fuorilegge nel periodo della dittatura franchista era stato considerato illegale anche nei primi mesi del ritorno alla democrazia. Per spingere nel senso di una sua accettazione legale, in occasione del derby basco, i capitani della Real Sociedad di San Sebastián (Kortabarria) e dell’Athletic Bilbao (Iribar) uscirono insieme, a capo delle loro squadre, portando congiuntamente la bandiera basca.
Quella partita, giocata il 5 dicembre del 1976, è passata alla Storia come “El derbi de la Ikurriña” e 45 giorni dopo, il 19 gennaio del 1977 ne fu legalizzato l’uso. Poi, a seguito del riconoscimento dell’autonomia basca, il 25 ottobre del 1979, la bandiera “Ikurriña” divenne ufficialmente la bandiera di Euskadi. Ma, già dal 19 gennaio 1977, il suo uso non era reato. Pertanto, al momento di Athletic Bilbao-Juventus, la bandiera basca era legale da soli quattro mesi.
Ma, dopo questa breve parentesi storica, torniamo alla ripresa della partita. Nei primi dieci minuti, l’Athletic Bilbao chiude la Juventus nella propria metà campo e va al tiro per due o tre volte. Ma non si tratta assolutamente di azioni pericolose e Zoff non deve fare grandi interventi. Al 60’, Trapattoni fa uscire un attaccante per un difensore e Spinosi sostituisce Bonimba. Con il passare del tempo cresce il nervosismo e al 62’ un pestone di Benetti su Guisasola fa quasi scoppiare la rissa. Il centrocampista juventino se la cava con un cartellino giallo. Al 64’, l’Athletic Bilbao batte il corner numero dieci. Finora, invece, la Juventus non ne ha battuto nemmeno uno. In quella stessa frazione di gioco c’è anche un cambio per i baschi: entra Ruiz al posto di Lasa.
Carlos Ruiz supera Zoff …
La mossa del Mister basco è esattamente di segno contrario a quella del suo collega Trapattoni: entra un attaccante (ala destra) a sostituzione di un difensore e sarà proprio Carlos Ruiz, una quindicina di minuto dopo a segnare il raddoppio. Comunque, sul corner la difesa bianconera è ancora una volta molto attenta e riesce a liberare. Al 67’, la Juventus batte il suo primo corner che però non sfrutta efficacemente. 1′ dopo, ennesimo corner per i padroni di casa, ma sulla sua battuta Zoff subisce la carica di Carlos Ruiz e l’arbitro fischia un fallo a favore dei bianconeri. A 20′ dalla fine della partita, Tardelli prende un giallo per un fallo fatto a Churruca. Siamo al 78’: dopo tanti corner battuti infruttuosamente, arriva quello buono. Cross da destra sul secondo palo e colpo di testa di Carlos Ruiz che supera Zoff.
Negli ultimi minuti anche l’attacco bianconero va in aiuto della propria difesa e non è raro vedere Bettega e Causio fare la fase di interdizione. All’81’, Rojo primo si appresta a battere un calcio di punizione, Gentile non rispetta la distanza, intercetta il pallone e rimedia un giallo. L’arbitro fa ripetere il calcio di punizione ma il pallone finisce nella mani di Zoff. È l’ultima azione degna di nota. Poi, l’arbitro fischia la fine del match che sancisce la conquista del primo trofeo continentale per la Juventus.
Il tabellino
Bilbao, Stadio San Mamés, mercoledì 18 maggio 1977 ore 19.00. Spettatori 45.000 circa.
Athletic Bilbao-Juventus 2-1
Marcatori: 7’, Bettega; 12’, Irureta; 78’, Carlos Ruiz.
Arbitro: Erich Linemayr (Austria).
Calci d’angolo Athletic Bilbao-Juventus 18-1 (primo tempo 9-0).
Ammoniti: 62’, Romeo Benetti; 70’, Marco Tardelli; 81’, Claudio Gentile.
Athletic Bilbao: Iribar, Lasa (64’, Carlos Ruiz), Escalza, Villar, Guisasola, Alexanco, Dani, Irureta, Amorrortu, Churruca, Rojo J.F. Allenatore: Koldo Aguirre. A disposizione: Zaldua, Onaederra, Madariaga, Rojo J.A.
Juventus: Zoff, Cuccureddu, Gentile, Furino, Morini, Scirea, Causio, Tardelli, Boninsegna (60’, Spinosi), Benetti, Bettega. Allenatore: Giovanni Trapattoni.
A disposizione: Alessandrelli, Cabrini, Marchetti, Gori.
GLIEROIDELCALCIO.COM (Massimo Prati)
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Laureato alla Facoltà di Lingue e Letterature Straniere di Genova. Specializzazione in Scienze dell’Informazione e della Comunicazione Sociale e Interculturale. Studi Post-Laurea, nel 2004 e nel 2005, presso il Dipartimento di Linguistica dell’Università di Ginevra, nell’ambito del DEA (Diplôme d’Etudes Approfondies) e, nel 2017, al St Clare’s College di Oxford (Teacher of English Language and Literature). Vive in Svizzera dal 2004, dove lavora per il Dipartimento dell’Istruzione Pubblica del Cantone di Ginevra. Pubblicazioni: “Nella Tana del Nemico”, inserito nella raccolta dal titolo, “Sotto il Segno del Grifone”, Fratelli Frilli Editori, 2004. “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Nuova Editrice Genovese, 2017. “Gli Svizzeri Pionieri del Football Italiano”, Urbone Publishing, 2019. “Rivoluzione Inglese. Paradigma della Modernità”, Mimesis Edizioni, 2020. Seconda edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova” Urbone Publishing, 2020. Coautore di “Imbarco Immediato. Didattica della Lingua Italiana”, Fanalex Publishing, Ginevra, 2021. “Dieci Racconti di una Lucertola del Porto di Genova”, Urbone Publishing, 2021. “Il Calcio Anni ’70. Primo Volume 1969-1974”, Urbone Publishing, 2022. «Les Suisses Pionniers du Football Italien», Mimésis Éditions France, 2022. Terza edizione de “I Racconti del Grifo. Quando Parlare del Genoa è come Parlare di Genova”, Urbone Publishing, 2022. Ha scritto anche numerosi articoli, di carattere sportivo, storico o culturale, pubblicati su differenti blog, siti, riviste e giornali. Collabora con “Pianetagenoa1893.” e “GliEroidelCalcio”. I suoi libri fanno parte delle collezioni della Biblioteca Nazionale di Francia a Parigi, della Biblioteca Nazionale Svizzera di Berna, dell’Università di Friburgo, della Società Dante Alighieri di Basilea, della Biblioteca dello Sport di Ginevra e della Civica Biblioteca Berio di Genova. Prossima uscita editoriale: Massimo Prati, «Il Calcio Anni ‘70. Secondo volume, 1975-1977», Urbone Publishing.
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