GLIEROIDELCALCIO.COM (Federico Baranello) – Il 4 maggio 1949 la squadra del Torino, del Grande Torino, fa ritorno a casa dopo aver affrontato il Benfica in quel di Lisbona in una partita amichevole per omaggiare Francisco Chico Ferreira. Una partita voluta e organizzata proprio dai due capitani delle squadre, Ferreira appunto e Valentino Mazzola. Il trimotore Fiat 212, a causa di una fitta nebbia che avvolgeva il capoluogo Piemontese e le zone circostanti, si schianta sulla Basilica di Superga. Sono le 17,05…”E la notizia tremenda piombò all’improvviso, tra la gente che percorreva i portici lungo le vie affollate del centro. Giunse come una folgore, si diffuse rapidissima. Qualcuno la ripeteva balbettando – L’apparecchio del Torino è caduto a Superga. Contro la Basilica – Una frase sconnessa, piena di enorme stupore. Non vi era altro. Non si sapeva da quale parte giungesse…” (Cit. La Stampa, 5 maggio 1949).
Da questo momento, purtroppo, si mette la parola fine alla storia di quella splendida squadra e inizia invece la leggenda.
“Quel cielo se li riprese/E li rese miti eterni/Una sera piovosa di Maggio/Il loro aereo da Superga/Andò dritto in paradiso/Per sempre!” (Cit. Lacrime Granata, di Vittorio De Zanet).
Con il tempo abbiamo tutti imparato a conoscere questa storia e la tragedia a essa legata, abbiamo imparato a rispettare ed onorare questa squadra. Così come colui che ha iniziato, ad un certo punto della sua vita, a collezionare cimeli e documentazione relativa al Grande Torino: Davide Bovolenta. Davide è un quarantatreenne di Chioggia, sin da bambino grandissimo appassionato di calcio.
“La mia passione, anzi la mia vocazione, si è innescata circa vent’anni fa, quando ho conosciuto mia moglie Nicoletta, nipote dei fratelli Aldo e Dino Ballarin. Da bambino avevo sentito parlare di quella favolosa squadra, dove giocavano due chioggiotti, ma non avrei mai pensato che da grande avrei nutrito questa passione”.
Si sente che Davide è molto preso dal racconto… ”Tutto è iniziato nel 1999 quando sono stato per la prima volta a Superga in occasione del cinquantesimo anniversario della tragedia. Era una giornata di pioggia incessante, di vento e di nebbia, proprio come quel giorno del 1949, come quel 4 Maggio. Per chi c’era cinquant’anni prima sembrava di rivivere la tragedia. Abbiamo partecipato alla S. Messa sul colle di Superga, proprio nella Basilica sul cui terrapieno si schiantò l’aereo; poi a turno siamo andati alla lapide posta proprio nel punto dello schianto. Ci siamo poi diretti a Torino e abbiamo visitato la Mostra preparata per l’occasione: ricordo la ruota dell’aereo, le scarpe e le maglie dei giocatori, i loro documenti e gli oggetti personali, la valigetta del massaggiatore… É stata un’esperienza emozionante e suggestiva: davvero indimenticabile. Mi stupii nel vedere che dopo tutti quegli anni tanta gente ancora ricordava e amava quei grandi campioni. Rimasi impressionato nel vedere che la nonna di Nicoletta, moglie di Dino Ballarin, aveva tenuto con immenso amore tantissimo materiale dell’epoca in ricordo del marito. Ovviamente rimasi onorato quando decise di donarlo a noi, con lo scopo di trasmettere la storia del marito e dei suoi compagni. Fra i tantissimi suoi racconti, ricordo con maggior piacere il fatto che il Grande Torino non era solo una grande, grandissima squadra di calcio, ma soprattutto era una grande famiglia. Abbiamo quindi approntato un sito internet: www.aldodinoballarin.net e poco dopo anche www.ilgrandetorino.net. Entrambi raccolgono molte visite e tanti commenti da parte dei tifosi. Nel luglio 2004, 2005 e 2006 abbiamo allestito a Chioggia – città natale dei fratelli Ballarin – la Mostra sul Grande Torino, con materiale fotografico, filmati e reperti personali di Aldo e Dino.
Abbiamo pubblicato anche dei piccoli libri in ricordo di Aldo e Dino Ballarin. Nel luglio 2005 è uscito il nostro libro “Aldo e Dino Ballarin, uniti per sempre”: 128 pagine in cui raccontiamo la storia dei due fratelli dalla tenera età fino all’incidente, il tutto accompagnato da numerose fotografie inedite dell’epoca. Prefazione di Franco Ossola e Angelo Padoan. Non siamo degli scrittori ma abbiamo lavorato davvero con il Cuore e nutriamo la speranza che questa opera possa trasmettere la nostra passione ai lettori e contribuire a rendere viva la memoria di quei grandi campioni.
In questi anni abbiamo avuto l’onore di conoscere persone meravigliose che da anni lavorano alla stessa nostra missione: non dimenticare.
Il nostro sogno è di poter realizzare un museo permanente a Chioggia, cercando di spiegare alle nuove generazioni i veri valori dello sport, che purtroppo il calcio di oggi non trasmette. In attesa che si realizzi, stiamo lavorando alla creazione di un museo virtuale www.museoballarinchioggia.it”.
Ci salutiamo e ringraziamo Davide, ma lui ci tiene a dirci ciò che diceva Sauro Tomá, l’ultimo superstite di quella squadra: “Raccontare e ricordare, e ancora ricordare…. è il destino dei sopravvissuti”.
Grazie Davide
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