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Quella sigla non morirà mai…

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GLIEROIDELCALCIO.COM (Roberto Morassut) – Se dici 90 minuto, dici Jack Trombey ed il suo Pancho.

Sono in pochi a saperlo ma la sigla della trasmissione di calcio più conosciuta (forse al pari di Tutto il calcio minuto per minuto che però era radiofonica) è un brano Jazz del ‘60 che ha accompagnato i pomeriggi di milioni di italiani per decenni, stravaccati sul divano davanti alla Tv in bianco e nero o ai primi Tv color per vedere i gol della domenica.

Quel momento era una tappa insostituibile della giornata capace di condizionare tutto: dalle scampagnate domenicali, alle serate tra amici.

Perché alle 18 e 10 non c’erano scuse: dovevi stare davanti alla Tv per seguire Paolo Valenti e Maurizio Barendson per 90’ minuto.

E con loro i collegamenti dai vari campi di serie A ognuno dei quali aveva un suo principe designato al commento : Giorgio Bubba da Genova, Gianni Vasino da Bergamo, Tonino Carino da Ascoli ( poi eletto a mito dalla Jalappa’s) ma anche Italo Kune da Napoli, Luigi Necco da Avellino, Fabrizio Maffei da Roma, Giampiero Castellotti da Torino, Ferruccio Gard ( gran pittore ) da Verona , Lamberto Sposini da Perugia, Piero Pasini da Bologna, Marcello Giannini da Firenze, Beppe Viola da Milano, Franco Strippoli da Bari (mitico il suo “riporto”).

Tutti professionisti del calcio ma molto di più.

Veri giornalisti e inviati regionali che potevi distinguere dall’accento ma impeccabili e imparziali.

Valenti dirigeva da studio ed era della Fiorentina ma nessuno lo seppe o lo capì mai per la sua ferrea neutralità giornalistica.

Se pensiamo che oggi gli “highlights” ci hanno regalato l’immediatezza della notizia e del video dei gol ma ci hanno tolto la magia dell’attesa accompagnata dal commento, non sapremmo dire cosa ne abbiamo davvero guadagnato da questo salto del satellitare.

Il commento è diventato per lo più uno sguaiato sottofondo del telecronista che per essere dentro l’arena non si limita quanto a decibel e spesso fa capire chi tifa.

Tutto è cambiato davvero e 90’ minuto in questo cinquantesimo compleanno ci consente di vedere come è cambiata la società italiana.

Dopo i servizi di 90’ minuto si poteva vedere un tempo di una partita di A scelta dalla Rai sul primo canale.

Mentre per le partite di serie B bisogna aspettare che venissero trasmesse delle sintesi il lunedì pomeriggio sul secondo canale.

Oggi c’è Sky, ci sono le Tv ad altissima definizione e Novantesimo minuto è un reperto di modernariato ma quella musica e quel ritmo restano inconfondibili e risvegliano ancora tutta la loro poesia e adrenalina.

I compìti abbigliamenti di Paolo Valenti (giacca, cravatta e maglioncino a V) e degli inviati davano al calcio una dignità è una serietà che oggi ha decisamente perduto.

La sorpresa si è dissolta anche per il latente sospetto delle influenze del sistema delle scommesse sulla genuinità dei risultati.

La tecnologia come sempre ci ha portato più avanti e ci ha consentito cose impensabili e fantastiche ma ci ha tolto qualcosa che non tornerà mai più, in parte ci ha ucciso.

La tabellina dei risultati della schedina era scritta coi caratteri di una banale macchina da scrivere, seguivano gli “Altri di B” e le classifiche, divise in due colonne.

Stare in una colonna o in un altro voleva dire tanto.

Adesso c’è una applicazione che “striscia” tutto è puoi ripassarla quando vuoi.

C’era un modo preciso per leggere e comunicare i risultati.

Le sconfitte fuori casa chiamavano la città ospitante e poi davano il risultato: mai invertire partendo dagli ospiti!

L’attesa si concentrava sui pochi minuti del servizio della squadra del cuore (per me solo in caso di vittoria della Roma) il resto era cronaca, fredda o di pura curiosità.

Tutto è finito.

Ormai non ci resta che la diretta Sky o Dazn che ha distrutto le domeniche, cancellato le radioline e ci ha tappati in casa.

Forse anche per questo le domeniche pomeriggio non ci sono più i prati pieni di famiglie all’aria aperta.

Aspettiamo la prossima Tv ultradigitale che ci farà entrare in campo in un gioco virtuale e avvolgente di suoni e immagini.

Col 5G potremo sognare un bacio dato a Diletta Leotta.

Ma Pancho di Jack Trombey sarà sempre pronto a risvegliare i nostri veri sogni.

Quelli analogici.

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Romano classe 1963, laureato in Lettere Moderne si è occupato della storia politica e amministrativa di Roma nel secondo dopoguerra. Dirigente di partito, Deputato della Repubblica, ex assessore all’Urbanistica e a Roma Capitale della giunta Veltroni. Attualmente Sottosegretario di Stato del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Scrittore impegnato, come “impegnato” è il suo amore per il calcio e le sue storie.

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